Stranamente pochi accennano ai trascorsi piduisti di Maurizio Costanzo (tessera P2 1819)

Stranamente pochi accennano ai trascorsi piduisti di Maurizio Costanzo (tessera P2 1819)

Nella massoneria, come in ogni società, si trovano galantuomini e farabutti. La P2 di Licio Gelli fu qualcosa di molto diverso dalla tradizionale massoneria e fu, essenzialmente, una loggia deviata. Licio Gelli ebbe trascorsi fascisti, ma alla fine, dopo l’8 settembre, fece quasi certamente il doppiogiochista, collaborando sia con i nazisti che con i partigiani.

In questi giorni assistiamo alle meritate commemorazione di quel grande artista che fu Maurizio Costanzo, ma vengono mostrate solo le sue luci e non  le sue ombre. La sua appartenenza alla P2 è stata completamente dimenticata, come se si fosse trattato di una cosa da poco, di una piccola svista fatta da un uomo di buone intenzioni, ma poco attento.

Alcuni fra coloro che aderirono alla P2, effettivamente, fecero una leggerezza, ma nel caso di Costanzo la cosa appare più grave. I suoi contatti con il venerabile Licio Gelli furono molto stretti, e Costanzo ne trasse indubbiamente dei vantaggi professionali. In questi giorni è stata ricordata una intervista di Costanzo a Gelli, uscita sul Corriere della Sera cinque mesi prima che la perquisizione a Castiglion Fibocchi svelasse i nomi degli iscritti, tra cui lo stesso Costanzo.  Si tratta di una intervista che, a rileggerla oggi, fa impressione. La data di uscita di questa chiacchierata fra i due personaggi è il 5 ottobre 1980. All’epoca si sapeva dell’esistenza della Loggia massonica Propaganda 2 (poi sintetizzata in P2), ma ancora non si conoscevano le pericolose ramificazioni e tutti i nomi degli iscritti. Messa così l’intervista a Gelli diventa una chiacchierata tra “fratelli muratori”. Nel testo, tra l’altro, a Gelli viene chiesto “che cosa farebbe se fosse Presidente della Repubblica”, di fatto annunciando in anticipo i folli piani del Venerabile toscano. Il 17 marzo 1981 i giudici istruttori Giuliano Turone e Gherardo Colombo riuscirono ad assestare un colpo decisivo alla Loggia, con le perquisizioni a Castiglion Fibocchi. L’intervista del giornalista a Gelli è dunque precedente al ritrovamento delle liste e anche al rinvenimento del Piano di “Rinascita Democratica” avvenuta nel luglio dell’81 che pose la P2 come organizzazione parallela contraria all’ordine costituito e sancì l’espulsione di Gelli dalla massoneria “ordinaria”.

L’intervista a Gelli fu pubblicata sulle colonne di quel Corriere della Sera che in quei mesi veniva “espropriato” alla famiglia Rizzoli, da finanzieri senza scrupoli, tutti iscritti alla loggia P2, come Roberto Calvi. Un’operazione che minò il fisico di Angelo Rizzoli, incapace di ripagare le condizioni capestro che lo stesso Calvi gli aveva fatto sottoscrivere all’epoca della concessione del maxi-prestito triennale. Si dice, anche, che lo stesso Costanzo ambisse alla poltrona di direttore del Corriere, poltrona all’epoca occupata da Franco Di Bella (tessera P2 1887). Sta di fatto che questa intervista, facilmente leggibile in rete,  divenne il manifesto programmatico di uno stravolgimento dell’ordine costituito da parte di una delle figure più opache della storia repubblicana italiana, morto ad Arezzo nel 2015, a 96 anni.

Angelo Rizzoli disse alla commissione presieduta da Tina Anselmi sulla P2, “Posso dire che il giornalista Maurizio Costanzo entrò nel gruppo Rizzoli su precisa raccomandazione di Licio Gelli, il quale era in stretti rapporti col predetto e alla cui carriera mostrava di tenere particolarmente”. E poi, ancora: “Il Costanzo era un vero e proprio superprotetto del Gelli… Fu così che il Costanzo divenne dapprima direttore della “Domenica del Corriere”, poi dei servizi giornalistici della Tv privata della Rizzoli, poi ancora del quotidiano “L’Occhio”.

All’indomani dello scandalo, Costanzo venne allontanato dalla Rai, e trovò accoglienza nelle televisioni di Silvio Berlusconi (tessera P2 n° 1816). Dalla nascita del Costanzo Show a oggi le cariche di cui è stato titolare non si contano: tra le tante divenne nel ‘99 presidente di Mediatrade, società del gruppo Mediaset che si occupava di fiction, e più di recente nacque la società Maurizio Costanzo Comunicazione, società controllata al 50% da Costanzo e al 50 % da 21 Investimenti (oggi 21 Invest), la banca di affari di Alessandro Benetton. La Maurizio Costanzo Comunicazione è una società che si rivolge, appunto, al mondo della comunicazione, orientandosi in qualsiasi settore, dal mondo dello spettacolo, a quello dello sport, da quello della politica a quello dell’economia. La sua influenza, anche da morto, appare ancora molto forte, e forse questo spiega la deferenza  che gli viene mostrata, in televisione e sui giornali.

 

 

 

Palloni giapponesi sopra agli Stati Uniti

Palloni giapponesi sopra agli Stati Uniti

Pallone giapponese sul Michigan, nel 1944

Bang! il pallone cinese è stato abbattuto in South Carolina, e forse gli intenti della Cina erano, per ora, davvero collegabili allo studio delle correnti d’alta quota, forse come ballon d’essais… Ma questo genere di studi potranno essere usati per altri scopi, in futuro.

I giapponesi durante la II Guerra mondiale avevano usato queste armi, per innescare incendi in aree boscose degli Stati Uniti, ma a causa delle tecniche rudimentali utilizzate, fu un fallimento.

