Un recensione sul Corriere della Sera dedicata al mio libro Mussolini in Giappone

Un recensione sul Corriere della Sera dedicata al mio libro Mussolini in Giappone

 

 

 

 

MUSSOLINI IN GIAPPONE

di Ambrogio Bianchi

 

Angelo Paratico, storico e romanziere, presenta il suo nuovo libro, pubblicato dalla Gingko Edizioni e intitolato “Mussolini in Giappone”. Si tratta di un romanzo breve, contenente una notevole quantità di riferimenti storici. Viene così esposta, per la prima volta la possibilità che l’uomo ucciso a Giulino di Mezzegra, il 28 aprile 1945, non fu Benito Mussolini, ma un sosia.

Questo spiegherebbe l’incoerenza di certi suoi comportamenti, nei suoi ultimi giorni e tutti i misteri che ancora circondano le circostanze della sua fine. Pare inspiegabile la sua scarsa lucidità nel prendere decisioni dopo Como, e il fatto che il suo viso apparve sfigurato già all’arrivo a Piazzale Loreto. E non si capisce perché venne fucilato di nascosto e non portato sul lungolago di Dongo, distante solo pochi chilometri e lì giustiziato, in bella vista, assieme agli altri gerarchi e a uno sfortunato autostoppista.

A Milano, il 25 aprile 1945, Mussolini ebbe varie opportunità per mettersi in salvo, ma non volle coglierle. Prima fra tutte quella di chiudersi nel Castello Sforzesco e attendere l’arrivo degli Alleati. I partigiani non disponevano di armi pesanti e non sarebbero mai riusciti a espugnarlo. Un’altra via di fuga, caldeggiata da Vittorio Mussolini, fu una corsa sino all’aeroporto di Ghedi, per salire su di un SM79 che lo avrebbe portato in Spagna. La Svizzera, contrariamente a ciò che si crede, non fu mai un’opzione, Mussolini sapeva che non lo avrebbero mai lasciato passare.

Sul tavolo stava anche un’altra via di fuga, assai più complessa e per la quale la segretezza più assoluta era una condizione indispensabile. Questa prevedeva l’utilizzo di un sommergibile. Tale piano era stato approntato da Enzo Grossi (1908 -1960), un abilissimo e pluridecorato sommergibilista, che in Francia era stato a capo della base di Betasom. A tali preparativi accennò lo stesso comandante Grossi nelle sue memorie, ormai introvabili, intitolate “Dal Barbarigo a Dongo”. Grossi fu un coraggioso uomo di mare che morì giovane, consumato dall’amarezza per essere stato ingiustamente accusato di aver imbrogliato le carte in cambio di due medaglie d’oro, una d’argento e due croci di guerra tedesche, mentendo sull’affondamento di due corazzate americane, con il sommergibile Barbarigo da lui comandato, il 20 maggio 1942, al largo delle coste brasiliane.

Una commissione di ammiragli, dopo la guerra, discusse il suo caso, accusandolo di frode ma dimenticando di tenere conto dei diversi fusi orari. Come dimostrò Antonino Trizzino nel suo libro “Navi e poltrone” uscito nel 1952, Grossi affondò due grandi navi nemiche, ma non erano quelle che lui pensava. Viste dal periscopio d’un sommergibile, nel mezzo di una rischiosa azione e con il mare mosso, tutte le navi sono di difficile identificazione.

Un decreto del Presidente della Repubblica lo privò delle sue decorazioni. Lui protestò con veemenza e, nell’ottobre del 1954, a causa di una sua lettera indirizzata al Presidente, fu condannato a 5 mesi e 10 giorni di reclusione per ‘vilipendio del capo dello Stato’. Grossi aveva militato nella RSI, pur non avendo mai accettato la tessera del partito fascista ed era sposato con una donna ebrea, che non smise di praticare la propria religione. Riuscì a stento a sottrarla alle SS, che la rilasciarono, permettendole di tornare a casa dai loro bambini.

Nel capitolo XI del suo libro, intitolato “Un sommergibile per Mussolini”, Grossi racconta che Tullio Tamburini gli rivelò di essersi accordato con gli alleati giapponesi per approntare un grosso sommergibile, al fine di metterlo in salvo, e nei suoi piani sarebbe stato lui a comandarlo, portandolo nel Pacifico. Tamburini accennò a Mussolini di quel piano, ma gli rispose che non ne voleva sapere. Questo fu confermato da Mussolini stesso quando incontrò Grossi, nel febbraio 1945 e lo ringraziò per i suoi sforzi. Poi aggiunse: “Non sono interessato a vivere come un uomo qualunque. Vedo che la mia stella è al tramonto e che la mia missione è conclusa…”.

