L’alta inflazione rischia di far saltare la Comunità Europea

L’alta inflazione rischia di far saltare la Comunità Europea

Il grande dibattito del 2022 riguardava la natura della nostra inflazione. Il 2021 è stato l’anno in cui si è stabilito che i prezzi sarebbero aumentati: tuttavia, nel 2022, abbiamo lottato per capire perché stessero aumentando.

Questo è molto importante perché la diagnosi corretta determina la cura corretta. In questo caso, la cura corretta è la giusta risposta politica dei governi e delle banche centrali. Se si somministra la medicina sbagliata, si rischia di uccidere il paziente invece che aiutarlo.

Da una parte del dibattito c’era il campo dell’inflazione transitoria. Questo gruppo riteneva che l’inflazione fosse un problema di interruzione temporanea della catena di approvvigionamento, derivante dalle politiche di blocco della pandemia e dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Questi eventi provocano un aumento dei prezzi, ma sono stati uno shock una tantum. Non solo i prezzi smettono di salire una volta che questi shock sono stati assorbiti dall’economia, ma i prezzi potrebbero diminuire di nuovo quando le acque si calmano.

In uno scenario del genere, la risposta corretta delle banche centrali è praticamente quella di non fare nulla. Questo perché un aumento dei tassi di interesse – la risposta abituale all’inflazione – non farebbe altro che danneggiare un’economia che sta già lottando con costi più elevati, come l’energia.

Ci sono state buone prove a sostegno di questa spiegazione. Gli indici dei prezzi alla produzione si sono mossi per primi, segnalando che a muovere i prezzi sono stati i problemi della catena di approvvigionamento e non l’impennata della domanda dei consumatori. Le aziende stavano semplicemente trasferendo i costi sull’indice dei prezzi al consumo.

Ma, con il passare del tempo, l’inflazione è persistita. E i banchieri centrali hanno smesso di chiamarla transitoria. A quel punto, la teoria dell’altra parte ha iniziato a prendere il sopravvento.

Questa spiegazione alternativa è che l’inflazione è un fenomeno monetario – una malattia del denaro, come dicono certi economisti eretici. Viene provocata da un eccesso di denaro che va a caccia di pochi beni.

La prova di ciò è stata l’esplosione monetaria da parte delle banche centrali in risposta alla pandemia, così come la grande spesa fiscale dei governi. Mettete insieme le due cose e otterrete l’inflazione, questo dicono i libri di testo.

Se questa teoria è una spiegazione corretta di ciò che è accaduto, allora i banchieri centrali avrebbero dovuto aumentare i tassi anni fa, per non parlare dell’interruzione del quantitative easing (QE – la creazione di denaro per acquistare titoli di Stato) già allora. E la loro incapacità di farlo è una parte importante della spiegazione del perché abbiamo l’inflazione. In altre parole, la diagnosi errata e la colpa ricadono sui buoni a nulla che stanno al comando. Come correttamente aveva intuito il ministro Guido Crosetto.

Con Massimo Mariotti alla guida della SERIT il bilancio resta largamente positivo

Con Massimo Mariotti alla guida della SERIT il bilancio resta largamente positivo

Carlo Gambino, al centro il presidente Massimo Mariotti e Maurizio Alfeo

 

 

Sarà ancora Serit ad occuparsi, almeno fino a novembre del 2023, del servizio di raccolta differenziata nei 58 Comuni facenti parte del Consiglio di Bacino Verona Nord, in attesa che venga indetta una gara ponte per giungere alla definizione dell’affidamento in-house del servizio integrato di raccolta rifiuti.

“Un lasso di tempo che ci consentirà di programmare il servizio di raccolta praticamente per l’anno intero, garantendo peraltro il servizio anche d’estate in zone ad alto flusso turistico come il Lago di Garda ”, commenta il presidente della Serit, Massimo Mariotti, che è anche consigliere nel Consorzio Zai – Quadrante Europa. “Siamo naturalmente soddisfatti di proseguire la collaborazione con il Consiglio di Bacino Verona Nord anche perché possiamo mettere a disposizione non solo la professionalità dei nostri 300 dipendenti ma anche tecnologie all’avanguardia che nel corso degli ultimi anni ci hanno permesso di raggiungere ottimi risultati”.

Serit chiude il 2022 con un valore di produzione che si attesta sui 46 milioni di euro ed un bilancio in pareggio nonostante il periodo di congiuntura economica, grazie agli sforzi effettuati dalla società per contenere i costi di esercizio. Nel corso del 2022 presso gli impianti di Serit a Cavaion e Zevio sono state conferite complessivamente 240.000 tonnellate di rifiuti, di cui 43.000 di secco, 29.000 di verde, 37.600 di umido, 9.300 di ingombranti, 25.100 di carta e cartone, 12.650 di inerti, 34.200 di vetro e 30.216 di plastica. Per quanto riguarda quest’ultimo rifiuto, ricordiamo che a Cavaion è presente un impianto di selezione per il materiale raccolto non solo nei Comuni del Consiglio di Bacino Verona Nord, ma anche nella città di Verona e in una quindicina di Comuni del mantovano, che consente la prepulizia della plastica, un passaggio fondamentale nel processo del riciclo. L’introduzione poi della raccolta porta a porta in Lessinia ha permesso di tenere alta la percentuale di raccolta differenziata nei 58 Comuni serviti dal momento che ha raggiunto i massimi livelli nazionali.

“Per quanto riguarda il 2023 la sfida più importante sarà quella di garantire una migliore qualità del lavoro dei nostri dipendenti in quanto il servizio di raccolta porta a porta, nato ancora 25 anni fa, inizia ad incidere sulla loro salute considerato il tipo di lavoro molto pesante” sottolinea il direttore generale di Serit, Maurizio Alfeo”. Precisando che” molti nostri dipendenti sono stati infatti giudicati inabili , così come risulta molto difficile reperire autisti con la patente C. Ecco perché col nuovo anno risulterà indispensabile la collaborazione con le organizzazioni sindacali ma anche con le altre aziende del territorio, perché di questo abbiamo parlato anche con Esacom e Sive, oltre che con i rappresentanti della sanità pubblica, al fine di creare un tavolo per trovare una soluzione a questo tipo di problematica. E’ innegabile che il servizio di raccolta porta a porta abbia portato molti vantaggi, ma occorre che i lavoratori possano lavorare in maniera sicura e senza stress, garantendo comunque lo svolgimento del servizio”.

Per Carlo Gambino, componente del CdA di Serit: “Siamo consapevoli della nostra responsabilità versi i Comuni serviti e , nonostante i notevoli costi di gestione, basti pensare al solo aumento del costo del carburante, l’obiettivo è sempre quello di fornire un servizio sempre migliore. Ecco perché per il 2023 contiamo di avere sempre di più cura del territorio oltre alla fiducia delle amministrazioni, che per noi è molto importante”.

 

 

 

“Sul Corretto uso dei Termini Economici” di Ezra Pound

“Sul Corretto uso dei Termini Economici” di Ezra Pound

Gianluigi Giovanola (1923 – 2016) “Pound come Confucio” olio su tela, 1955.

Pubblichiamo un saggio di Ezra Pound uscito sulla rivista  ‘Fascist Quarterly’ 1936-1940. Nonostante tutti gli anni passati, resta assai attuale.

 

Dubitate della natura della cosiddetta economia ortodossa, ossia che vada considerata come una sincera inchiesta, oppure come un criminale e fuorviante falso, tutto ciò può essere detto obsoleto da almeno 50 anni. Oggi i seguaci dell’ortodossia possono essere ingenui, o ciechi, oppure essere degli arrivisti in cattiva fede.