I palloni, con delle piccole bombe incendiarie attaccate, venivano lanciati in Giappone e andavano alla deriva sopra agli Stati Uniti. Ne trovarono uno impigliato in un albero e l’FBI arrivò per studiare lo strano aggeggio, era largo 3 metri e mezzo ed era  fatto con carta cerata. Una scritta sul pallone indicava che era giapponese e che era stato completato poche settimane prima in una fabbrica giapponese.

Quello a cui stavano assistendo era il tentativo del Giappone di portare la guerra sulla terraferma, negli Stati Uniti, lanciando palloni aerostatici carichi di bombe, affidandoli alle correnti sul Pacifico. Il Giappone lanciò circa 10.000 palloni di questo tipo, dal 3 novembre 1944 all’aprile 1945. Circa 300 di questi atterrarono negli Stati Uniti. Ognuno di essi trasportava due spezzoni incendiari e una bomba antiuomo da 10 chili.

Le uniche vittime di questi attacchi furono causate dalla tragica scoperta, il 5 maggio 1945, di un pallone bomba inesploso da parte di un piccolo gruppo in gita nella zona di Gearhart Mountain, nell’Oregon meridionale. Il reverendo Archie Mitchell e sua moglie, Elyse Mitchell, di Bly, in Oregon, portarono con sé cinque bambini. Mentre il reverendo parcheggiava l’auto, Elyse e i bambini gli dissero di aver trovato uno strano oggetto nel bosco. Lui gridò di fare attenzione ma fu troppo tardi. L’esplosione uccise sua moglie e i cinque figli, di età compresa tra gli 11 e i 14 anni.

L’Ufficio della Censura degli Stati Uniti chiese ai giornalisti di non riferire sugli incidenti dei palloni bomba, in modo che i giapponesi non sapessero che questi avevano raggiunto con successo la terraferma americana, e la richiesta fu sempre rispettata. Ma dopo le morti in Oregon, il Dipartimento della Guerra rilasciò una dichiarazione che descriveva le bombe a pallone, in modo che le persone che trovavano i detriti sapessero di non toccarli.

Continuarono a lanciarli dalla fine dell’estate del 1944 ma poi, a causa dell’oscuramento delle notizie negli Stati Uniti, i giapponesi non essendo a conoscenza del risultato degli attacchi, smisero di utilizzarli.

Tecnicamente, le bombe ebbero successo, ma i risultati furono minimi perché i palloni non potevano essere controllati. Inoltre li lanciarono soprattutto durante l’inverno e non nella stagione secca, quando gli incendi avrebbero potuto ampliare i danni.

Gli studenti giapponesi erano i principali operai che assemblavano quei palloni, realizzati laminando strati di fibre ottenute  da alberi di gelso. Gli ingegnosi palloni mantenevano un’altitudine di circa 10.000 metri durante la traversata del Pacifico; e una valvola di scarico del gas e un ciclo di caduta di sacchi di sabbia gli permettevano di alzarsi e abbassarsi, quando il gas si espandeva o si raffreddava.

La loro rotta era soggetta ai capricci del vento, il che li rendeva molto difficili da controllare. Erano anche sorprendentemente difficili da intercettare. Quasi 500 aerei statunitensi cercarono i palloni nel 1944 e nel 1945, ma solo due furono abbattuti sul Nord America.

Un tentativo di abbattere un pallone nel 1945 andò comicamente storto. Quando la USS New York, nel 1945, stava navigando verso Iwo Jima, l’equipaggio notò una sfera argentata che volava in alto e che sembrò seguire la corazzata per ore. Preoccupato che la sfera lucente potesse essere un’arma giapponese a pallone, il capitano ordinò di abbatterla. Dopo che i cannoni non riuscirono a colpirla, un navigatore capì che stavano cercando di abbattere il pianeta Venere.

Angelo Paratico

Nuova imbarazzante rivelazione di Harry, uno dei Corgi di Elisabetta morse la caviglia di Meghan

Nuova imbarazzante rivelazione di Harry, uno dei Corgi di Elisabetta morse la caviglia di Meghan

Una stupefacente rivelazione è stata fatta da Harry, intervistato da una stazione televisiva di Dallas, per promuovere il suo libro “Spare”.

Nel marzo 2020, Meghan Markle e il Principe Harry avevano incontrato la Regina Elisabetta II insieme a re Carlo III.

Quello fu  un  “il loro primo tentativo di riappacificazione fatto di persona”.

“La Regina è sempre stata meravigliosa con noi” ha detto Harry “Abbiamo fatto colazione insieme quella mattina e ha fatto un bellissimo regalo a Meghan: dei bellissimi orecchini di perle e di pietre preziose. Poi aveva una coperta che si mette sulle ginocchia per riscaldarsi, e faceva freddo e perciò le ha detto: Meghan, vieni qui, e mettila anche sulle mie ginocchia”.

Poi ha fatto una rivelazione che ha stupito tutti e che non appare nel suo libro intitolato Spare: “Il cane corgi della Regina, vedendola afferrare la coperta, ha cominciato a ringhiare e poi ha addentato la caviglia di Meghan, lei ha mandato un sommesso grido di dolore, ritirando la gamba. E’ stato subito chiamato subito il medico reale che ha medicato Meghan. I denti del piccolo cane avevano fatto ben poco danno ed è basato applicare acqua ossigenata e un cerotto”.

La stazione televisiva è stata inondata di chiamate, per esprimere supporto al piccolo quadrupede, che aveva mostrato molta prescienza.