L’esistenza di questi piani fu confermata anche dal vicesegretario del Partito fascista repubblicano ed ex federale di Verona, Antonio Bonino, nelle sue memorie, intitolate “Mussolini mi ha detto” uscito in Argentina nel 1950.

Questo è apparentemente tutto quanto se ne sa, ma secondo Paratico, il meccanismo continuò a muoversi, indipendentemente dalla volontà degli ideatori e fu adattato, affidando il comando del sommergibile oceanico Luigi Torelli a un tedesco. Dunque, Mussolini, nel primo pomeriggio del 25 aprile 1945, fu prelevato da un’auto guidata da un diplomatico giapponese che lo portò a Trieste, dove s’imbarcò sul sommergibile Torelli, che lo attendeva nel porto, dopo che era stato fatto rientrare dal Giappone, dove si trovava e dove effettivamente ritornò. Fu affondato dagli americani nel settembre 1945, davanti alla baia di Tokyo.

Mettendo da parte la storia alternativa e passando al romanzo, debbo dire che questo libro si legge bene e me ne ha ricordato un altro, avente un tema e uno sviluppo simile, che lessi alcuni anni fa. L’autore fu il grande scrittore e sinologo belga, Simon Leys (Pierre Ryckmans), ed era intitolato: “La morte di Napoleone”. Il Leys immaginava la sostituzione con un sosia al Napoleone confinato a Sant’Elena e un suo ritorno, in incognito, in Francia. Dopo varie peripezie, Napoleone è costretto a una vita da “uomo qualunque” dividendo il letto con una ortolana parigina. E, intanto, fra i cavoli e gli ortaggi, lavorava segretamente per compiere le sue vendette, ma poi s’ammalò e poi morì. Tutti coloro che hanno studiano l’epopea napoleonica restano colpiti da questa bizzarra fantasia del Leys, che aggiunge una nuova sfaccettatura, un punto di meditazione, a quel grande personaggio. Il regista Alan Taylor nel 2001 ne trasse un bel film intitolato “I vestiti nuovi dell’Imperatore”.

Il Mussolini che l’autore descrive è segnato dal lutto e dai sensi di colpa, ha frequenti crisi di pianto. Ripensando alla sua giovinezza da anarchico e squattrinato socialista, pensa che avrebbe dovuto salire sulle montagne come partigiano e poi lottare contro al tedesco invasore, invece di assecondarlo. La sua sofferenza e i suoi rimpianti vengono solo parzialmente leniti fra le mura di un antico tempio buddista, a Nikko.

L’idea dell’autore è assai originale e mai prima esplorata. E con questo scarno libro mostra di possedere una profonda conoscenza non solo di quell’uomo, ma anche dell’uomo.

 

Ambrogio Bianchi

 

La nostra casa editrice si chiama GINGKO. Il nome di una pianta assai speciale, una vera e propria meraviglia naturale.

La nostra casa editrice si chiama GINGKO. Il nome di una pianta assai speciale, una vera e propria meraviglia naturale.

Il sito della nostra casa editrice è la Gingko Edizioni:

https://www.gingkoedizioni.it

La GINGKO BILOBA si dice sia la pianta dell’eterna giovinezza es è studiata in tutto il mondo. Altri suoi nome botanici sono Salisburia adianthifolia Smith, Salisburia macrophylla C. Koch o volgarmente Albero dei quaranta scudi. In cinese è nota come Pè Kouo, Ya Tchang Chou.

La Gingko Biloba è l’unica pianta del gruppo Gingkoinae giunta sino a noi. Tutte le altre specie appartenenti a questo gruppo, originatesi nel Mesozoico (251 – 61 milioni di anni fa), sono scomparse. Per questo possiamo considerarla un fossile vivente. Per la fitoterapia si usano le sue foglie, i frutti e i semi. Questi ultimi vengono usati in Cina contro alla tosse, contro le malattie della pelle e hanno forti effetti depurativi.

Da un simposio tenuto alcuni decenni fa a Roma, aventi per tema le mirabolanti proprietà della Gingko Biloba, risultò che da questa piante si possono estrarre sostanze straordinariamente efficaci per rallentare il processo di invecchiamento cellulare.