Chiunque indaghi seriamente una materia non può impiegare 15 anni a diventare cosciente di fenomeni visibili e comuni.

Affermare che l’economia non è una scienza è puro disfattismo, e può solo causare confusione. Alla metà dello scorso secolo l’aeronautica e la radio non potevano ancora essere chiamate scienze (anche se un certo Loomis alla fine del 1864 è riuscito a trasmettere segnali elettrici da una barca ad un’altra senza l’uso di cavi).

Quello che gli uomini seri possono fare oggi è distinguere tra quella parte di economia che è scienza (campo della conoscenza – episteme) e quella parte che è techne o il campo delle abilità (troppo spesso di furfanteria).

Si potrebbe affermare che l’arte di pilotare una nave non sia una vera scienza: eppure la scienza della navigazione esiste e si sta perfezionando: dal semplice compasso nautico al giroscopio.

Sembra abbastanza naturale che la confusione abbondi nei documenti economici, quando uno considera che lo studio dell’economia è stato fatto concretamente da empiristi, ovvero da uomini che sono carenti di una preparazione terminologica seria. Ad esempio, si considerino gli scrittori seri ed onesti del mondo anglosassone che hanno costruito una viva scienza economica.

Soddy, Premio Nobel della fisica; Douglas, ingegnere, capo della Westinghouse in India; Larranaga, ingegnere stradale; Orage, giornalista convertito da Douglas; Kitson, inventore della lampada Kitson; Gesell, uomo d’affari ecc. Tutti uomini pratici! Affermare che abbiano scoperto la Luna non significherebbe nulla, ma hanno invece riscoperto la vera Luna, mentre i professori continuano il loro gioco infantile con una Luna finta; illusionisti, abili ad ingannare il pubblico solo da dentro le loro aule.

Per dare un’idea della mentalità dei fondatori della cosiddetta economia ortodossa lasciateci, ad esempio, fare una citazione di Ricardo (senza menzionare il fatto, ovviamente, che ha riconosciuto il valore delle banconote): “Non vi è bene che non sia soggetto al richiedere più o meno lavoro per la sua produzione”. Sembrerebbe che David Ricardo non sia mai stato in un pollaio, e che l’uovo sia stato escluso dal suo sistema economico. Semplicemente in quanto misura del valore nutritivo (valore vitale) l’uovo ha preceduto l’indice di prezzo. Dall’osservazione diretta dei fenomeni naturali l’uomo medio ricade meno in errore rispetto all’avere la testa piena di logaritmi e mitologia bancaria.

E non sto scherzando! Il valore dell’uovo cresce e diminuisce a seconda della fame e della sazietà.

Aristotele ci ha lasciato in eredità un mondo di significati complessi e oscuri: Xpeia, utilità, desiderabilità, che Rackham, ovviamente da Cambridge, traduce in domanda. L’esegeta non ci illumina. Aristotele aveva ragione, ma intendeva dire che il valore di un’unità monetaria “è tanto quanto ciò che puoi comprare con essa”. Assolutamente vero, ma non si può definire terminologia scientifica.

Lo studente può recarsi in biblioteca e consultare 500 presunte trattazioni sull’economia, senza trovarne nemmeno una che inizi con una tabella Euclidea di definizioni dei termini più comuni, basici e necessari per la discussione di questioni economiche.

Iniziamo, ad esempio, con il termine Denaro. Aristotele lo definisce male, o meglio non lo definisce affatto, ma ne parla senza veramente definirlo. E l’uomo è rimasto per 20 secoli in stato di semi-oscurità.

Dovrei cercare di dare alcune definizioni, anche se conscio del fatto che non possono essere un granché utili finché qualche accademia o congresso, o meglio, un gruppo di specialisti seri e autorevoli, non riconoscano la validità di questo lavoro lessicografico.

Oro non coniato non è denaro; lo scambio di oro monetario, piuttosto che di altri beni, è in fondo una sorta di baratto: il baratto di una certa quantità di beni o di un certo peso di merce, in cambio di metallo che è stato pesato e misurato in precedenza.

La qualità essenziale del denaro è che si misura e può essere usato come misura. Persino nel baratto, un disco di metallo prezioso in cambio di beni, è la stampa dello Stato che ne determina il suo essere denaro. Un governo che ha detto, “non possiamo costruire strade perché non abbiamo soldi” sarebbe tanto ridicolo quanto un governo che affermi, “non possiamo costruire strade perché non abbiamo chilometri”.

Lasciateci provare a definire cosa sia il denaro: “Il denaro è un credito misurato”. Il denaro è un titolo o un credito misurato. “Il denaro è un credito generico”.

Il denaro è un titolo che non è specifico (come un biglietto del treno, un assegno, un biglietto per il vaporetto che consente il diritto al trasporto, al cibo e alla cabina). È, dunque, generico. Il denaro, inoltre, è scambiabile, ovvero, può essere trasferito da una persona ad un’altra senza formalità. Non implica un interesse come invece lo fa un obbligazione di stato, un’obbligazione ferroviaria o di qualsiasi “società anonima”.

Lasciateci ora prendere in considerazione il termine Credito. Viene detto che un uomo ha credito quando si crede che sarà in grado di pagare in contanti e quando si suppone che non cercherà di evadere o di posticipare il pagamento. “Il debito” non è esattamente l’opposto del “credito”. Infatti il credito è spesso la possibilità di creare debito, e non significa sempre necessariamente l’opposto di un debito già fatto. Siamo, quindi, di fronte ad un termine ambiguo.

Infine, lasciateci considerare il termine “inflazione”. Tra le mezze verità delle pretese ortodosse alcune sono basate su fenomeni naturali e ripetuti. La cosiddetta inflazione deve essere innanzitutto distinta dalla vera inflazione, che ha luogo quando il denaro è emesso “in corrispondenza” ai beni o ai servizi che nessuno vuole o in eccesso rispetto alla quantità desiderata. Il denaro non ha valore quando è emesso “contro” (ovvero in pseudo-corrispondenza di) i beni o i servizi non disponibili o reperibili. Ad esempio, emettere denaro contro una granata esplosa nel 1917 sarebbe inflazione, e il denaro in sé non avrebbe alcun valore, dato che nessuno vuole la granata, e nessuno può reperirla.

Una breve lista di definizioni valide permetterebbe all’uomo medio di sfuggire agli inganni e all’assoluta perfidia dannabile e marcia dei grandi usurai e monopolisti.

Infatti, con una definizione, o meglio con una concezione seria e giusta del denaro, Soddy, dopo aver pubblicato una quantità di libri oscuri (oscuri, ovvero, per il lettore, anche se estremamente profondi e cari al Professor Soddy) scrive Tomorrow’s Money “così come è impensabile che i privati debbano avere il potere di imporre tasse, allo stesso modo è assurdo che le banche, nonostante tutte le garanzie costituzionali contro di esse, dovrebbero, attraverso un mero trucco, usurpare la funzione del Parlamento e, senza autorità alcuna, imporre tasse sulla ricchezza della comunità”.

Lasciateci distinguere tra la situazione italiana oggi e la situazione dei paesi anglo-sassoni. Lasciateci distinguere tra i paesi dove l’abbondanza di ricchezza produce crisi, e i paesi nei quali c’è una seria mancanza di determinati materiali; lasciateci tornare indietro per delineare la storia della “nuova economia”, la quale include molto degli antichi saperi e conoscenze.

