L’ex Primo Ministro John Major disprezza Boris Johnson…per la BREXIT

L’ex Primo Ministro John Major disprezza Boris Johnson…per la BREXIT

 

I ragazzi di Downing Street stanno tremando nei loro mocassini Prada, mentre un altro missile è in arrivo. Questi ultimi razzi vengono lanciati da una squadra di ex-primi ministri o ministri amareggiati, uno di questi è Sir John Major. Lo ha fatto con un discorso al Institute for Government intitolato “In democracy we trust?”.

Sir John ha trascorso gran parte della sua spettacolarmente mediocre premiership lottando per salvaguardare la democrazia parlamentare britannica incatenata dalla apertamente antidemocratica Unione Europea. Ciononostante, egli cita i soliti  luoghi comuni della brigata anti-Boris: il primo ministro sta abbassando gli standard, minando la correttezza, dicendo bugie. Tutti conosciamo le parole familiari della loro canzoncina.

Ma nel salire tardivamente sul carrozzone scricchiolante anti-Boris per il partygate, Major sta almeno dimostrando una cosa che diventa più chiara di giorno in giorno: il coro di denuncia di Johnson e della sua amministrazione sembra avere meno a che fare con feste illecite, tracannatori di vino e mangiatori di torte, che con una vendetta per la Brexit.

A parte un paio di parlamentari, apertamente pro Brexit, per una strana coincidenza quasi l’intero coro di ex sostenitori di Boris che hanno presentato mozioni di sfiducia – o dicono di avere intenzione di farlo – provengono dall’ala pro EU del partito. E fuori dal parlamento sono i soliti sospetti, che non possono perdonare o dimenticare che Johnson è stato l’avanguardia della campagna Brexit.

Eppure, in un’altra  ironia, l’oggetto del loro disprezzo è uno di loro. Nato a New York, cresciuto a Bruxelles e residente da lungo tempo a nord di Londra, Johnson, come sindaco della capitale aveva un curriculum di valori liberali: a favore della diversità e dell’immigrazione, rilassato sulla morale sessuale e un ambientalista in bicicletta della più profonda tonalità verde. Come primo ministro, il governo che guida ha seguito un’agenda non conservatrice che dovrebbe scaldare il cuore di qualsiasi osservatore di sinistra, spruzzando i soldi come un vincitore di Formula Uno sul podio con lo champagne, tassando i ricchi, accumulando debiti, riducendo le forze armate, aprendo le frontiere agli immigrati, dunque cosa non piace?

La Brexit, ecco cosa! Combattendo ancora il loro vezzo di avere le cose a modo loro nell’ultimo mezzo secolo, vedono l’uomo che ci ha portato la Brexit come colui che ha tradito la causa preferita della loro casta. Solo per questo deve essere punito. Cercano non solo la rimozione di Johnson dall’incarico, ma la sua totale umiliazione.

Naturalmente, nessuno con un cervelletto anche solo mezzo funzionale può plausibilmente negare che il Primo ministro sia una canaglia, ciò che non capiscono è che è la loro canaglia, alzi la miglior canaglia che possano desiderare. Ma il comportamento che è stato un segreto aperto da quando Johnson ha ospitato “Have I Got News For You” difficilmente può essere arrivato come una sorpresa per gli agitatori. Ciò che li manda davvero a farfugliare alle loro tastiere per spruzzare i social media con la bile o stare in piedi e consegnare pii e pomposi luoghi comuni sulla democrazia ai think tank è il fatto che lui ha tratto profitto dalla sua mascalzonaggine politica.

I mediocri di questo mondo, uniti alle legioni della sinistra, che hanno sempre detestato Johnson, non possono sopportare che qualcuno che riassume nel suo personaggio sgualcito e finora popolare tutto ciò che loro non sono e saranno, dopo tutto l’orrore che gli hanno versato addosso, come Elton John, stia ancora in piedi. Dopo settimane di bombardamento prolungato con i proiettili più pesanti che i suoi nemici possano raccogliere, l’oggetto della loro giusta ira sta resistendo all’assedio dal bunker di Downing Street, cantando persino “Io sopravviverò!”.

Boris potrebbe avere ragione sul fatto che non stiamo assistendo agli ultimi giorni del suo potere. E quelli, come l’ex editore di Johnson, Max Hastings, che ha predetto che il Primo ministro potrebbe andarsene entro poche settimane, potrebbero ancora essere smentiti. Ma se il party gate farà cadere Boris, la sua partenza sarà imputabile meno al diluvio dell’alcool tracannato che alla bile contro la pecora nera che ha osato, per caso o per progetto, allontanarsi dal gregge e guidare il popolo fuori da quella prigione di mediocrità che è l’Europa Unita.

La Tragedia del Brexit

La Tragedia del Brexit

Ero e resto favorevole alla Brexit. Penso che dopo l’inevitabile shock iniziale la Gran Bretagna diventerà una nuova Svizzera d’Europa. Il parlamento britannico, il loro sistema giudiziario, le loro università sono straordinariamente efficienti e non potranno che primeggiare negli anni venturi.

Davvero pensavano i burocrati di Bruxelles che avrebbero potuto continuare a scrivere leggi per una nazione che ha perduto la sua ultima guerra nel 1485 a Bosworth Field? Allorché un esercito francese, rinforzato da transfughi e traditori inglesi, sconfisse re Riccardo III e il potere passò ai Tudor.

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