Gli estratti delle loro foglie si sono rivelati straordinariamente efficaci per eliminare quasi del tutto l’arteriosclerosi celebrale, uno dei più invalidanti effetti dell’invecchiamento. Specificamente, la somministrazione di estratti di Gingko agirebbe attivando la circolazione celebrale, senza presentare effetti collaterali spiacevoli.

La Gingko Biloba può, in varie formulazioni, attenuare gli effetti dell’invecchiamento: macchie cutanee, rughe e farebbe migliorare la circolazione del sangue nel cuore e della sordità.

La Gingko sarebbe anche un ottimo angioattivante, restaurando le pareti arteriose danneggiate.

DESCRIZIONE BOTANICA

  • Portamento: pianta che può raggiungere un’altezza di 30-40 metri, con tronco dritto e chioma molto espansa a forma piramidale.
  • Foglie: di colore verde chiaro e dalla tipica forma a ventaglio, leggermente bilobata. In autunno assumono un colore giallo intenso, molto caratteristico e decorativo.
  • Fiori: si tratta di una gimnosperma quindi gli organi riproduttivi non sono portati su dei fiori come li intendiamo comunemente, ma su delle strutture poco visibili. Si tratta di una pianta dioica, quindi le strutture riproduttive maschili e femminili si trovano in alberi diversi.

ETIMOLOGIA DEL NOME/STORIA E TRADIZIONI: il nome del genere Ginkgo deriva dal cinese Yin-kyo e significa “albicocca d’argento” perché i semi a maturazione hanno un rivestimento carnoso molto simile a questo frutto. Il nome della specie biloba si riferisce invece bilobata delle sue foglie. Darwin definì questo albero “fossile vivente” e tutt’ora è considerato tale in quanto le sue origini risalgono a 250 milioni di anni fa, nell’era del Paleozoico. E’ la sola specie vivente della famiglia Ginkgoaceae e senza dubbio la pianta a semi vivente più antica. In Cina e in Giappone è considerata da sempre una pianta sacra e per questo si trova molto spesso nei pressi dei templi. In Italia, il primo esemplare di Ginko biloba fu importato nel 1750 e si trova oggi nell’Orto Botanico di Padova.

NOTE: gli esemplari femminili producono semi avvolti da un involucro carnoso, che giunto a maturazione emana un odore molto sgradevole. Proprio per questo a scopo ornamentale si consiglia di preferire gli esemplari maschili.

HABITAT: pianta originaria dalla Cina ed introdotta poi in tutto il mondo, dove oggi viene coltivata per raccogliere le sue foglie a scopo salutistico o utilizzata come pianta ornamentale in giardini, parchi e viali. Ha una notevole resistenza sia agli agenti inquinanti, sia agli agenti atmosferici. Le foglie si raccolgono in autunno.

COME SI USA IN COSMETICA: il ginkgo svolge sulla pelle proprietà lenitive e nutrienti, per questo viene utilizzato in preparazioni cosmetiche per pelli secche, disidratate, devitalizzate ed arrossate.

COME SI USA IN CUCINA: nella cucina asiatica i semi del gingko, conosciuti come Pa-Kewo, Pakgor o Ginnan, fanno parte della tradizione culinaria. Vengono mangiati cotti, come contorno od aggiunti a molti piatti.

PRINCIPALI COMPONENTI

  • Flavonoidi
  • Diterpeni: ginkgolidi
  • Lattoni sesquiterpenici: bilobalide
  • Procianidine
  • Acidi ginkgolici

PROPRIETA’ SALUTISTICHE PRINCIPALI

Le principali proprietà benefiche del Ginkgo biloba sono:

  • Antiossidante
  • Favorisce l’afflusso di sangue al cervello
  • Favorisce la memoria e le funzioni cognitive
  • Stimolante della circolazione venosa ed arteriosa
  • Protettiva cardio-vascolare
  • Favorisce il benessere della vista
  • Antiaggregante piastrinica, fluidificante del sangue

Ecco alcuni utilizzi, quando usarlo e la posologia. Estratto secco tit. in terpeni 5-7% e flavonoidi 22-27%: 120-240 mg al giorno divisi in 2 assunzioni, lontano dai pasti. Tintura Madre (Soluzione Idroalcolica): 60 gocce, 2 volte al giorno preferibilmente lontano dai pasti, sciolte in po’ d’acqua.