Ci sono quattro correnti attive nel pensiero economico di oggi:

(1) Douglasismo;

(2) Gesellismo;

(3) Economia canonica che ha avuto origine grazie a Sant’Ambrogio e si è evoluta grazie a San Antonino;

(4) Economia corporativa con la sua politica di miglioramento (bonifica, ecc.), la battaglia del grano, i risparmi, gli assegni familiari, i buoni pasto, assegni lavorativi, controllo statale, accumulo, ecc.

L’economia delle definizioni che dovremmo avviare deve considerare alcuni fatti oscurati dalla cosiddetta ortodossia. I beni sono di durata disuguale, sedie, formaggio: i lavori di Fidia, Prassitele o Botticelli hanno durate diverse. L’uomo primitivo utilizzava uno strumento mentre l’uomo moderno ne usa una dozzina, per fare la stessa cosa.

Dobbiamo, mi sembra, stilare una lista degli uomini seri che oggi collaborano alla scienza dell’economia, anche se sono empiristi, anche se hanno fatto una sola scoperta durante la loro attività, e non sono in procinto di coordinarsi con la storia, e con le idee giuste e valide di altre scuole, o di altri tempi, o altre religioni economiche.

Lasciateci riconoscere, per una volta, che osservata più e più volte l’energia a vapore fa aumentare il valore del bollitore. Questo è di valore, anche se l’inventore non ha pubblicato un enciclopedia o una voluminosa trattazione sulla fisica.

Lasciateci riconoscere che C. H. Douglas da solo ha scoperto l’inutilità del potere d’acquisto distribuito dal (e all’interno) sistema industriale. La sua fabbrica distribuiva potere d’acquisto più lentamente di quanto creava i “prezzi”, ovvero, i beni che lanciava sul mercato. Di conseguenza veniva creata una quantità di prezzi al mese più ampia del potere d’acquisto che era distribuito.

Il delinquente, l’imbecille, e il monopolista, che vivono sulla fame degli altri, vorrebbero misurare l’uomo in base al suo cappotto. Douglas ha visto, invece, la possibilità di emettere potere d’acquisto corrispondente alla quantità di beni disponibili e desiderati dalle persone. In ciò vi era qualcosa di nuovo e di molto onesto.

David Hume aveva già osservato che la prosperità non dipendeva dalla quantità di denaro posseduta da ogni Nazione, ma dal fatto che questa quantità potesse aumentare. Lasciateci specificare che l’aumento deve essere lento e costante.

Tra gli scrittori utili lasciateci nominare MacNair Wilson, che ha insegnato al suo pubblico a riconoscere che le banche non prestano denaro, ma solo promesse di pagamento. (The Promise to Pay). Gesell, partendo dal punto di vista del libero scambio, ha rievocato i bratteati dei vescovi medievali. Con la sua diminuzione dei diritti (le stampe, che devono essere attaccate alla nota ogni mese per mantenere il suo valore dichiarato), lui intendeva stimolare la velocità di circolazione, e Mayor Unterguggenberger a Wörgl hanno dimostrato l’efficienza di questo sistema.

Gesell ha distrutto la parte morta di Marx con la sua frase lapidaria: “Marx non ha mai discusso di denaro”. Ovvero, Marx non si è mai interessato della natura del denaro, e non l’ha nemmeno analizzato.

I vantaggi del sistema di Gesell sono per lo meno i seguenti:

Nei paesi pseudo-democratici può rendere libera la nazione; ovvero, il governo e il popolo (compresi i produttori, che siano datori di lavoro o dipendenti) possono rendersi liberi dal potere delle banche e degli usurai. Eppure nessun gesellita purosangue ha mai considerato di tassare il denaro, dal punto di vista dello Stato – e da quello corporativo.

Con un timbro proporzionale all’uno per cento del valore della nota aggiunta mensilmente, una circolazione di 8 miliardi e 300 milioni darebbe allo stato un’entrata di un miliardo all’anno, senza praticamente alcuna spesa per la riscossione, che sarebbe automaticamente e quasi interamente libera da burocratizzazioni o interferenze.

Invece di accumulare debito (debito astronomico) con le obbligazioni nazionali, come ha fatto Roosevelt, ogni debito nazionale, ogni titolo alla ricchezza dello Stato, invece di duplicare verrebbe cancellato nel giro di 100 mesi. (Gli inglesi stanno ancora pagando le tasse per la battaglia di Waterloo).

Le obbligazioni del Tesoro potrebbero continuare ad essere detenute da privati, come modalità di risparmio per coloro che desiderano provvedere alla loro vecchiaia o alle loro famiglie, ma verrebbero considerate un dividendo dello Stato per una degna classe di cittadini, e non come una necessità imprescindibile di un governo che vuole utilizzare il suo credito.

Insisto: lo Stato non deve pagare il “noleggio” per il suo credito; ovvero, non deve prendere in prestito dai grandi usurai professionisti, come si è fatto in quasi tutti i paesi, grazie all’ignoranza e a pregiudizi preconcetti; ad esempio, nel mio sfortunato paese, in Francia in questo momento vi è una grave crisi morale, in Inghilterra grazie al potere di tradizioni accettate senza conoscenza dei nuovi eventi nel mondo.

La seconda generazione di creditori sociali, dopo gli empiristi e gli inventori, ha prodotto Butchart, che, stimolato da A. R. Orage, ha pubblicato il primo libro di ortologia economica, Money. Con il suo secondo volume, To-morrow’s Money, Butchart ha avuto meno successo; ha, infatti, raccolto sette opinioni diverse di scrittori, ognuno dei quali degno di nota, ma non è riuscito a far leggere ai singoli autori i rispettivi saggi e a correlarli. Il libro è di valore principalmente per la ristampa di alcuni scritti di Douglas e per la pagina di Soddy precedentemente citato in questo articolo.

Tra gli autori popolari, Irving Fisher e Christopher Hollis devono essere nominati. Ma uno si distingue; Fisher è un giornalista (ufficialmente un professore, ma nel cuore un giornalista) che scrive bene. Quaranta pagine del suo Stamp Scrip meritano l’attenzione di ogni uomo serio, così come quella dei professori. Ma Fisher non si impegna a fondo nella battaglia. Forse è ottimista e cerca di persuadere i grandi usurai americani di accontentarsi di mezzo chilo di carne invece di pretendere fino all’ultimo pezzo e grammo di carne umana come fa Shylock.

Christopher Hollis ha scritto un libro di grande valore, The Two Nations, e ha continuato la lotta per il pubblico in diversi libri, nei quali si può dire che abbia un tocco felice; egli è, infatti, tra i pochi economisti che è riuscito a trattare la scienza monetaria e i vari problemi dell’usura in un modo tale che i suoi libri venissero venduti e raggiungessero la terza edizione. Queste fasi appartengono all’istruzione popolare, abbastanza necessaria in paesi dove i cosiddetti governi di “maggioranza” persistono.

Wyndham Lewis definisce il Governo inglese come un fake antique. Anche se è, in primo luogo, un uomo di lettere, un autore satirico, ha recentemente contribuito a un libro di alto valore sociale, destinato ad un pubblico selezionato: Count Your Dead, They Are Alive. (La preparazione di un’altra inutile grande guerra). Non lo cito come facente parte dell’economia, ma per suggerire il ritmo con cui questi problemi stanno penetrando nel lavoro degli attuali scrittori di prima categoria. I quattro migliori poeti americani oggi si interessano dei problemi monetari (non più con il vecchio “rosa” Webbite, Fabian, Mancese o Villardian) come, del resto, facevano anche grandi scrittori come Dante, Shakespeare, Aristotele, Hume, Berkeley, Montesquieu, ecc.

