La grande festa a Quinzano, in onore di San Rocco, si tiene da 545 anni. Inizierà il 13 agosto e chiuderà il 18 agosto. Saranno giorni pieni di grande musica e di gastronomia. Gli artisti Angiolino Bellé e Giuseppe De Berti terranno una mostra delle loro opere. Il giorno 16 agosto verrà assegnato il premio San Rocco alla Asd La Grande Sfida Aps, una associazione benefica.
“Quinzano è un paese tranquillo e sereno, che non ci appare essere il luogo dove ebbe inizio la forsennata motorizzazione del nostro pianeta; eppure le sue radici storiche sono profondissime.
Durante il medioevo vi nacquero l’Arcidiacono Pacifico e Sant’Alessandro, vescovo di Verona, e alle falde del monte Calvario, che domina il paese, sorge la chiesa di San Rocco, sulla cui sommità, s’ammira il romitaggio di San Rocchetto, che ci ricorda certi monasteri visitati in Tibet e in Ladakh”.
Corriere della Sera
Le celebrazioni proseguiranno da settembre 2024 ad aprile del 2025, con un ciclo di interessanti conferenze, alle quali tutti potranno partecipare gratuitamente. Postiamo qui sotto il programma.
Maurizio Gioco è un artista, scrittore, poeta e burattinaio, nato a Verona nel 1959.
Inizia ad occuparsi di sperimentazione artistica negli anni ‘80 utilizzando la Fotografia e la Copy Art. Successivamente intraprende esperienze legate alla pittura mantenendo però un rapporto con la tecnologia, in particolare con la video-art, e partecipando sin dagli anni ‘90 a importanti festival nazionali. In quegli anni conduce numerosi laboratori creativi con bambini sviluppando in loro principalmente il dialogo tra movimento corporeo e creatività. Queste esperienze lo hanno condizionato e portato ad approfondire e sintetizzare nella forma teatrale l’esperienza artistica, sia come “progettazione-creazione” dell’oggetto, sia come performance-rappresentazione.
I suoi spettacoli sono celebri in tutto il mondo, di recente è stato invitato a una università americana per una presentazione.
Il teatro d’oggetto e il teatro di figura sono stati i naturali contenitori per la sua espressione creativa perché la sintetizzano mediante l’uso dell’aspetto narrativo (anche autobiografico) e perché trova che nell’animazione dell’oggetto si verifichi una forma di “vita” dell’opera artistica che prende talvolta strade “magiche e inaspettate”, creando con gli spettatori un dialogo empatico ed emotivo molto intenso. Negli ultimi anni ha affiancato al suo lavoro, una ricerca anche nella scrittura, ponendosi come obiettivo di verificare la possibilità di sperimentare nuove drammaturgie per il teatro dei burattini.
Sta preparando uno spettacolo dedicato a SOGNO VENEZIANO, l’opera mai scritta da Giacomo Puccuini, nel centenario dalla sua morte.
Non mancate, 15 settembre 2023, ore 21. INGRESSO LIBERO sino all’esaurimento dei posti.
Sabato mattina, mia moglie Donatella e io, abbiamo visitato l’artista Ridanio Menini, incontrandolo dentro alla sua bottega. Questo suo rustico studio si trova dietro al vecchio municipio di Quinzano, in provincia di Verona. Ci siamo arrivati a piedi, nel sole abbacinante, passando davanti alla Via Crucis di Domenico Zangrandi (1928-1999), il suo maestro. A sinistra si vede murata la stele che commemora l’ingegnere Enrico Bernardi (1841-1919), illustre quinzanese e inventore dell’automobile (scusate se è poco). Dietro all’edificio si apre una piazzetta riparata che, pur essendo affollata di auto, con edifici che necessitano di manutenzione, è un’oasi di serenità.
Quinzano è bellissima, ma lo sapranno i quinzanesi? Si trova incastonata alla base delle colline di Quinzano, ed è tutta fiorita. Lo sapranno di vivere in Paradiso?
“Dove sarà lo studio del maestro?” ci chiediamo. Scrutiamo i quattro lati della piazza, ed eccolo là, lo scorgiamo, seduto alla sua tavolo, al primo piano di un’abitazione con le finestre spalancate.