 

 

Filippo Bernardini. Il ladro di manoscritti imprigionato a New York

Filippo Bernardini. Il ladro di manoscritti imprigionato a New York

Filippo Bernardini

Pare una storia presa da un film di Tornatore, o la reincarnazione del conte Libri, gran saccheggiatore di librerie, rinato nell’era digitale. Ma non è nulla di tanto romantico, quanto piuttosto un episodio di cronaca nera.

Filippo Bernardini ha ammesso di aver rubato più di 1.000 manoscritti prima della loro pubblicazione, molti dei quali scritti da autori di alto profilo. Per giungere al suo scopo l’uomo ha impersonato figure dell’industria editoriale per indurre le persone a consegnare le opere. Ha avuto così tanto successo grazie alle sue conoscenze interne al settore, essendo stato un dipendente dal gigante dell’editoria Simon & Schuster a Londra. Bernardini, che oggi ha 30 anni, si è dichiarato colpevole di frode in un tribunale di New York, ma il suo movente non è mai stato chiarito. A parte la follia, egli contava di poter in futuro vendere a caro prezzo le copie sulle quali riusciva a mettere le mani, sia telematiche che cartacee. Basti notare l’importanza e il possibile costo, con le ristampe, anastatiche e critiche, del manoscritto originale di 1984 di Orwell, con le sue correzioni autografe, per capire quanto sia importante il  manoscritto di un grande best seller.

Per raggiungere il suo scopo criminale Bernardini ha registrato più di 160 domini internet falsi a partire dal 2016. Sebbene l’italiano lavorasse presso Simon & Schuster, non c’è stato alcun accenno di colpa nei confronti della casa editrice per la quale lavorava, che non è mai stata chiamata in causa.

Non risulta che i manoscritti siano stati diffusi su internet, né che siano state fatte richieste di riscatto. La confessione di Bernardini, che è stato arrestato dall’FBI nel gennaio del 2021, sembra spiegare un mistero che ha sconcertato il mondo letterario per anni, con Margaret Atwood, Ian McEwan e Sally Rooney tra i romanzieri presi di mira.

Agenti, editori e giudici del Booker Prize sono stati tutti vittime di truffe di phishing da indirizzi e-mail dall’aspetto ufficiale leggermente alterato, con la richiesta di manoscritti di opere di autori tra cui la vincitrice del Booker prize Margaret Atwood. In un’intervista rilasciata a The Bookseller nel 2019, la Atwood ha confermato che ci sono stati “sforzi concertati per rubare il manoscritto” del suo libro The Testaments prima che venisse pubblicato.” C’erano parecchie  e-mail fasulle di persone che cercavano di rubare anche solo tre pagine, o qualsiasi cosa”, ha detto.

Ora Bernardini rischia un  massimo di 20 anni di carcere, a seconda del grado di cooperazione che offrirà alle autorità americane, per spiegare le sue intenzioni e dove ha nascosto il suo tesoro letterario, fatto di testi sui quali era riuscito a mettere le sua avide mani.

 

Il pericolo creato dalle Camere d’Eco

Il pericolo creato dalle Camere d’Eco

Un confronto tra diverse piattaforme di condivisione mostra che gli utenti tendono a riunirsi in gruppi i cui membri hanno opinioni simili, e che la polarizzazione è maggiore quando i criteri di presentazione dei contenuti non possono essere facilmente modificati.
Michele Travierso

I social network sono spesso accusati di incoraggiare la polarizzazione e di ampliare le contrapposizioni ideologiche, ma questo effetto è stato raramente studiato in dettaglio. Ora uno studio su Proceedings of the National Academy of Science mostra come piattaforme diverse favoriscano diversi livelli di segregazione nelle loro comunità online, a seconda dei loro algoritmi di feed e delle modalità di interazione1. I ricercatori, guidati da Walter Quattrociocchi dell’Università La Sapienza di Roma, hanno analizzato più di cento milioni di contenuti – post, ma anche interazioni come like, commenti e condivisioni – su argomenti controversi come l’aborto, le vaccinazioni, il possesso di armi e le elezioni presidenziali statunitensi. I contenuti provenivano da quattro piattaforme social: Facebook, Twitter, Reddit (uno dei siti web più popolari al mondo) e Gab, simile a Twitter e popolare tra gli estremisti di destra.

I ricercatori hanno cercato prove dell’esistenza di echo chambers, o “camere d’eco”, definite come ambienti online in cui le opinioni degli utenti vengono rafforzate dal fatto dall’interazione con fonti di informazione che hanno lo stesso orientamento. Le descrizioni precedenti delle echo chambers erano per lo più qualitative, per cui il gruppo di ricerca ha dovuto introdurre una definizione quantitativa, basandosi su due dimensioni: l’orientamento di ogni utente su un determinato argomento, e le interazioni dirette tra gli utenti. I ricercatori hanno utilizzato metodi leggermente diversi su ciascuno dei quattro social network per misurare la tendenza politica degli utenti (i ‘mi piace’ per Facebook, i link a specifiche testate giornalistiche per Twitter, Gab e Reddit) e per ricostruire la rete di interazione (ad esempio, due utenti di Facebook venivano considerati collegati se c’era almeno un post commentato da entrambi). “Volevamo sapere se applicando la stessa definizione di echo chamber a ciascuna piattaforma avremmo osservato diverse dinamiche sociali”, afferma Quattrociocchi, professore di informatica. La risposta è stata sì.

Il gruppo ha riscontrato una maggiore segregazione su Facebook rispetto ad altre piattaforme, e una netta distinzione tra i social media con un algoritmo del feed modificabile dagli utenti (come Reddit) e quelli meno modificabili. Facebook, ad esempio, non offre una semplice opzione cronologica per visualizzare quanto condiviso dai contatti di un utente. Twitter consente di disattivare l’algoritmo scegliendo di vedere i tweet “più recenti”. Reddit e Gab funzionano in modo diverso, e il primo, in particolare, fa meno affidamento sugli algoritmi e offre agli utenti più libertà di decidere quali post vedere.