Un’altra corrente di pensiero che è orientata a queste idee appare negli scritti di coloro che hanno rinvigorito le fondamenta della repubblica Nordamericana, ovvero gli scritti di Jefferson, Jackson, Van Buren. Il mio Jefferson and/or Mussolini , i libri di W. L. Woodward, Una Nuova American History, gli articoli di Padre Coughlin e di Buck o più precisamente la miglior parte del libro di Coughlin che è intitolata Money (pp. 211-213).

Sarebbe difficile affermare quali riviste inglesi e americane uno straniero dovrebbe leggere, dato che la vita intellettuale in questi paesi ha le proprie manifestazioni in pubblicazioni effimere che durano solo due o tre anni (o anche meno) e poi cessano improvvisamente di esistere o degenerano in una sorta di burocrazia letteraria o ideologica, assumendo una colorazione protettiva e sfruttando con facilità le idee già prodotte. In ogni caso, dobbiamo sottolineare che i fascisti inglesi un anno fa hanno iniziato la pubblicazione di un periodico socio-economico di grande vitalità: The Fascist Quarterly. Questa è l’unica rivista inglese nella quale ho potuto leggere gli scritti di altri contribuenti, tra i quali vi sono General Fuller, Joyce, Wyndham Lewis, A. K. Chesterton, J. Jenks.

Hugo Fack, che ha il grande merito di aver pubblicato in Texas The Natural Economic Order di Geseli, a sue spese, quando i grandi editori non pensavano che una pubblicazione di quel genere fosse un buon affare, tinge il suo piccolo giornale, The Way Out, di idee rimaste da Scarcity Economics, nonostante la pubblicazione del Loeb’s Chart of Plenty (vedi recensione di Odon Por nella Rivista del Lavoro, Marzo, 1936).

La libertà di parola non esiste tra queste sette di razza liberale. E nemmeno le pubblicazioni dei geselliti o le pubblicazioni ufficiali del douglasismo permettono un’aperta discussione sulle idee economiche. Sembrano essere ipnotizzati e irrigiditi come decadenti uomini molluschi. Litigano fra loro. Douglas pensa che i francobolli sulle tasse di stazionamento costituiscano una tassa oppressiva – inutile e perpetua, anche se più comprensibile della “cancellazione” del credito di Douglas o del suo sconto o di altre misure di cancellazione del credito emesso.

I geselliti sono quasi sadicamente furiosi al pensiero che l’intera razza possa beneficiare del lavoro di coloro che sono ormai morti, e delle scoperte scientifiche. (Il valore deriva dal lavoro ma una grande quantità di lavoro è stata fatta dai nostri predecessori che non hanno mangiato qui per trarre vantaggio dai loro frutti).

Il Fig Tree (di Douglas) non sottolinea il progresso degli uomini non seguaci di Douglas in gaselliti o nel sistema corporativo. The New English Weekly è sorto nel temperamento della periferia inglese, ed è di conseguenza scolorito dalla pallida vita piuttosto che da un’ideologia specifica e definita. New Democracy (New York) è stato utile, ma non esiste più. Coughlin sta presentando un lavoro di istruzione popolare attraverso un settimanale per il grande pubblico, non per gli adepti (Social Justice). Ma nel mese di giugno anno XV, trovo nel suo giornale di notizie che o non è stato stampato altrove o è provvisto solo di alcune righe, nascosto fra le colonne dello scandalo e della mimetizzazione. Dagli editori del giornale Press di un carattere generale spesso ricevo l’invito: Può scrivere qualcosa che non riguardi l’economia?

Bramo l’indulgenza del lettore serio: ho parlato di due cose troppo diverse.

Questo articolo è composto da due parti: nella prima ho praticamente pregato gli economisti di considerare l’urgente bisogno di una terminologia esatta; nella seconda ho brevemente indicato alcuni lavori, frammentari ma sinceri, scelti da un numero di scrittori assortiti, che non sono, ma potrebbero essere, coordinati, se un nucleo venisse fondato da tecnici pronti ad assumersi una responsabilità lessicografica.

Affermo, molto enfaticamente, che senza un’etica adeguatamente solida non ci può essere ragione, e nemmeno economia scientifica. Se si considera il mero dinamismo, senza prendere in considerazione la fine e l’obiettivo di una politica monetaria, si andrebbe incontro al caos. La direzione della volontà è una delle componenti di studio della scienza dell’economia.

Badoglio diceva, “Il nostro oro è la volontà e le armi dei nostri soldati”, è più economista lui di tutti i professori a Londra.

                                                                                        (Trad. Giulia Molinari)

Ezra Pound 

 

Consigliamo questi titoli, da noi pubblicati, che si inseriscono nello stesso solco tracciato da Ezra Pound.

 

7 libri imperdibili su banche, usura e moneta – Gingko Edizioni

 

 

Il vero nemico è il liberismo. Un saggio di economia di J.K. Heydon, ispiratore del film “AVATAR: La Via dell’Acqua”

Il vero nemico è il liberismo. Un saggio di economia di J.K. Heydon, ispiratore del film “AVATAR: La Via dell’Acqua”

 

 

J.K. Heydon  (Sydney, 1884 – Londra, 1947) fu un attivista cattolico, scrittore, industriale ed economista australiano, trapiantato in Inghilterra. Il suo libro del 1935 World D: A Brief Account of the Founding of Helioxenon, Londra 1935, ebbe grande popolarità e può essere visto come l’ispiratore di Waterworld e dell’ultimo Avatar, è una novella distopica che racconta la creazione di un nuovo mondo sotto agli oceani da parte di uno scienziato, dopo la distruzione del mondo emerso.

 

 

Proponiamo qui un suo breve saggio, inedito in Italia, e intitolato Il nemico è il Liberismo (Parte Prima) un testo tratto da “Fascist quarterly” 1936-1940. Volume I. Non uscì mai una seconda parte, perché l’editore della Rivista Sir Oswald Mosley fu imprigionato, senza formulare alcuna accusa nei suoi riguardi, assieme a sua moglie e a molti dei suoi seguaci. Quella fu una vendetta dei suoi ex compagni socialisti, dopo che negli anni trenta li aveva abbandonati. Vennero rilasciati nel 1944, anche per intercessione del loro cugino, Winston Churchill.

 

La Nazione è un’unità naturale, che funziona come un organismo vivente grazie alla virtù dell’amore comune che tiene insieme gli individui che la compongono. Esiste in natura, dato che l’uomo è per natura tanto sociale quanto l’individuo; esiste per il bene comune, e quindi costituisce una vita che in alcuni aspetti trascende le vite degli individui che la compongono in qualsiasi momento particolare.

Dico “per certi aspetti”, perché la verità è sempre bilanciata dagli errori che esagerano un aspetto di essa e ne trascurano un altro. È un errore affermare, insieme ad Hegel, che la Nazione trascende l’individuo in ogni aspetto, così com’è un errore affermare, insieme ai liberali, che la Nazione non è niente di più che una somma aritmetica di individui. La verità giace in mezzo a questi due errori. La nazione è un’unità composta di parti, e perciò è un essere superiore ad esse; perché colui che è composto è un essere superiore a coloro che lo compongono. Ha un principio di composizione, in questo caso l’amore, che attualizza le potenzialità dei suoi componenti, e quindi costituisce un essere superiore. Inoltre, l’essere superiore della nazione è evidente in molti modi. La nazione ha una certa immortalità naturale che invece i suoi individui non hanno; ha una certa quantità di potere di creazione, investito nelle sue unità fondamentali, le famiglie; ha il diritto di togliere la vita ad un individuo per una giusta causa, che nessuno individuo possiede. Quindi è manifesto che la nazione, la comunità perfetta, trascenda gli individui che la compongono.

