Perché il presidente americano Trump minaccia il Canada

Perché il presidente americano Trump minaccia il Canada

 

Gli inglesi bruciano Washington e la Casa Bianca nel 1812.

 

Le sparate del presidente Trump circa il Canada non vengono dal vuoto, ma scaturiscono da una serie di eventi, battaglie e scontri, vecchi di tre secoli ma pochi in Italia li conoscono. Cerchiamo qui di abbozzare un breve sommario dei pricipali eventi, anche se vorremmo anticipare che le elezioni federali in Canada si terranno prima del 20 ottobre 2025 e se passessero gli oppositori dell’attuale presidente Trudeau, la tensione calerà molto.
Il Canada divenne un dominio autonomo nel 1867 ma la Gran Bretagna mantenne il controllo sulla sua diplomazia e sulla difesa. Il capo di Stato è ancora re Carlo III.
Prima della conquista britannica del Canada francese, nel 1760, vi furono una serie di guerre tra inglesi e francesi. In generale, i britannici facevano molto affidamento sulle unità della milizia coloniale, mentre i francesi facevano affidamento sui loro alleati locali. La nazione irochese era un importante alleato britannico. Gran parte dei combattimenti consistevano in imboscate e guerre su piccola scala, seguiti da massacri feroci, nei villaggi lungo il confine tra il New England e il Quebec. Le colonie del New England avevano una popolazione molto più numerosa di quella del Quebec e quindi le invasioni principali avvenivano da sud a nord. La tensione lungo il confine era esacerbata dalla religione, poiché i cattolici francesi e i protestanti inglesi nutrivano una profonda sfiducia reciproca.
In seguito all’indipendenza dell’America, con il trattato di Parigi del 3 settembre 1783, il Canada divenne un rifugio per circa 70.000, ovvero il 15% dei lealisti che volevano lasciare gli Stati Uniti o che erano costretti a farlo a causa delle rappresaglie dei patrioti. Tra i lealisti originari, c’erano 3.500 afroamericani liberi. La maggior parte si trasferì in Nuova Scozia e nel 1792, 1.200 migrarono in Sierra Leone. Circa 2.000 schiavi neri furono portati dai proprietari lealisti; rimasero schiavi in Canada fino a quando l’Impero abolì la schiavitù nel 1833.
Le tensioni aumentarono nuovamente dopo il 1805, sfociando nella guerra del 1812 (1812-1815), quando il Congresso degli Stati Uniti, approvato dal quarto presidente James Madison (1751-1836, in carica dal 1809 al 1817), dichiarò guerra alla Gran Bretagna nel giugno 1812. Gli americani erano irritati dalle vessazioni britanniche nei confronti delle navi statunitensi e dal sequestro di 6.000 marinai dalle navi americane, dalle severe restrizioni contro al commercio americano neutrale con la Francia e dal sostegno britannico alle tribù ostili dei nativi americani nell’Ohio e nei territori che gli Stati Uniti avevano conquistato nel 1783.
Una volta scoppiata la guerra, la strategia americana fu quella di impadronirsi del Canada. C’era qualche speranza che i coloni nel Canada occidentale, la maggior parte dei quali erano immigrati recenti dagli Stati Uniti, avrebbero accolto con favore la possibilità di rovesciare i loro governanti britannici. Tuttavia, l’invasione americana fu sconfitta principalmente dalle truppe regolari britanniche con il supporto dei nativi americani e della milizia dell’Alto Canada. Aiutati dalla Royal Navy, una serie di incursioni britanniche sulla costa americana ebbero grande successo, culminando con un attacco su Washington che portò i britannici a bruciare la Casa Bianca, il Campidoglio e altri edifici pubblici nel 1812.
Con la resa di Napoleone nel 1814, la Gran Bretagna pose fine alle politiche navali che avevano fatto infuriare gli americani; con la sconfitta delle tribù indiane, la minaccia all’espansione americana cessò. Il risultato fu che sia gli Stati Uniti che il Canada affermarono la loro sovranità, il Canada rimase sotto al dominio britannico e Londra e Washington non ebbero più nulla per cui combattere. La guerra terminò con il Trattato di Gand, che entrò in vigore nel febbraio 1815. Una serie di accordi postbellici stabilizzò ulteriormente le relazioni pacifiche lungo il confine tra Canada e Stati Uniti. Il Canada ridusse l’immigrazione americana per timore di un’influenza eccessiva da parte degli Stati Uniti e rafforzò la Chiesa anglicana del Canada come contrappeso alle chiese battiste e metodiste, in gran parte americane.
All’indomani della guerra del 1812, i conservatori filo-britannici guidati dal vescovo anglicano John Strachan presero il controllo dell’Ontario (“Alto Canada”) e promossero la religione anglicana in contrapposizione alle chiese metodiste e battiste più repubblicane. Una piccola élite interconnessa, nota come Family Compact, prese il pieno controllo politico. La democrazia, così come praticata negli Stati Uniti, fu ridicolizzata. Le politiche ebbero l’effetto desiderato di scoraggiare l’immigrazione dagli Stati Uniti. Le rivolte a favore della democrazia in Ontario e Quebec (“Lower Canada”) nel 1837 furono represse; molti dei leader fuggirono negli Stati Uniti e la politica americana fu quella di ignorare in gran parte le ribellioni e di fatto ignorare il Canada in generale a favore dell’espansione verso ovest della frontiera americana.
Il trattato Webster-Ashburton del 1842 formalizzò il confine tra Stati Uniti e Canada nel Maine, scongiurando la guerra di Aroostook. Durante l’era del Manifest Destiny, l’agenda richiedeva l’annessione da parte degli Stati Uniti di quello che sarebbe diventato il Canada occidentale; gli Stati Uniti e la Gran Bretagna concordarono invece un confine sul 49° parallelo.
Quando il Segretario di Stato americano William H. Seward negoziò l’acquisto dell’Alaska dalla Russia, nel 1867, lo intese come il primo passo di un piano globale per ottenere il controllo dell’intera costa nord-occidentale del Pacifico. Seward credeva ai vantaggi commerciali che ne derivavano per gli Stati Uniti e si aspettava che la Columbia Britannica chiedesse l’annessione agli Stati Uniti e pensava che la Gran Bretagna avrebbe potuto accettarlo. Presto altri elementi approvarono l’annessione, pianificarono di annettere la Columbia Britannica, la Colonia del Fiume Rosso (Manitoba) e la Nuova Scozia. L’idea raggiunse il culmine nella primavera e nell’estate del 1870, quando gli espansionisti americani, i separatisti canadesi e gli inglesi filoamericani sembravano unire le forze. Poi per una serie di ragioni il piano fu abbandonato.
In seguito, vi furono delle pesanti frizioni fra i due stati che però non raggiunsero mai il livello di una guerra aperta.