I ricercatori hanno anche simulato la diffusione delle informazioni sulle quattro piattaforme utilizzando modelli epidemiologici simili a quelli utilizzati per modellare la diffusione di COVID-19. I risultati confermano che, su Facebook e Twitter, gli utenti con un particolare orientamento di opinione hanno molte più probabilità di essere raggiunti da informazioni propagate da utenti con orientamento simile – e quindi diffonderle verso utenti simili. Su Reddit e Gab, questo effetto non è visibile. Ciò potrebbe indicare che questi social network sono meno inclini alle camere d’eco, o al contrario che le comunità di Reddit (“subreddit”) e Gab nel suo insieme sono di per sé delle echo chambers, con utenti politicamente più omogenei. “Ciò che abbiamo dimostrato è che le piattaforme con algoritmi di feed hanno un forte impatto sulle dinamiche di polarizzazione e segregazione”, afferma Quattrociocchi. Anche nella vita reale tendiamo a riunirci attorno a persone che condividono i nostri valori e i nostri interessi, ma gli algoritmi di feed tendono ad amplificare questa tendenza in modi che prima non erano quantificati.

 

doi: https://doi.org/10.1038/d43978-021-00020-x

Referimenti
M. Cinelli, G. De Francisci Morales, A. Galeazzi, W. Quattrociocchi, M. Starnini, PNAS 118, e2023301118, (2021).

Possiamo ancora credere nella Cina?

Possiamo ancora credere nella Cina?

Michael Santi

Anche meglio di Mao, superando Lenin, Xi Jinping sta metodicamente costruendo un culto intorno a sé. Spesso predicando una sorta di misticismo orientale, circonfuso da dottrine marxiste, egli beneficia dell’aura del maestro, che la Cina non ha mai smesso di glorificare dalla fine degli anni Settanta. Descrivendo Marx come “il più grande pensatore dell’umanità”, Xi e il Partito Comunista Cinese stanno di fatto lanciando un monito ai loro detrattori, chiamati a capire che la Cina e i suoi valori non saranno mai assorbiti o diluiti in un Occidente che considerano in declino. In realtà è il contrario, poiché l’accesso cinese al sistema e alle organizzazioni internazionali viene utilizzato come leva per spiegare e dimostrare alle nazioni stanche, di una certa arroganza occidentale, che esiste un’altra strada.

Poiché Xi e il Partito Comunista ritengono che il loro modello superi ampiamente tutto ciò che viene praticato nel mondo, mirano a far aderire “la razza umana” a una “comunanza di destino” riproducendo all’infinito – almeno sulla Terra – il proprio sistema, con l’aiuto di un progetto superiore che salverà l’Umanità. Questo messianismo cinese, che ovviamente prevede l’instaurazione di un autoritarismo di Stato, al di sopra del quale troneggerà un Partito Comunista onnipotente, non nutre altro che disprezzo per la democrazia perché – secondo Xi – “la governance globale è impossibile senza guidare il modo in cui le persone pensano”, secondo un documento recentemente diffuso dal Comitato Centrale Cinese. Questo credo comunista esorta a predare il libero mercato e il capitalismo per raggiungere una situazione di unificazione “organica” tra Stato e mercato, dove le diverse culture ed etnie siano chiamate a fondersi sotto a una leadership cinese, che dovrebbe omogeneizzare questo insieme eterogeneo. Pertanto, l’odio dei comunisti cinesi nei confronti dello stile di vita occidentale (largamente influenzato dal modello americano) non lascia loro altra alternativa che la “vittoria totale”, secondo la loro stessa espressione.

Tuttavia, i cinesi dovranno rivedere il proprio modello, per lo meno mettere seriamente in discussione i loro processi decisionali, poiché le misure pericolose e gli altri esperimenti decretati a partire dal 2020 hanno buone probabilità di ricordare alla memoria delle loro ambizioni sproporzionate la presenza di una gravità sul punto di riportarli sulla terra in modo brutale. Conflitti, recentemente accompagnati da brutalità poliziesche, virus fuggito da un laboratorio con disastrose ripercussioni universali, mercato immobiliare nazionale che crolla sotto al peso della loro goffaggine, caccia alle streghe contro i loro fiori all’occhiello tecnologici, PIL negativo, Stato carente: tanti shock che sarà molto difficile spiegare – non a un mondo esterno che ora guarda la Cina con divertito stupore – ma a un’opinione interna che batte i piedi o addirittura si sente soffocare. In ogni caso, il Partito Comunista Cinese dimostra – sia internamente che esternamente – che la sua onnipotenza e infallibilità erano solo dei miti.

Michael Santi

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Trappole per turisti a Siracusa?

Trappole per turisti a Siracusa?

 

Siamo appena rientrati da una settimana in Sicilia, dove abbiamo girato in automobile, esplorando questa isola magnifica. Pensiamo che con una adeguata guida a livello regionale e comunale potrebbe trasformarsi nella Svizzera del Mediterraneo. Abbiamo ammirato monumenti straordinari e davvero il popolo siciliano è grande, cortese e ospitale.

Avevamo pubblicato un libro che documenta il sogno siciliano di una piena autonomia, scritto dal nostro Elio Insacco, medico inviato con l’esercito italiano in zone di guerra attorno al mondo, che ci ha ben preparati alla nostra visita. Abbiamo visitato la magnifica azienda vinicola “Principe di Butera”, a Butera, in provincia di Caltanissetta. Vino delizioso, e ambienti curatissimi, ma la strada per arrivarci ci ha ricordato certi angoli del Tibet, sia per via dei paesaggi che delle profonde buche!