Ma tutto ciò si applica secondo l’ordine della natura, che è l’ordine nel quale la Nazione esiste. L’uomo, l’individuo, al contrario della Nazione, è un essere soprannaturale. Non ha una fine naturale, strettamente parlando; ha solo una fine soprannaturale, alla quale tutta la sua vita naturale, che sia personale o sociale, è subordinata. Quindi ne consegue che la nazione, che esiste solo nell’ordine naturale, è subordinata all’individuo in rispetto alla sua conclusione. Esiste per natura, precisamente in modo che i suoi individui possano esistere, e possano quindi essere capaci di ottenere la fine soprannaturale per la quale sono venuti al mondo.

Tale questione è di estrema importanza e i Fascisti farebbero bene a tenerlo bene a mente, altrimenti potrebbero compromettere il vero centro della forza della loro causa. L’uso della parola “totalitario” deve essere deprecato, data la sua ambiguità, specialmente se la distinzione che ho appena illustrato non è chiara dall’inizio. Mentre il Comunismo è strettamente totalitario, dato che nega che l’individuo abbia una fine soprannaturale o qualsiasi diritto contro il potere civile, i Fascisti a volte si limitano ad essere accondiscendenti nei confronti della religione, come se potessero semplicemente pretendere un totalitarismo assoluto ma abbandonarlo in modo magnanimo nel caso delle pratiche religiose. Se questo rappresentasse il loro vero atteggiamento, scuoterebbe l’intera forza della loro causa, giustificando l’accusa che il Fascismo non sia così diverso dal Comunismo nella sua essenza. Lasciateci essere chiari come il sole sul fatto che riteniamo l’organismo nazionale come più grande degli individui, solo nell’ordine di natura e alla fine del bene comune, che deve essere capito alla luce del destino soprannaturale degli individui.

Anche mettendo in chiaro questo, l’uso di “totalitarismo” continua ad essere deprecato, perché conduce a un fraintendimento. Suggerisce che lo stato, nel senso di potere civile del governante, può pretendere il diritto di fare cose come rimuovere i bambini dal controllo dei loro genitori, anche se viene considerato che i genitori potrebbero non aver mai fatto nulla per perdere il loro diritto naturale di crescere i propri figli. Nessun diritto di questo tipo può essere preteso dallo stato, certamente, dato che è contro natura distruggere la famiglia, e quindi non può essere fatto per il bene comune. I Fascisti non intendono fare richieste tanto innaturali come questa; ma si denominano totalitaristi a volte per enfasi, intendendo pretendere l’autorità totale per governare per il bene comune. Quest’uso della parola è difendibile, ma è troppo incline al travisamento, e anche ad un innocente fraintendimento. Inoltre, l’enfasi qui intesa è abbastanza inutile. La dottrina stabile del Potere Civile non ha bisogno di alcuna enfasi, dato che colui che governa ha il pieno potere quando si tratta di bene civile per legge naturale. Nessun potere può essere più grande del massimo, e lì è meglio lasciare la questione, salvo considerare che cosa si intende per bene civile.

A tale proposito si deve ricordare che l’organismo nazionale non esiste senza struttura interna. Al contrario, è organico per tutta la sua massa. L’amore, è il suo principio vitale, dall’amore coniugale e parentale della famiglia fino al patriottismo che dà personalità alla nazione tutta; e tra queste manifestazioni limitanti forma concentrazioni intermedie di ogni genere e sorta, politiche, culturali ed economiche, corrispondenti ai bisogni della nazione, o ai bisogni degli individui di diversa portata sociale ma subnazionali. Un uomo può essere allo stesso tempo un marito, un elettore alle politiche nazionali e subnazionali, un dottore, un azionario in diverse imprese, un giocatore di golf, un naturalista, un amante dell’arte e molte altre cose; e in ogni capacità, alcune di esse di importanza nazionale e altre no, egli si ritrova unito ad altri individui tramite il legame dell’amore comune.

Alcune delle concentrazioni organiche all’interno della nazione sono di così vitale importanza che possiamo solamente collegarle agli organi maggiori di un essere umano, mentre le altre sono più ornamentali. Perciò, colui che governa è ovviamente il capo della nazione, l’Agricoltura e l’Industria sono le sue mani, e i Trasporti sono il suo sangue rosso; la Pubblicità è l’orecchio nazionale, e l’Esercito è la pelle protettiva; la Polizia è forse i fagociti, e così via. L’Accademia Reale, dall’altro lato, è una fossetta attraente, desiderabile e volta agli obiettivi di salute e felicità, ma di minore urgenza.

Tale essere la vita dell’organismo nazionale, ne consegue che la libertà consiste, per ogni individuo, nell’avere l’opportunità di realizzare un bilancio armonioso tra tutti gli aspetti della vita che sono opportuni per lui in vista della sua natura generale e particolare, che questi aspetti siano individuali o sociali, importanti o meno. E ciò che conta di più è che l’opportunità in questo senso deve essere intesa in senso positivo, dato che l’amore è il principio della vita sociale. L’opportunità non è un mero lasciar fare per effettuare un aggiustamento che potrebbe essere un impossibilità pratica, ma la comunità deve fornire ogni servizio ed incoraggiamento ad un uomo per realizzare un’armonia di tutti gli aspetti della sua vita, cosicché nulla tranne la sua mancanza d’amore possa impedirglielo.

Opportunità, nell’altro senso di mera assenza di prevenzione attiva, potrebbe forse essere chiamata libertà, ma è lungi dall’essere libertà. Ad esempio, la morale garantisce vari criteri attraverso cui possiamo stimare, almeno approssimativamente, qual è il salario giusto di un lavoratore in tali circostanze. Questo salario non può, per nessuna ragione, essere inferiore al salario che sosterrebbe l’uomo e la sua famiglia in uno stato di benessere frugale, è dovrà essere maggiore di questo se la ricchezza prodotta, in parte dal lavoro stesso dell’uomo, è più che sufficiente per garantire una misera ricompensa a tutti gli agenti umani coinvolti nella produzione di tale ricchezza. Ma la teoria liberale ignora il giusto salario morale e considera la manodopera come un bene che deve essere comprato al prezzo più economico possibile sul mercato del lavoro; crede che un salario naturale sarà il risultato di una libera interazione di fornitura e domanda di manodopera; e questa è la teoria dei salari che è insita nell’intera organizzazione liberale dell’Inghilterra odierna, anche se l’assoluto laissez faire è stato contenuto dalla legislazione sociale. In tali circostanze non sarebbe così senza senso affermare che il lavoratore è libero di rifiutare il salario ai livelli di mercato e di richiedere un salario giusto, che il datore di lavoro è libero di pagare il giusto salario e di ignorare il salario ai livelli di di mercato. Gli economisti definiscono il contratto salariale come un contratto libero, e questo potrebbe essere significativo, così come è significativo dire che sono libero di salire fin sopra la luna. Il lavoratore è libero di accettare un salario ingiusto o di entrare a far parte dei disoccupati; nel nostro libero paese non è un offesa punibile essere disoccupato. E quindi il datore di lavoro è libero di pagare un salario ingiusto o di soccombere alla libera competizione dei suoi rivali e cessare di esercitare la sua funzione sociale di datore di lavoro. Ma né il lavoratore né il datore di lavoro possono richiedere o fornire giustizia e continuare a lungo a esercitare la propria funzione sociale. Quindi nessuno dei due gode di libertà. La libertà implica come minimo indispensabile che la giustizia possa essere compiuta nell’esercizio delle funzioni sociali, dato che la giustizia viene prima dell’amore. Se l’amore è il principio vitale dell’organismo sociale e non può mostrarsi nella sua pura giustizia sociale, allora, chiaramente, l’organismo sociale deve essere malato e la libertà compromessa. La libertà è la salute sociale, un ambiente sociale nel quale l’individuo ha ogni strumento e incoraggiamento per realizzare un’armonia di tutti gli aspetti della sua vita.