 

 

 

Chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti, Donald o Kamala? E cosa succederà durante l’interregno bideniano?

Chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti, Donald o Kamala? E cosa succederà durante l’interregno bideniano?

Kamala Harris e Nancy Pelosi nel 2004

 

Vorremmo fare alcune osservazioni per quanto possibile disinteressate.

L’insufficienza fisica di Biden è ora a tutti manifesta, eppure sino a fine novembre resterà lui il comandante supremo dell’esercito e dell’amministrazione statunitense. Questo esporrà gli Stati Uniti ad attentati e attacchi da parte dei suoi molti nemici, occulti e palesi. Sarà per loro come affrontare un esercito il cui generale è stato ferito e giace morente nel suoi letto.

Il pericolo scampato fin qui dalla democrazia americana è stato grande, dato che da almeno tre anni Biden pare insicuro e assente mentalmente, chi lo ha coperto e sostenuto? Certe decisioni chiave che apparentemente sono state prese da lui hanno avuto altri ispiratori, chi? Credo che il popolo americano abbia il diritto di conoscerli.

Kamala Harris è arrivata nelle stanze del potere grazie al fatto che è stata l’amante di Willie Brown. Fu l’ex sindaco nero di San Francisco che la piazzò a Washington a capo di una commissione. Lei poi lo ripagò dicendo che essere stata con lui era come girare con “un albatros legato al collo”. L’essere stata l’amante di qualcuno non è un crimine, ma un modo come tanti altri per far carriera. Napoleone ebbe un incarico importante da Barras mettendosi con la sua ex amante, Josephine, del quale si era stancato.

Ciò che preoccupa di Kamala è la sua ingenua stupidità, che l’ha portata a varie giravolte ideologiche (tipiche di non possiede una ideologia). La scorsa settimana aveva incontrato dei super tecnici per discutere del futuro dell’IA e dopo alcune sue generiche frasi uno di loro era scattato in piedi e le aveva chiesto se pensava che fossero tutti dei bambini delle scuole elementari.

Kamala, all’inizio del suo mandato da vice presidente, faceva di tanto in tanto degli interventi pubblici, e fece delle figure imbarazzanti. Ricordo un attacco di incontenibile ridarella a Singapore, il 23 agosto 2021, quando le chiesero del caotico ritiro americano dall’Afghanistan. Lei cominciò a ridere. E pare che da allora l’entità, la squadra, che controlla Biden, la chiuda in una camera non appena appare la stampa.

Sta raccogliendo il supporto di molti miliardari del mondo dello spettacolo, ma dubitiamo che questi potranno spostare voti, inoltre, lasciata libera a sé stessa sta lasciando trasparire tutto il suo odio per le classi lavoratrici, per chi ha soldi o vorrebbe farne. Si è appoggiata al mondo green e LBDGQ non rendendosi conto che questi non votano e che comunque sono una percentuale minima nella società americana.

Viene quasi da pensare che i grandi del partito democratico l’abbiano mandata avanti come un agnello sacrificale da dare in pasto al lupo Trump, così che fra quattro anni si apriranno nuove posizioni, una volta che Trump sarà passato.

Possiamo dire a questo punto che Donald Tump ha alte probabilità di essere il prossimo presidente degli Stati Uniti e fermerà certamente la guerra in Ucraina, per quanto riguarda Gaza la questione è molto più complessa, ma sarà comunque possibile un nuovo approccio al problema.

 

 

 

 

 

Il fucile italiano che uccise JFK

Il fucile italiano che uccise JFK

Il presidente americano Donald Trump ha deciso di rendere pubbliche le ultime carte secretate relative all’assassinio di John F. Kennedy. Potrei sbagliarmi ma la mia personale convinzione è che non emergerà nulla di nuovo. Penso che la commissione Warren abbia già rivelato tutto quanto andava rivelato. Non la pensano così milioni di scettici, i quali continuano a credere che dietro ci siano i cubani, la CIA, i sovietici, Lyndon Johnson e via dicendo.

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