Unico neo fra tante positive impressioni è stata una multa presa a Siracusa, che ci pare davvero bizzarra. Pare una trappola per turisti. Avevamo parcheggiato la nostra auto in Via Von Platen. A lato della strada erano indicati, in fila, rettangoli per i posti macchina. Un solo era disponibile con sotto uno sbiadito segno di passaggio pedonale. Dopo qualche esitazione abbiamo deciso di parcheggiare, pensando che il segno di parcheggio annullava il passaggio pedonale, altrimenti che significato avrebbe avuto quel rettangolo bianco stampato sopra?

 

Al ritorno del nostro giro, dopo tre ore, abbiamo trovato la multa, che abbiamo provveduto a pagare quella stessa sera. L’impressione è davvero che quella sia una trappola per turisti.

 

 

 

Giunta PD a Verona, oppure Giunta Opus Dei?

Giunta PD a Verona, oppure Giunta Opus Dei?

Si racconta che il PD abbia espugnato Verona. Eppure i suoi attivisti non mostrano un eccessivo entusiasmo per la vittoria.
Anzi, alcuni di loro sono oggettivamente infuriati per le scelte fatte dal sindaco, Damiano Tommasi, e cominciano a sospettare di essere stati usati come dei taxi.
Damiano Tommasi non si era mai dichiarato di sinistra, o vicino al PD e ad alcuni dei loro cavalli di battaglia, come il gender e lo jus soli, ma aveva piuttosto  mantenuto un cauto silenzio, sfoggiando costantemente un enigmatico sorriso, che ci ricordava la Gioconda.
La rabbia degli attivisti PD dopo le sue scelte per le posizioni nella giunta sono comprensibili. Questa vede il predominio di membri, simpatizzanti o aderenti, della Opus Dei. Anche il vecchio sindaco, Federico Sboarina, era un Opus Dei, ma le scelte di Tommasi, attivo membro Opus Dei, paiono essere state guidate più dalla sua appartenenza all’ordine creato da San Josemaria Escrivà, che alla partitica.
Niente di male, anzi, tranquillizzante, essendo l’Opus Dei un ordine benefico di grande spessore morale, che fa tutto alla luce del sole. Dobbiamo dimenticare Il Codice da Vinci, scritto da quel analfabeta di ritorno di Dan Brown.

 

 

La donna americana che inventò il sacchetto di carta per la spesa, Margaret Knight

La donna americana che inventò il sacchetto di carta per la spesa, Margaret Knight

Se avete mai portato a casa la spesa in un sacchetto di carta, potete ringraziare Margaret E. Knight. È un nome che quasi sicuramente non avete mai sentito, associato a un’invenzione che sembra troppo ovvia per essere notata. Ma il sacchetto di carta marrone è una delle tante comodità moderne che, banale col senno di poi, non era affatto scontata prima del suo concepimento. Il sudore e il sacrificio che il suo creatore ha sopportato per portare questo oggetto apparentemente semplice nelle nostre vite merita la nostra ammirazione. In un’epoca in cui si presumeva che le donne non fossero abbastanza intelligenti per inventare qualcosa, Margaret Knight ha dimostrato un’energica determinazione nel realizzare il suo ingegno e nel non permettere ad altri di prendersi il merito del suo lavoro originale.

Il padre morì poco dopo la sua nascita, nel 1838, lasciando la famiglia in povertà. Ma lasciò qualcosa, una vecchia cassetta degli attrezzi, e da questo contenitore sbocciò l’attitudine naturale della giovane “Mattie”. La usò per costruire giocattoli per i suoi fratelli e per i bambini del posto, ricordando in seguito: “Ero famosa per i miei aquiloni e le mie slitte erano l’invidia e l’ammirazione di tutti i ragazzi della città”. In un quaderno intitolato “Le mie invenzioni”, iniziò l’abitudine di disegnare le sue idee per tutta la vita.

All’età di 12 anni, lasciò la scuola per lavorare in una fabbrica tessile, sopportando ore estenuanti in condizioni spaventose. Un giorno, un filo si spezzò su una macchina vicina, causando il distacco di una navetta con la punta d’acciaio (la parte del telaio utilizzata per tessere i fili). Una ragazza che viveva accanto a Mattie fu colpita alla testa e gravemente ferita, un evento fin troppo comune nei cotonifici dell’epoca. Mattie abbozzò una soluzione al problema sul suo quaderno, che prevedeva l’aggiunta di una protezione metallica alla piastra della scatola che avrebbe impedito a una navetta di volare fuori dal suo binario. Mostrò il disegno a un operaio di un’officina meccanica locale, che fece passare l’idea ai piani alti dell’azienda. Ben presto questa “protezione per la navetta” divenne un accessorio standard nei telai di tutta la nazione. Mattie, tuttavia, non ricevette alcun compenso per la sua invenzione salvavita, poiché era troppo giovane per registrarla.

Continuò a lavorare nello stabilimento fino all’età di 18 anni, poi si dilettò in vari mestieri nei 10 anni successivi: dagherrotipia, fotografia, incisione, tappezzeria e riparazione di case, tra gli altri. Ma fu dopo la guerra civile che trovò il lavoro che le cambiò la vita: una macchinista presso la Columbia Paper Bag Company di Springfield, nel Massachusetts. In quell’occasione, ricevette due terzi del salario dei dipendenti maschi che svolgevano lo stesso lavoro; si pensava che le donne non solo fossero meno competenti degli uomini con i macchinari, ma che indossassero anche abiti “discutibili” che occupavano troppo spazio e costituivano un pericolo per il posto di lavoro.