Questa è la vera teoria della libertà e lasciateci confrontarla con la falsa teoria liberale, a fronte della agonia mortale contro cui la civiltà Anglo-Sassone continua coraggiosamente e pietosamente a cercare di prosperare. Al suo meglio la teoria liberale non identifica la libertà con il lasseiz faire; questa identificazione era uno sviluppo naturale da una teoria che era originariamente meno falsa. Al suo meglio e in modo più presentabile, la teoria liberale considera la libertà come un equilibrio tra la libertà personale di azione e gli obblighi derivanti da un contratto sociale nel quale i cittadini si considerano parte fra di loro per la ricerca del buon ordine, i termini di tale contratto devono essere accertati facendo riferimento all’opinione pubblica, dato che la voce del popolo è la voce di Dio. L’interesse personale dell’individuo è l’unica forza riconosciuta come operante, vale a dire, l’interesse personale ordinario quando la libertà personale è stata considerata, e un tipo illuminato di interesse personale quando le restrizioni necessarie della libertà personale sono state considerate. L’amore non entra nel caso, perché tutto il sacrificio di libertà personale che sia necessario alla ricerca dell’ordine è considerato come sufficientemente rappresentato da un illuminato interesse personale.

Ora, questa teoria potrebbe funzionare molto bene se gli uomini fossero perfetti. Sarebbe artificiale e semplicemente falsa nella sua formulazione, ma non vedo alcuna ragione per cui non dovrebbe dare gli stessi risultati della vera teoria; perché l’interesse personale, nella sua perfezione, ha la stessa fine dell’amore, ovvero la scelta del bene più prezioso.

Ma noi non siamo perfetti. Siamo essenzialmente buoni e amanti della verità, ma non perfetti; siamo decisamente deformati nei confronti dell’interesse personale del tipo chiamato egoismo, che è il contrario dell’amore. La deformazione non è abbastanza da renderci altro che buoni e belli per natura, ma è una macchia distinta e innegabile. Nessuno nega e può negare la sua esistenza, che egli aderisca alla dottrina cristiana della disfatta o ci consideri come nel punto dell’evoluzione tra le scimmie e il superuomo.

Ciò detto, vi aspetterete che la teoria liberista si allontani dal lavoro perfetto tanto quando, ma non di più, il genere umano si allontana dall’illuminazione perfetta nella sua considerazione dell’interesse personale; e potrete chiedere quale migliore ipotesi di lavoro ci possiamo aspettare o possiamo sperare per un mondo imperfetto. È molto bello parlare dell’amore come del principio vitale della società; ma dato che il lavoro della teoria dell’amore sarà influenzato dalla nostra tendenza all’egoismo tanto quanto la teoria dell’interesse personale illuminato, cosa ci guadagno dalla sostituzione di una teoria con l’altra?

Tale ragionamento potrebbe sembrare sospetto, ma sarebbe falso, dato che la teoria dell’amore è vera mentre la teoria dell’interesse personale illuminato non lo è, cosa guadagno se la falsa teoria funziona meglio di una teoria semplicemente falsa, perché l’amore rimane ad aiutarla a uscire; e ammetto che la vera teoria non funzionerà così bene come previsto, perché l’amore è contaminato dall’egoismo. Ma a parte tutto ciò, è ancora vero che la teoria liberale è una teoria falsa, e una falsa teoria negli affari umani, dato che siamo imperfetti, conduce alla rovina a lungo andare. Dev’essere così, da principi astratti.

Ma non ho bisogno di basarmi su ragionamenti astratti. La teoria liberista è rimasta con noi abbastanza a lungo da permetterci di osservare il rovinoso processo ancora in corso. Quando venne formulata per la prima volta, forse l’imperfezione della sua operazione non era molto maggiore dell’imperfezione del genere umano. Infatti, non aveva nessuna operazione considerevole; fu solo quando la teoria trovò espressione nella dottrina economica, e nell’azione politica basata su di essa, che la sua operazione diventò l’organizzazione liberale della società che ora ci ha stretti inevitabilmente nella sua morsa.

L’espressione dell’ipotesi puramente teorica in economia, e nella politica basata su di essa, era una questione di ragionamento; e quel ragionamento fu l’inizio del processo degenerativo. Finché il cuore era libero di sovrascrivere la falsa teoria, non vi potevano essere risultati peggiori delle bassezze del genere umano; ma ragionare su una falsa teoria può portare ad una bassezza senza limiti. All’inizio, forse, l’equilibrio presupposto tra libertà personale d’azione e i sacrifici per la ricerca dell’ordine erano un po’ inclinati verso il lato della libertà personale; ma mentre gli uomini si abituavano a quel falso equilibrio e iniziavano a ragionare sulla questione, la loro porzione di egoismo trovava facilmente scuse per sbilanciare l’equilibrio in favore della libertà personale. E quindi il processo andò avanti, finché non si è arrivato al puro laissez faire , che è stato solennemente annunciato come il punto più alto della conoscenza economica e politica.

A quel tempo eravamo schiavi della falsa teoria, almeno nella nostra capacità in qualità di individui. Era inutile per un uomo avere un buon cuore; la competizione senza limiti era all’ordine del giorno ed era protetta dalle leggi della terra e dall’intera organizzazione della società; un uomo di buon cuore poteva solo sospirare e dirsi che gli affari erano affari, che la legge dell’economia era la legge inesorabile della giungla – mangiare o essere mangiati.

Ma la natura umana è rimasta buona e bella, e i risultati del laissez faire sono stati scioccanti. L’individuo non poteva fare nulla per cambiarli, ma la comunità come un tutt’uno poteva contenere la legge della giungla; e perciò avvenne che gli uomini si rivolsero verso l’azione politica, dalla quale in precedenza avevano preteso che venisse lasciata in pace l’industria, chiamandola ad intervenire sempre di più attraverso la legislazione sociale.

 

(Trad. di Giulia Molinari)

 

Un nostro testo che raccoglie le voci di Australiani in lotta contro il liberismo e l’Usura

Usurai, Vil Razza Dannata! – Gingko Edizioni

 

 

 

 

 

RIFIUTILITY, UNA APP PER MIGLIORARE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA

RIFIUTILITY, UNA APP PER MIGLIORARE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Vincere la sfida per la tutela dell’ambiente dipenderà dalla capacità di coinvolgere
amministrazioni, categorie produttive e cittadini. Questa è la motivazione che ha portato
Consiglio di Bacino Verona Nord e Consorzio di Bacino Verona Due del Quadrilatero, con
il supporto di Serit.

Thomas Pandian, Massimo Mariotti, Giorgia Speri, Gianluigi Mazza.