RIMEDIO NATURALE PER:

A cosa serve? Utile come rimedio naturale per:

  • Fragilità capillare
  • Disturbi della circolazione venosa e linfatica degli arti inferiori: gambe gonfie e pesanti, crampi, emorroidi
  • Turbe della memoria, vertigini, emicranie, cefalee
  • Ronzii auricolari
  • Disturbi oculari
  • Demenza senile
  • Prevenzione di disturbi cardio-circolatori, soprattutto nei soggetti a rischio

CONTROINDICAZIONI: se utilizzato ai dosaggi consigliati gli effetti collaterali sono rari e consistono in disturbi digestivi ed emicranie. Non va assunto insieme a farmaci con azione anticoagulante ed antiaggregante piastrinica (aspirina, warfarin, etc) o piante che influenzano la coagulazione del sangue (aglio, salice, ginseng) in quanto gli effetti si possono potenziare con il rischio di emorragie. Si consiglia di non farne uso prima di un intervento chirurgico. Controindicato in gravidanza e durante l’allattamento.

Quando nel 1945 gli americani sganciarono la prima bomba atomica su Hiroshima, distrussero tutta la vegetazione presente in città, eppure gli alberi di Gingko, molto comuni in Giappone, furono i primi a rifiorire e a rimettere le foglie.

 

Il Giappone mette in guardia i vaccinandi circa il pericolo di miocarditi. Usano la massima trasparenza possibile.

Il Giappone mette in guardia i vaccinandi circa il pericolo di miocarditi. Usano la massima trasparenza possibile.

Il Giappone ha preso provvedimenti per informare i propri cittadini circa i possibili gravi effetti collaterali legati alle iniezioni di vaccino contro il COVID-19. Hanno aggiunto un’etichetta alle iniezioni, avvertendo del rischio di miocardite – infiammazione del muscolo cardiaco che può causare sintomi simili a un attacco di cuore, tra cui dolore al petto, mancanza di respiro, battito cardiaco anomalo e affaticamento.

Mentre lo U.S. Centers for Disease Control and Prevention affermano sul loro sito web: “La miocardite e la pericardite sono state segnalate raramente, soprattutto negli adolescenti e nei giovani maschi adulti entro diversi giorni dalla vaccinazione COVID-19”.

Inoltre, nel giugno 2021, la Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha aggiunto un avvertimento alle schede informative per pazienti e fornitori per i vaccini Pfizer e Moderna sul “suggerito aumento dei rischi di miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) e pericardite (infiammazione del tessuto che circonda il cuore) dopo la vaccinazione”.

A differenza degli Stati Uniti, tuttavia, il Giappone sta prendendo misure per monitorare e segnalare tutti gli effetti collaterali ai vaccini senza precedenti. Il Giappone ha severi requisiti di segnalazione per gli effetti collaterali del vaccino. In Giappone, sono in vigore requisiti legali di segnalazione per gli effetti collaterali che si verificano entro 28 giorni dalla ricezione di un’iniezione di COVID-19. Gli ospedali devono segnalare, in dettaglio, tutti gli effetti avversi che si verificano in quel periodo di tempo. La stessa solerzia non si vede in Europa.

Il Ministero della Salute giapponese riferisce che, al 14 novembre 2021, per ogni milione di maschi che hanno ricevuto l’iniezione di Moderna COVID-19, 81,79 giovani tra i 10 e i 19 anni hanno sviluppato miocardite o pericardite, così come 48,76 uomini di 20 anni.

Per il vaccino COVID-19 della Pfizer, 15,66 su 1 milione di maschi tra i 10 e i 19 anni che hanno ricevuto il vaccino hanno sofferto di miocardite o pericardite, insieme al 13,32 dei maschi sui 20 anni. A causa del rischio di miocardite, il Comitato congiunto britannico per le vaccinazioni e le immunizzazioni (JCVI) ha raccomandato di non fare iniezioni di COVID-9 per i ragazzi sani dai 12 ai 15 anni. Il membro del JCVI Adam Finn ha detto a Reuters:

“… il numero di casi gravi che vediamo di COVID nei bambini di questa età sono davvero molto piccoli. Ci sono incertezze sulle implicazioni a lungo termine della (miocardite), e questo rende il rapporto rischio-beneficio per questi bambini davvero molto stretto e molto più stretto di quanto saremmo a nostro agio a fare la raccomandazione”.

Negli Stati Uniti, dove le iniezioni di COVID-19 sono raccomandate dai 5 anni in su, il CDC ha dichiarato che sta “conducendo indagini sui pazienti (o sui loro genitori o tutori) e sui fornitori di assistenza sanitaria per raccogliere informazioni sulla miocardite dopo la vaccinazione mRNA COVID-19” e “contattando le persone che soddisfano la definizione di caso di miocardite dopo la vaccinazione mRNA COVID-19”.