Durante il suo impiego presso l’azienda, studiò le macchine e notò le carenze nella loro efficienza, oltre ai problemi del sacchetto di carta dell’epoca, che aveva la forma di una busta e non poteva stare in piedi né reggere molto peso senza strapparsi. Nei due anni successivi, lavorando nel seminterrato della sua abitazione, procedette ad abbozzare miglioramenti e a realizzare modelli elementari per i suoi progetti. Quando arrivò il momento di realizzare un prototipo in legno, Knight aprì la vecchia cassetta degli attrezzi del padre. L’aveva tenuta con sé per tutti questi anni, portandola con sé ovunque andasse, per mantenere vivo il suo ricordo. Utilizzando solo gli oggetti arrugginiti di questo caro cimelio in decomposizione, costruì un dispositivo in grado di tagliare, piegare e incollare con successo la carta per realizzare le borse a fondo piatto che oggi conosciamo bene. Si trattava di una macchina che poteva svolgere il lavoro di trenta operai in una frazione del tempo. Questi nuovi sacchetti potevano stare in piedi e reggere più peso di quelli prodotti attualmente, rivoluzionando potenzialmente il settore, se solo Knight fosse riuscito ad acquisire i diritti necessari per vendere la macchina.

Intenzionata a ottenere un brevetto, si recò in un’officina meccanica di Boston e diede istruzioni per far costruire un modello in ferro dal suo prototipo in legno. Dopo aver fatto ciò, si recò all’ufficio brevetti, solo per scoprire che qualcun altro aveva presentato un progetto per la stessa invenzione pochi giorni prima. La Knight rimase sconcertata e poi indignata. Venne a sapere che un uomo di nome Charles F. Annan si era recato spesso all’officina meccanica, aveva studiato il prototipo della Knight con l’inganno e lo aveva spacciato per suo.

La donna intentò una causa contro Annan, utilizzando gli ultimi risparmi per assumere un avvocato. Durante un processo durato più di due settimane, la donna spese cento dollari al giorno (nella valuta del 1870), mentre i testimoni venivano chiamati a testimoniare la priorità dell’invenzione della Knight. La difesa cercò di costruire un caso contro di lei basato sull’inferiorità femminile, con Annan che dichiarò sotto giuramento che “la signorina Knight non poteva assolutamente comprendere le complessità meccaniche della macchina”. Per controbattere a queste accuse, la Knight salì sul banco dei testimoni e disse alla corte: “Fin dai miei primi ricordi ho avuto a che fare in qualche modo con i macchinari”. Descrisse la sua storia di impiego nel settore manifatturiero prima di mostrare le cianografie, i primi modelli del progetto e le annotazioni intime del diario che descrivevano i progressi del suo lavoro nell’arco di due anni.

Di fronte alla prova che una donna aveva effettivamente inventato l’oggetto, l’avvocato della difesa cercò di far pendere il caso a favore di Annan sostenendo che era passato troppo tempo tra l’ideazione della macchina da parte di Knight e la richiesta di brevetto. Il processo avrebbe dovuto durare mesi, non anni. Gli esaminatori dell’Ufficio Brevetti, tuttavia, hanno tenuto conto degli ostacoli legati alle circostanze e al sesso della Knight, aggiungendo che quest’ultima aveva esercitato una “diligenza adeguata” di “carattere notevole” nel portare a termine il suo progetto. Il giudice le diede ragione e chiuse il caso con l’osservazione: “Il signor Annan sarà per sempre disonorato nella storia”.

Dopo il processo, la Knight attirò l’attenzione internazionale. Rifiutò un’offerta di 50.000 dollari per l’acquisto del brevetto e si associò con un finanziatore per aprire la Eastern Paper Bag Company. L’accordo commerciale prevedeva un pagamento anticipato, oltre a royalties su ogni borsa prodotta e azioni della società.

Nei quattro decenni successivi, Knight si allargò nei settori delle calzature, della gomma e delle automobili. Ottenne brevetti per (tra le altre cose) una macchina che tagliava le suole delle scarpe, pneumatici “non sdrucciolevoli”, un motore a combustione interna e un motore rotativo soprannominato “Knight Silent Motor”. Tra le altre invenzioni figurano una numeratrice, una macchina che produceva ante di finestre e uno “scudo per abiti e gonne”. Al momento della sua morte, avvenuta nel 1914, possedeva 22 brevetti a suo nome, e le sono attribuite altre 65 invenzioni, grazie a brevetti detenuti dai suoi investitori e datori di lavoro. Dopo la sua morte, avvenuta all’età di 76 anni, un necrologio locale la definì “la donna Edison”.

In un’intervista del 1872 al “Woman’s Journal”, alla Knight fu chiesto come una donna priva di istruzione formale avesse potuto inventare la sua macchina per sacchetti di carta. In risposta, citò la sua predisposizione innata:

“Stavo solo seguendo la natura. Da bambina non mi sono mai interessate le cose che di solito fanno le ragazze; le bambole non hanno mai avuto alcun fascino per me. … Le uniche cose che desideravo erano un coltello a serramanico, una pinza e dei pezzi di legno. Le mie amiche erano inorridite”.

Conclude dicendo: “Non sono sorpresa di quello che ho fatto; mi dispiace solo di non aver avuto la stessa possibilità di un ragazzo”. In un’epoca in cui il ruolo della donna non era associato all’imprenditorialità e in cui le poche inventrici presenti sul mercato presentavano per lo più brevetti legati alla sfera domestica (nascondendo poi il loro sesso sui documenti del brevetto), la Knight stava contribuendo all’industria manifatturiera con il proprio nome. La sua storia di successo la rende una delle prime donne a incarnare il sogno americano di raggiungere la prosperità materiale attraverso la creatività e la diligenza.

Il design del sacchetto di carta ha subito alcuni miglioramenti da quando la Knight ha brevettato la sua macchina. In particolare, le versioni odierne hanno lati pieghettati che rendono la piegatura più compatta. In sostanza, però, sono rimasti gli stessi e Knight sarebbe ancora in grado di riconoscere la sua invenzione che, a più di 150 anni dal suo brevetto, è ancora ampiamente utilizzata ovunque. La prossima volta che andrete a fare la spesa, pensate all’inventrice Margaret Knight.