Nonostante la raccolta differenziata, nei 58 Comuni del Consiglio di Bacino Verona Nord si attesti all’80% molto può essere ancora fatto per rendere più accessibile la cultura della sostenibilità ambientale, come ha spiegato il direttore generale del Consorzio Verona Due, Thomas Pandian «Semplificare. Velocizzare. Offrire soluzioni alternative. Abbiamo bisogno di raggiungere le famiglie nel momento in cui si compie la scelta di differenziazione dei rifiuti: rifiUtility, oltre al calendario di raccolta e al dizionario dei rifiuti, proporrà grazie alla tecnologia QR code, contenuti extra per adulti e bambini che ci aiuteranno a migliorare ancora la qualità della raccolta differenziata!». L’app ‘rifiUtility’, sviluppata in collaborazione con la 24 Consulting, offre soluzione immediata ai dubbi in tema di raccolta differenziata, allo scopo di ridurre gli errori commessi a causa della fretta e dei frequenti cambiamenti introdotti nella modalità di conferimento che possono pregiudicare la qualità della raccolta.

I vantaggi di avvicinare il servizio al cittadino, rendendolo a portata di smartphone, sono innumerevoli «In base a come li trattiamo, i rifiuti possono rappresentare solo un problema oppure trasformarsi in una risorsa — ha proseguito Giorgia Speri, Presidente del Consorzio di Bacino Verona Due del
Quadrilatero —. Se da una parte investiamo in educazione ambientale e informazione, dall’altra dobbiamo motivare il cittadino con una gestione della differenziata sempre più semplice». L’attenzione al servizio è garantita da una facile interrogazione delle informazioni utili: l’accesso al calendario di raccolta porta a porta, l’impostazione di alert per i ritiri, un dizionario completo dei rifiuti, localizzazione e orari dei centri di raccolta, oltre a contenuti aggiornati in tempo reale per ogni Comune o per specifiche esigenze di informazione. Quest’ultimo aspetto, quello della personalizzazione della comunicazione all’utente finale è un investimento sul futuro come ha sottolineato il Presidente del Consiglio di Bacino Verona Nord, Gianluigi Mazzi «La gestione dei rifiuti ci riguarda da vicino, come amministratori, imprenditori, cittadini, genitori. I nostri cittadini sono diventati davvero bravi, e lo dimostrano le % di raccolta differenziata raggiunte, ma poterli raggiungere con informazioni puntuali, come cosa vada o non vada nella raccolta della plastica, oppure con iniziative che premiano i comportamenti virtuosi o che coinvolgono specifiche categorie produttive, ci aiuterà a migliorare ancora». Uno strumento flessibile, indispensabile per adeguare la comunicazione ad un territorio con esigenze diversificate che spazia dal Lago di Garda alla Lessinia, dall’Est Veronese alla
Valpolicella.

L’app agevola anche il compito di Serit, società che effettua la raccolta differenziata con i suoi 300 dipendenti, con un conseguente miglioramento del servizio per i cittadini. Attraverso l’app è possibile richiedere il ritiro dei rifiuti ingombranti e segnalare la presenza di rifiuti abbandonati – ha concluso Massimo Mariotti, Presidente di Serit –, segnalando eventuali criticità o avanzando richieste sui servizi».

L’app ‘rifiUtility’ è disponibile, gratuitamente, su App Store al link
https://apps.apple.com/it/app/rifiutility/id791128889 e su Google Play al link
https://play.google.com/store/apps/details?id=it.consorziovr2.rifiutility&hl=it&gl=IT.

Gli USA hanno trovato il Santo Graal? Lo sapremo domani…

Gli USA hanno trovato il Santo Graal? Lo sapremo domani…

 

Se fosse vero, fra qualche anno le vecchie centrali atomiche verrebbero spente, il petrolio, il Gas e il carbone verrebbero usati solo per le loro applicazioni chimiche, non più per riscaldare e bruciare.

Si tratterebbe di una svolta epocale per l’umanità.

 

(ANSA) – Il dipartimento statunitense dell’Energia annuncerà domani, in una conferenza stampa, che gli scienziati sono stati in grado, per la prima volta nella storia, di produrre una reazione di fusione nucleare che genera più energia di quella necessaria per innescarla.

Lo scrive il Washington Post parlando di “una pietra miliare nella decennale e costosa ricerca per sviluppare una tecnologia che fornisca energia illimitata, pulita ed economica”. Per il quotidiano Usa, si tratta del “Santo Graal” dell’energia senza emissioni di carbonio che gli scienziati hanno inseguito sin dagli anni ’50.

La scoperta sarebbe avvenuta presso la National Ignition Facility ospitata nei Lawrence Livermore National Laboratory, in California. Alcuni ricercatori, interpellati dal Washington Post hanno confermato le anticipazioni ma dietro anonimato. Lo scopo della ricerca sulla fusione è replicare la reazione nucleare attraverso la quale si crea l’energia sul Sole. Finora gli esperimenti avevano deluso le aspettative degli studiosi, che erano sì riusciti a innescare la fusione, ma impiegando, per ottenerla, molta più energia di quanto poi ne rilasciasse la reazione stessa.

 

 

 

Giulio Tremonti presenta a Verona il suo ultimo libro sulle piaghe della Globalizzazione. Ma non risponde alle domande più insidiose.

Giulio Tremonti presenta a Verona il suo ultimo libro sulle piaghe della Globalizzazione. Ma non risponde alle domande più insidiose.

 

Ieri, 28 novembre, Giulio Tremonti, classe 1947, laureato in Giurisprudenza e attualmente Presidente della III Commissione (Affari Esteri e Comunitari)  e membro della VI commissione (Finanze) ha presentato all’Accademia dell’Agricoltura di Verona, in Via Leoncino 6, il suo ultimo libro. Questo è dedicato a un tema che da vari anni gli è assai caro. Quello dei problemi creati dalla Globalizzazione dei mercati e dalla deriva neoliberista presa dall’Occidente.

Le piaghe che si sono abbattute sull’Egitto, secondo la Bibbia, erano dieci. Le piaghe che si stanno abbattendo sul mondo in cui viviamo sono almeno sette: il disastro ambientale, lo svuotamento della democrazia sversata nella repubblica internazionale del denaro, la società in decomposizione, la spinta verso il transumano, l’apparizione dei giganti della rete, la pandemia, la guerra alle porte d’Europa e la crisi nell’approvvigionamento di risorse, dal gas al grano.

Ma è un numero destinato a salire: inflazione e recessione, crisi finanziarie, carestie, migrazioni, altre guerre. Tutti anelli sconnessi di una stessa catena, perché non siamo alla «fine della storia» ma alla fine della globalizzazione. Un esito che evidenzia la crisi di trent’anni del modello globalista cui l’Occidente ha aderito acriticamente.

Il nuovo libro di Giulio Tremonti è una riflessione sulla deriva delle società occidentali ma anche un appello per evitare il disastro finale attingendo al vecchio «arsenale della democrazia e della nostra Costituzione».

«Oggi il rischio è che la divisione prevalga sull’unione, e bisogna mettere a punto una cura che freni il dominio assoluto del mercato, l’altro è recuperare le risorse e i valori di fondo della nostra comunità».

Alla sua presentazione è seguita una serie di domande sulla manovra in via di approvazione in Parlamento, ma invece che rispondere con chiarezza, il parlamentare ex socialista, ex berlusconiano e ora approdato a Fratelli d’Italia, si è trincerato dietro al più stretto riserbo. Alzo la mano e gli chiedo di indicarci quale sia la differenza fra l’Aspen Institute (di cui Tremonti è il presidente della sezione Italia) e il Gruppo Bildenberg. Ma deve aver preso la mia domanda come una provocazione, e mi ha risposto consigliandomi di guardare in google, dove troverò tutto...

In realtà io sono un suo ammiratore, o meglio lo ero, a questo punto…

Quando nomino i meriti di Tremonti vengo contraddetto, appunto, con il fatto che egli sia un membro d’una associazione di ricchi turboglobalisti, come l’Aspen Institute e dunque non può essere un sincero antiglobalista. Peccato, avrebbe potuto con un paio di chiarimenti spiegare i limiti della sua presidenza e, chissà, annunciare le sue dimissioni da quel gruppo.