A partire dall’8 dicembre 2021, 1.908 segnalazioni di miocardite o pericardite sono stati riportati al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) in seguito ai vaccini COVID-19, in genere tra gli adolescenti maschi e i giovani adulti. Il 17 dicembre 2021, solo 51 giorni dopo aver approvato le iniezioni per i bambini dai 5 agli 11 anni, il CDC ha riferito di aver ricevuto finora segnalazioni di otto casi di miocardite in quel gruppo di età.

Nella sua lettera di approvazione per Comirnaty (l’iniezione COVID-19 di Pfizer), la FDA ha ordinato a Pfizer di condurre una ricerca per indagare il rischio di infiammazione dentro e intorno al cuore, poiché i meccanismi di segnalazione volontaria sono insufficienti.

La FDA ha accettato il calendario suggerito da Pfizer per lo studio post-approvazione per valutare l’incidenza dell’infiammazione del cuore e del sacco cardiaco, che include la presentazione di un rapporto intermedio alla fine di ottobre 2023, una data di completamento dello studio del 30 giugno 2025 e la presentazione di un rapporto finale il 31 ottobre 2025.

In netto contrasto con gran parte del resto del mondo, il Giappone si oppone alla vaccinazione obbligatoria. Il Ministero della Salute giapponese include una sezione “consenso alla vaccinazione” sul suo sito web, che afferma che la vaccinazione obbligatoria e la discriminazione contro coloro che scelgono di non essere vaccinati non sono consigliate. Questo include i luoghi di lavoro, ai quali viene detto di non forzare nessuno a farsi iniettare:

“Anche se incoraggiamo tutti i cittadini a ricevere la vaccinazione COVID-19, non è obbligatorio. La vaccinazione sarà data solo con il consenso della persona da vaccinare dopo le informazioni fornite.

Si prega di vaccinarsi di propria decisione, comprendendo sia l’efficacia nella prevenzione delle malattie infettive che il rischio di effetti collaterali. Nessuna vaccinazione sarà data senza consenso. Per favore non costringete nessuno sul vostro posto di lavoro o quelli che vi circondano ad essere vaccinati, e non discriminate quelli che non sono stati vaccinati”.

La pagina si collega anche alla “consulenza sui diritti umani in lingua straniera”, che dettaglia cosa fare in caso di discriminazione da vaccino sul posto di lavoro. Il Giappone si sta distinguendo come un protettore del consenso informato e della libertà medica, in un momento storico in cui molti altri paesi stanno optando per il controllo totalitario. La Fondazione Rair ha spiegato:

“I medici di tutto il mondo hanno fatto eco agli avvertimenti delle autorità sanitarie giapponesi sugli effetti collaterali delle terapie geniche. Tuttavia, questo tipo di consenso informato è costato a molti medici delle nazioni occidentali la licenza di praticare la medicina. Il governo ha accusato questi medici di diffondere “l’esitazione del vaccino”.

Inoltre, mentre il Giappone permette ai suoi cittadini di scegliere se farsi iniettare le terapie geniche sperimentali, altri paesi stanno obbligando i cittadini a ricevere il vaccino. Per esempio, nel febbraio 2022, l’Austria renderà obbligatorie le iniezioni. I cittadini che si rifiutano dovranno affrontare pesanti multe e fino a un anno di prigione”.

Ricercatori giapponesi avvertono di coaguli di sangue, sorte dopo le iniezioni.
Rapporti di trombosi del seno venoso cerebrale e di emorragia intracranica (ICH) sono stati riportati in seguito alle iniezioni di COVID-19, inclusi casi fatali e non fatali. In un commento pubblicato sul Journal of Pharmaceutical Policy and Practice, i ricercatori giapponesi hanno rivelato che, a partire da maggio 2021, sono stati segnalati 10 decessi in seguito alle iniezioni – e il modo in cui le morti hanno sollevato una bandiera rossa.

Tra i cinque uomini che sono morti, è stato per cause diverse dall’ictus, ma quattro delle cinque donne che sono decedute sono morte per ICH. “Questo squilibrio è incompatibile con i dati di mortalità sulle malattie cardiovascolari nelle statistiche nazionali, che non mostrano alcuna disparità apparente tra i sessi o tra ictus emorragico e ischemico” hanno comunicato.