Ci scorge e c’invita a salire. Mi torna in mente un celebre dipinto cinese del XIII secolo, che s’intitola ‘Visitando Dai Kui in una notte nevosa’ illustra l’amicizia fra due intellettuali. Uno dei due, Wu Hui, di notte, decide di risalire il fiume sotto alla neve per parlare al suo amico Dai Kui. Il barcaiolo che lo trasporta risale la corrente per un’ora e, a un certo punto, scorgono le finestre illuminate della casa di Dai Kui. Alzandosi in piedi, Wu Hui ordina al barcaiolo di tornare indietro. Questo significa che il piacere sta nel viaggio e nel pensiero di conversare con l’amico, ancora più che incontrarlo, disturbarlo o altro.
Entriamo nella sua bottega e ammiriamo i suoi quadri. Penso che davvero i quinzanesi non sanno quanto bella sia Quinzano e anche ignorano di avere un artista fra di loro. L’umiltà è un segno della sua grandezza. Quadri luminosi e sereni, paesaggi e ritratti con un fondo di sabbia e con colori a olio. Non usa colori acrilici.
Ognuno di noi ama certe cose in un artista, più che altre. Fra i suoi quadri io amo di più i paesaggi spatolati, perché c’è tutto Ridanio lì, tutta la sua soavità e il suo istinto per il bello.
Spero proprio che i quinzanesi aprano gli occhi: che si rendano conto di vivere in un bellissimo borgo e che c’è una perla nel loto, come direbbe Wu Hui, l’amico di Dai Kui.
A Quinzano, oggi parte di Verona ma un tempo comune indipendente, si fa alta cultura.
Buona parte del merito va ascritto alla piccola comunità che gravita attorno a San Rocco e all’eremo di San Rocchetto. Parliamo di un gruppo di volenterosi che impiegano il proprio tempo e le proprie risorse per restaurare e finanziare questi centri. Il motore di queste attività è ascrivibile a Giorgio Carli, coadiuvato da Gianfranco Barbieri, Ridanio Menini, Andrea Toffaletti, Cristiano Girelli e dalla Cooperativa Pericoti di Quinzano. Sono tutti amanti della storia locale e infaticabili animatori delle interessanti serate culturali, di riprese cinematografiche condotte dal regista Mario Vittorio Quattrina, di concerti e di cori. Tutte queste attività vengono organizzate solo grazie al loro impegno personale e sono resistite al test acido del Covid.
L’impegno profuso da Giorgio Carli è commovente e ha qualcosa di eroico. Dopo aver partecipato al restauro delle chiesa di San Rocco e dell’Eremo di San Rocchetto, oggi si occupa anche della loro manutenzione ordinaria e straordinaria, raccogliendo il denaro necessario con l’annuale sagra di San Rocco, che si tiene il 16 agosto. Deve pagare i diritti musicali per la banda a una esosissima SIAE e dulcis in fundo deve pagare una quota di affitto annuale al comune di Verona, pari a ben 5000 euro! Una bizzarria, dato che dovrebbe essere il comune a versare a loro questo denaro, invece che riceverne.
La storia e la cultura sono importanti per mantenere una comunità unita e forte. Come diceva il grande pensatore inglese Roger Scruton: “I regimi autoritari tendono a disgregare la solidarietà fra la gente comune per poter meglio controllarne la mente” ecco, dunque, perché l’opera di Carli promuove la democrazia.
Il poeta libanese Khalil Gibran scrisse che: “Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, vengono scoccati”. E se le frecce sono spuntate, sbilanciate o storte, che succede?
A parte la cronica mancanza di fondi, alle serate di San Rocco si lamenta la completa assenza dei giovani, e questo è un fatto comune a tutta Verona. Le insegnanti e gli insegnanti dovrebbero stimolare la curiosità dei loro studenti, spingendoli a partecipare a eventi culturali e poi presentare delle relazioni di quanto hanno udito e visto. Perché non lo fanno? I programmi scolastici non lo prevedono? Al diavolo i programmi scolastici.
I nostri giovani stanno a casa a giocare ai videogame, a guardare le partite di calcio, oppure girano per i bar, in branco, trascurando libri e cultura fuori dalle aule scolastiche. Tutto questo avrà un pesante costo, con gravi ripercussioni sulla società futura, che diverrà più povera, più violenta, più indifferente. E la colpa è solo nostra, non dei nostri giovani, perché non li abbiamo ben educati e istruiti e, così facendo, permetteremo a chi verrà dopo di noi di mangiargli gli gnocchi in testa.
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