 

Questo articolo è stato pubblicato originariamente sulla rivista American Essence da Andrew Benson Brown

Marito e moglie in casa, secondo un manuale per gentiluomini del 1881

Marito e moglie in casa, secondo un manuale per gentiluomini del 1881

Questo è un estratto di “Our Deportment”, un codice di buone maniere per la società raffinata di John H. Young A.M., pubblicato nel 1881. Lo proponiamo nella speranza di promuovere una condotta da gentiluomini tra gli uomini e le donne, giovani e meno giovani, nel mondo di oggi, spesso squilibrato.

 

La casa è il regno della donna e lì regna sovrana. Abbellire quella casa, rendere felice la vita del marito e dei suoi cari affidati alla sua fiducia, è l’onorato compito che spetta alla moglie. Sia lode a colei che governa e governa in quel regno in modo tale che coloro che sono cresciuti sotto il suo tetto “si alzeranno e la chiameranno benedetta”.

UNA CASA.

Dopo il matrimonio, uno dei primi requisiti per la felicità è una casa. Questa si trova raramente in una pensione o in un albergo, e non sempre sotto il tetto dei genitori del marito o della moglie. Il più delle volte si trova in una casa o addirittura in un cottage, al di fuori dell’immediata frequentazione di parenti o amici, conoscenti o estranei, e qui marito e moglie possono iniziare concretamente quella nuova vita di cui hanno sognato con affetto; e dalle loro azioni deve dipendere il loro futuro benessere.

LA COMPAGNIA A CASA.

Marito e moglie dovrebbero ricordare, quando iniziano la loro nuova vita matrimoniale, che saranno compagni di vita, che l’affetto che hanno posseduto ed espresso come amanti deve maturare in una devozione a vita per il benessere e la felicità l’uno dell’altro, che l’amicizia più stretta deve nascere dal loro primo amore e che ognuno deve vivere e lavorare per l’altro. Devono cercare di essere compagni congeniali l’uno all’altro, in modo che ogni ora trascorsa insieme sia reciprocamente piacevole. Devono cercare di avere gli stessi gusti, in modo che ciò che piace all’uno sia piacevole anche per l’altro, e ciò che è sgradevole per uno non lo sia meno per l’altro. Ognuno deve cedere nelle questioni in cui è giusto cedere, ed essere fermo solo quando si tratta di dovere. Con una salda fiducia l’uno nell’altro, essi devono sempre rimanere, affinché ciascuno possa dire al mondo: “Possiedo una persona sul cui carattere e sul cui cuore posso appoggiarmi come su una roccia”.

COMPORTAMENTO DI MARITO E MOGLIE.

Nessuno dei due deve mai ingannare l’altro o fare qualcosa per scuotere la fiducia dell’altro, perché una volta ingannato, il cuore non può più fidarsi completamente. Il riconoscimento dei difetti deve essere fatto solo con critiche dolci e moderate, e poi con parole amorevoli e sguardi piacevoli. Accettate le debolezze dell’altro e allo stesso tempo cercate di reprimerle reciprocamente. Per migliorare reciprocamente, marito e moglie dovrebbero ricevere e dare correzioni l’uno all’altro in uno spirito di gentilezza, e così facendo si prepareranno per l’opera che Dio dà ai genitori di formare vite utili qui e nell’aldilà. Il loro motto deve essere “fedele fino alla morte in ogni cosa” e devono essere tolleranti con le peculiarità dell’altro.

Entrambi devono mantenere una stretta sorveglianza sulla lingua, in modo che nessuno dei due possa pronunciare qualcosa di scortese, sprezzante o severo, e sorvegliare il loro temperamento, in modo che nessuno dei due possa mai appassionarsi o diventare imbronciato o moroso in presenza l’uno dell’altro. Non devono pretendere troppo l’uno dall’altro; se uno dei due si offende, è compito dell’altro perdonare, ricordando che nessuno è esente da difetti e che tutti siamo costantemente in errore.

Se per caso, dopo aver affrontato la dura realtà della vita, scoprono di aver commesso un errore, di non essere ben affiatati, devono accettare l’inevitabile e resistere fino alla fine, “nella buona e nella cattiva sorte”, perché solo così possono trovare consolazione per aver scoperto, troppo tardi, di non essere adatti a una compagnia che duri tutta la vita. Un giornalista ha detto: “Nessuna lezione appresa con l’esperienza, per quanto acutamente insegnata e tristemente guadagnata, può illuminare i sensi intorpiditi che l’amore ha addormentato con il suo fascino magico; e le cose chiare come il sole in cielo per gli altri sono oscure come la notte, insondabili come il mare, per coloro che si lasciano amare prima di provare”.

DOVERI DELLA MOGLIE NEI CONFRONTI DEL MARITO.

La moglie deve ricordare che il dovere di rendere felice la casa ricade in gran parte su di lei. Non deve fare nulla per far sentire il marito a disagio, né mentalmente né fisicamente, ma d’altra parte deve sforzarsi al massimo di fare tutto ciò che è meglio calcolato per fargli piacere, mostrandogli continuamente che il suo amore, promesso sull’altare, rimane saldo e che nessuna vicissitudine della fortuna può cambiarlo o diminuirlo.

Non deve mai abbandonarsi a scatti d’ira, a crisi isteriche o ad altre abitudini di cattiva educazione che, sebbene facili da vincere all’inizio, crescono e si rafforzano con l’indulgenza, se vuole mantenere il marito come amante e amico più caro e vicino. Per quanto riguarda l’abbigliamento e l’aspetto personale, la donna dovrebbe essere ordinata e pulita sia a casa che in società, e le sue maniere nei confronti del marito dovrebbero essere altrettanto gentili e piacevoli sia quando è sola con lui che in compagnia. Deve tenere presente che mantenere la buona opinione del marito vale molto di più che ottenere la buona opinione di centinaia di devoti della società, e che come possiede l’amore e la fiducia del marito, così riceverà il rispetto e la stima di tutti i suoi amici.