 

 

Angelo Paratico

Per risolvere il problema degli immigrati illegali l’Europa dovrebbe copiare l’Australia

Per risolvere il problema degli immigrati illegali l’Europa dovrebbe copiare l’Australia

Isola di Nauru

Il problema dei migranti illegali, che non vanno confusi con coloro che cercano asilo politico, si sta facendo sempre più grave e senza una buona dose di realismo non potrà mai essere risolto positivamente. Senza un argine a questo fenomeno, l’Italia, la Grecia e la Spagna, per prime, verranno spinte verso una forte instabilità sociale, che si trasferirà poi alle altre nazioni più protette, come la Francia, la Germania, il Belgio e la Gran Bretagna. Ricordiamo che Hong Kong, prima del 1997, si trovò nei guai con l’arrivo dei “boat people” provenienti per la gran parte dal Vietnam, impoverito dall’ascesa al potere dei comunisti vietnamiti. Il governo coloniale britannico, respingendo molte feroci critiche,  rispose con la creazione di campi chiusi, nei quali venivano “temporaneamente” rinchiusi i migranti e poi esaminava le loro credenziali. Non permisero mai a nessuno di uscire dai campi e mischiarsi con la popolazione hongkonghese. Questo tamponò gli sbarchi e successivamente, grazie a garanzie date dal Vietnam che non avrebbe perseguitato quei suoi cittadini, cominciarono a rimpatriarli, finché i campi non furono chiusi.

Un esempio simile lo sta seguendo l’Australia, che impedisce l’arrivo di migranti economici provenienti dall’Indonesia e dalla Malesia, chiudendoli in centri di detenzioni al di fuori del proprio territorio nazionale.

La notizia della fine del 2021 è che l’Australia smetterà di trattare i richiedenti asilo nei centri di detenzione offshore in Papua Nuova Guinea, criticati dai gruppi per i diritti umani, ma continuerà a trattenerli sulla minuscola ‘isola di Nauru. Il piano è stato subito criticato dai gruppi per i diritti umani, che hanno detto che ha semplicemente spostato quello che alcuni hanno definito un sistema “crudele” da una nazione insulare a un’altra.

“Chiunque tenti di entrare illegalmente in Australia con un’imbarcazione sarà rimpatriato o mandato a Nauru”, ha ribadito il portavoce del governo australiano, in un comunicato congiunto con la Papua Nuova Guinea. Chi già si trova in Papua Nuova Guinea, in attesa di essere esaminato, potrebbe “trasferirsi volontariamente a Nauru” entro la fine dell’anno. Se sceglieranno di rimanere in Papua Nuova Guinea, avranno “accesso alla cittadinanza, al sostegno a lungo termine, a pacchetti di insediamento e al ricongiungimento familiare”.

Più di 3.000 richiedenti asilo sono stati detenuti in Papua Nuova Guinea, dopo che il governo australiano ha istituito questa politica nel 2013, che ha impedito il reinsediamento di coloro che cercano di entrare nel Paese via mare. Di coloro che sono stati trattati nei centri, circa 1.200 sono stati trasferiti temporaneamente in Australia, alcuni per ragioni mediche; oltre 900 sono stati rimandati nei loro Paesi d’origine e circa 1.000 sono stati inviati in altri Paesi. I gruppi per i diritti umani hanno definito la vecchia politica australiana di trattenere i migranti in mare aperto una violazione delle leggi sui diritti internazionali. Le Nazioni Unite hanno esortato l’Australia a reinsediare i migranti ospitati su entrambe le isole, a seguito di segnalazioni di autolesionismo e tentativi di suicidio da parte dei residenti dei centri. La politica del governo australiano “ha privato migliaia di bambini, donne e uomini di otto anni della loro vita”, ha dichiarato in un comunicato David Burke, direttore legale dello Human Rights Law Center.

Dal 2014, 13 persone sono morte dopo essere state trattenute nei centri di detenzione australiani in Papua Nuova Guinea e Nauru, alcune per suicidio. Dopo che medici e sostenitori dei migranti hanno espresso preoccupazione per una crisi di salute mentale, tra le segnalazioni di bambini autolesionisti a Nauru, nel 2019 il governo ha dichiarato di aver interrotto la detenzione dei minori.

L’isola di Nauru, con una popolazione di 10.000 abitanti e una superficie di 21 chilometri quadrati, detiene il primato di repubblica più piccola al mondo e si caratterizza, sul piano istituzionale e territoriale, per l’assenza di una capitale. Yaren, la città che ospita la sede del governo e il centro amministrativo del paese, è tuttavia indicata come capitale politica della Repubblica di Nauru. Ottenuta l’indipendenza nel 1968 dall’Australia – amministratrice fiduciaria delle Nazioni Unite – Nauru ha assunto una forma di governo presidenziale e una struttura parlamentare unicamerale, costituita da 18 membri eletti ogni tre anni.

Come si potrà notare i numeri dei migranti che vorrebbero sbarcare in Australia è assai contenuto, ma il governo australiano sa bene che, cedendo anche una volta e anche di poco, attirerebbero un grande influsso che potrebbero non riuscire più a gestire. Per questo motivo non si fanno intimidire dalle parole dei vari rappresentanti di sedicenti associazioni umanitarie (come se i residenti non siano degni di rappresentanza umanitaria) invariabilmente legate a centri di propaganda globalista, che vorrebbero vederli alzare bandiera bianca e poi lasciarsi invadere.

Dunque, la comunità europea dovrebbe apprezzare il tentativo fatto da Giorgia Meloni di arginare questo vasto fenomeno e rendersi conto che i propri confini vanno difesi ad ogni costo, senza accettare provocazioni da parte dei propagandisti dello sfascio sociale.

 

Come far sparire molto del ‘piccolo nero’ in due mosse. Una modesta proposta.

Come far sparire molto del ‘piccolo nero’ in due mosse. Una modesta proposta.

 

La intelligente proposta di aumentare il limite al contante a 10.000 euro verrà certamente trasformata in legge, anche se, forse, alla fine verrà ridotto a 5.000 euro.

Coloro che sono contrari a tale misura, veri spregiator italico genere sostengono che la nostra non è una Nazione civile, come Germania, Austria e Svizzera, dunque tanto contante in circolazione favorirebbe l’evasione. E con ciò intendono l’evasione spicciola, perché i pesci grossi del contante non se ne curano.

Abitualmente preferiamo pagare 100 euro al dentista o al fisioterapista, invece di 130 euro in fattura. Tale evasione, che indubbiamente esiste, potrebbe essere facilmente eliminata abbassando le tasse, cosa che al momento, con la creazione del denaro fuori dal controllo del nostro Stato, è matematicamente impossibile.

Ma una facile mossa per raddrizzare questa stortura potrebbe essere la creazione di un meccanismo di bonus sui nostri pagamenti in fattura. Per ogni fattura da 130 euro emessa dal nostro dentista, l’INPS ci riconoscerà uno storno alle nostre tasse di 30 euro o addirittura un pagamento (bonus) diretto sui nostri conti, di tale importo. Ecco che tutti i cittadini si trasformerebbero in agenti della Guardia di Finanza…

Così facendo tutti insisteranno con il dentista per pagare in fattura 130 euro, e anche se è vero che lo Stato dovrebbe poi separarsi da 30 euro, sarà anche vero che emergerebbe ciò che prima erano ben 100 euro di sommerso. Semplice.