La loro analisi ha rivelato “un’incidenza sproporzionatamente alta di morte per ICH nelle donne giapponesi che hanno ricevuto tozinameran [il COVID0-19 di Pfizer], suggerendo una potenziale associazione di ICH con il vaccino”. Credono anche che un nesso causale tra le morti per ICH e l’iniezione sia possibile e richieda ulteriori studi. Altri hanno anche avvertito che la formazione di coaguli di sangue con i vaccini mRNA è inevitabile.

Le iniezioni di mRNA COVID-19 influenzano il tuo corpo a livello cellulare. In ogni dose di Moderna COVID-19 ci sono 40 trilioni di molecole di mRNA – o RNA messaggero. Ogni “pacchetto” di mRNA è progettato per essere assorbito nella tua cellula, ma solo il 25% rimane nel tuo braccio nel luogo dell’iniezione. L’altro 75% viene raccolto dal sistema linfatico e immesso nella circolazione, ha detto il dottor Charles Hoffe, un medico di famiglia di Lytton, British Columbia.

Le cellule dove l’mRNA viene assorbito sono quelle intorno ai vasi sanguigni – la rete capillare, che sono i vasi sanguigni più piccoli del corpo. Quando l’mRNA viene assorbito nell’endotelio vascolare – il rivestimento interno dei capillari – i “pacchetti” si aprono e i geni vengono rilasciati. Ogni gene può produrre molte proteine spike COVID-19, e il tuo corpo si mette al lavoro per produrre queste proteine spike, in numero di trilioni.

Il tuo corpo riconosce la proteina spike come estranea, quindi inizia a produrre anticorpi per proteggerti dal COVID-19, o almeno così dice la teoria. Ma c’è un problema. In un coronavirus, la proteina spike diventa parte della capsula virale, dice Hoffe, ma quando ti fai l’iniezione, “non è in un virus, è nelle tue cellule”. La proteina spike, a sua volta, può portare allo sviluppo di coaguli di sangue:

“Così diventa parte della parete cellulare del tuo endotelio vascolare, il che significa che queste cellule, che rivestono i tuoi vasi sanguigni, che dovrebbero essere lisce in modo che il sangue scorra senza problemi, ora hanno questi piccoli pezzi appuntiti che spuntano fuori.

Quindi è assolutamente inevitabile che si formino dei coaguli di sangue, perché le tue piastrine circolano nei tuoi vasi e lo scopo delle piastrine è quello di individuare un vaso danneggiato e bloccare il danno quando inizia a sanguinare. Così, quando una piastrina attraversa un capillare e improvvisamente colpisce tutti questi picchi covidi che sporgono all’interno del vaso… si formeranno dei coaguli di sangue per bloccare quel vaso. È così che funzionano le piastrine”.

Utilizzando i dati di 7.965 individui, hanno scoperto che l’83% ha sperimentato eventi avversi locali mentre il 65% ha sperimentato eventi avversi sistemici. Quelli particolarmente a rischio includevano le donne, i giovani sotto i 20 anni – che spesso hanno sperimentato eventi avversi dopo la prima dose – e quelli che hanno sperimentato eventi avversi dopo la prima dose.

Tali informazioni sono cruciali per un corretto consenso informato, qualcosa che non solo è mancato durante la pandemia, ma è stato attivamente censurato. È incoraggiante vedere paesi come il Giappone che si distinguono nei loro sforzi per ottenere un quadro reale di quanto possano essere pericolosi i vaccini COVID-19. Come ha notato Health Thoroughfare:

“Secondo gli ultimi rapporti, il paese sta riaffermando il suo impegno per i requisiti di segnalazione degli eventi avversi per garantire che tutti i possibili effetti collaterali siano documentati. Questi sforzi da parte dell’autorità sanitaria giapponese sono in netto contrasto con le misure adottate da altri paesi per costringere i cittadini a prendere l’iniezione, minimizzando gli effetti collaterali e scoraggiando la corretta segnalazione degli eventi avversi”.

Perché il Giappone attaccò gli Stati Uniti d’America

Perché il Giappone attaccò gli Stati Uniti d’America

Nei mesi che precedettero Pearl Harbour, Tokyo si trovò immersa in un gran fetore di feci umane che ammorbava l’aria. Questo fu un diretto effetto dell’embargo di petrolio imposto dagli Stati Uniti e che li aveva privati del novanta per cento del carburante. I primitivi pozzi neri della capitale richiedevano continui svuotamenti fatti con autocarri che poi sversavano nelle campagne.

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