Dovrebbe stare attenta a non confidare ad altri i piccoli malintesi o i piccoli litigi tra lei e il marito, se dovessero verificarsi. Questo è il metodo più sicuro per allargare la rottura dell’armonia che può verificarsi tra marito e moglie, perché più si parla di queste incomprensioni e più si ricevono consigli dai suoi confidenti, meno è probabile che i rapporti armoniosi vengano ripresi rapidamente.

LA MOGLIE COME COMPAGNA DI VITA.

Una moglie dovrebbe agire apertamente e onorevolmente per quanto riguarda le questioni di denaro, tenendo un resoconto esatto delle sue spese e guardandosi accuratamente da ogni stravaganza; e mentre il marito è industriosamente al lavoro, dovrebbe cercare di incoraggiarlo, con la sua stessa frugalità, a essere economico, parsimonioso, intraprendente e prospero nei suoi affari, in modo che possa essere meglio in grado, con il passare degli anni e con le preoccupazioni familiari che premono più pesantemente su ciascuno, di permettersi tutti i comfort e forse alcuni dei lussi di una casa felice. Nessuna condizione è disperata se la moglie possiede fermezza, decisione ed economia, e nessuna prosperità esteriore può contrastare l’indolenza, la follia e la stravaganza in casa. La moglie deve conoscere l’indole e i gusti del marito e cercare di condurlo a pensieri alti e nobili, a scopi elevati e a comodità temporali; deve essere sempre pronta a dargli il benvenuto a casa e, in sua compagnia, distogliere i suoi pensieri dagli affari e condurlo al godimento delle comodità e della felicità domestica. L’influenza di una buona moglie sul marito può essere molto grande, se la esercita nella giusta direzione. Dovrebbe, soprattutto, studiare per imparare l’indole del marito e se, per caso, si trovasse unita a un uomo dal temperamento rapido e violento, è necessaria la massima discrezione e una perfetta equanimità da parte sua, perché dovrebbe avere un controllo così perfetto su se stessa da calmare gli spiriti turbati.

I DOVERI DI UN MARITO.

Non si deve pensare che spetti solo alla moglie rendere felice la vita coniugale e la casa. Deve essere sostenuta nei suoi nobili sforzi da colui che l’ha strappata al focolare dei genitori e agli amici gentili per essere la sua compagna nel pellegrinaggio della vita. L’ha sistemata in una nuova casa, dotata di tutte le comodità che i suoi mezzi gli consentono, e l’intera corrente delle loro vite è cambiata. Il suo dovere costante nei confronti della moglie è quello di essere sempre gentile e attento, di amarla come ama se stesso, anche sacrificando il proprio benessere personale per la sua felicità. Dal suo affetto per lei dovrebbero nascere un’amicizia e un affiatamento che non si possiedono per nessun’altra persona. Le sue serate e i suoi momenti liberi devono essere dedicati a lei e devono essere utilizzati per il loro progresso intellettuale, morale e sociale.

Le preoccupazioni e le ansie degli affari non dovrebbero escludere le attenzioni dovute alla moglie e alla famiglia, mentre lui dovrebbe tenerla accuratamente informata sulla situazione dei suoi affari. Molte mogli sono in grado di dare al marito consigli importanti su vari dettagli della sua attività e, se conoscono la situazione dei suoi affari finanziari, saranno in grado di regolare le loro spese di conseguenza.

È dovere del marito unirsi alla moglie in tutti i suoi sforzi per istruire i figli, rimandare a lei tutte le questioni relative alla loro disciplina, aiutandola in questo senso quando lo richiede. Nelle faccende domestiche la moglie ha un ruolo predominante ed egli non deve mai interferire con l’autorità e il governo di lei in questa sfera. È suo dovere e dovrebbe avere il piacere di accompagnarla in chiesa, agli incontri sociali, alle conferenze e nei luoghi di intrattenimento che entrambi apprezzano. In effetti, non dovrebbe partecipare a un incontro sociale se non accompagnato dalla moglie, né andare a un intrattenimento serale senza di lei. Se il luogo non è adatto alla moglie, non lo è nemmeno per lui.

Se da un lato deve dare alla moglie la sua perfetta fiducia nella sua fedeltà, confidando implicitamente nel suo onore in ogni momento e in ogni luogo, dall’altro deve rimanere fedele e costante con lei, senza darle motivo di lamentarsi. Dovrebbe passare inosservato ogni sgradevole particolarità ed errore, avendo cura al momento opportuno, e senza offendere, di ricordarglielo, con l’idea di farglielo correggere. Non deve mai cercare di farle abbandonare le sgradevoli abitudini o peculiarità che può avere, ridicolizzandole. Dovrebbe incoraggiarla in tutti i suoi progetti per promuovere il benessere della sua famiglia o nei lodevoli sforzi per promuovere la felicità degli altri, impegnandosi in quelle opere di benevolenza e carità che i doveri della sua casa le permetteranno di compiere.

Il marito, infatti, dovrebbe comportarsi nei confronti della moglie come un perfetto gentiluomo, considerandola come la “migliore donna del paese”, alla quale, al di sopra di tutti gli altri esseri terreni, deve la massima fedeltà. Se si sforzerà di agire in questo modo, il suo buon senso e il suo giudizio gli detteranno le tante piccole cortesie che le sono dovute e che ogni buona moglie non può non apprezzare. L’osservanza delle regole di cortesia non è più auspicabile che nella cerchia domestica, tra marito e moglie, genitori e figli.