Si parla molto delle mancanze della nostra sanità ma pochi, neppure la Lega, sottolineano un fatto estremamente importante e che risulta collegato al problema degli sbarchi fuori controllo nel Sud e delle frontiere colabrodo a settentrione.
Il problema è che tutta la massa di questa immigrazione verrà presa in carico gratuitamente dal nostro servizio sanitario. Basta andare in un pronto soccorso di un ospedale per osservare il grande numero di extracomunitari che vi vengono curati, spesso senza che neppure abbiano un cartellino sanitario. Parliamo di centinaia di milioni di euro ogni anno. Molti di questi extracomunitari arrivano da Paesi dove è comune il matrimonio fra cugini e questo crea un forte incremento di malattie di origine genetica, che dovranno in qualche modo essere prese in carico dalla nostra sanità.
La reazione delle forze politiche nazionali è quello dello struzzo, ma i soldi alla fine andranno tirati fuori e il Governo li dovrà andare a prendere dalle tasche dei lavoratori. Per questo è da “mondo al contrario” che i nostri sindacati siano così a favore della immigrazione selvaggia, che va tutta a discapito delle classi più povere del nostro Paese.
Donald Trump ha vinto le elezioni negli USA soprattutto per questo motivo: perché la massa degli immigrati del Sud America e i cittadini più poveri americani vengono assistiti gratuitamente a spese della classe media americana, che con il partito democratico al potere si è sentita cornuta e mazziata.
Questo è un avvertimento molto chiaro dal quale dovrebbero trarre insegnamento anche il PD e la CGIL.
Nel 2016, dopo la prima elezione di Trump a Presidente degli Stati Uniti, tutti i giornali e le televisioni del mondo, parlarono di Fred Trump, suo padre come di un simpatizzante fascista che fu arrestato durante delle proteste razziste a New York, guidate da fascisti italiani e dal Ku Klux Klan.
Suo figlio, Donald Trump, aveva negato l’arresto, ma sono emersi nuovi documenti che dimostrano come in realtà sia stato detenuto per un paio d’ore e poi rilasciato su cauzione. Durante l’incidente – che non fu affatto una rissa – due italiani vennero uccisi nel Queens, mentre nello stesso giorno 1.000 aderenti del KKK in abito bianco marciavano nel quartiere ad alta densità d’immigrazione e scoppiarono degli incidenti.
Ci chiediamo quale sia stata la rissa a cui Fred Trump aveva partecipato. La spiegazione sembra semplice: certamente non per i fascisti, perché l’omicidio dei due giovani italiani fu solo un’esecuzione a sangue freddo, in stile mafioso, forse eseguita da antifascisti o da gangster. I due immigrati italiani assassinati furono Joseph Carisi, 39 anni, e Nicholas Amoroso, di 22 anni, che sono stati trovati accoltellati e colpiti ripetutamente, a Times Square, New York. Indossavano effettivamente delle camicie nere e sembra che fossero diretti a partecipare, con altri 400 fascisti, alla istituzionale parata del Memorial Day di Manhattan. L’allora presidente della Lega Fascista del Nord America, il Conte di Revel, minimizzando la natura di quel crimine, lo definì “un semplice omicidio” avvenuto non per motivi politici. Ma in seguito Benito Mussolini attribuì la colpa della loro morte a “traditori dell’Italia e della rivoluzione fascista”, forse utilizzandoli come martiri della causa fascista.
Fred Trump non ebbe nulla a che fare con l’uccisione dei due immigrati italiani né con la sfilata del KKK e, pertanto, il 21enne Fred Trump fu forse fermato per il raduno del KKK solo perché abitava lì. Secondo il rapporto della polizia fu fermato perché la polizia gli disse di andarsene ma lui si rifiutò di farlo…dato che ci viveva.
I giovani non ricordano la campagna elettorale dalla quale uscì vincitore Ronald Regan, noi la ricordiamo. I toni erano simili agli attuali (con meno turpiloquio) e i liberals, inclusi quelli che apparivano sulla RAI, dicevano che era troppo conservatore e troppo vecchio, che parlava alla pancia del Paese, non ai giovani. Poi Regan vinse, non avevano capito nulla del voto negli USA…
Ecco come vedo le prossime elezioni negli USA, nonostante tutte le stupidaggini che ci propina la TV:
1. Il problema più grande che la gente deve affrontare è l’inflazione. La famiglia media di lavoratori ha difficoltà ad arrivare a fine mese. Attribuiscono la colpa alla coppia Biden e Harris.
2. L’idea che Trump sia Hitler non conta nulla. Nel 2020 sembrava più autoritario. Ora, è circondato da RFK, Elon, JD, Tulsi ecc. gente che non ha problemi a rispondergli che sta sbagliando, quando sbaglia.
3. La gente non vuole più guerre. I democratici sembrano più falchi dei repubblicani.
4. Kamala è oggettivamente poco attraente. Biden almeno era un personaggio conosciuto. Kamala sembra avere problemi di alcolismo. I suoi schiamazzi e le sue risate a fauci aperte sono orribili.
5. I cripto/Bitcoin sono elettori monotematici e questo conta. I bookmakers puntano su Trump: per 100 dollari puntati su Trump ne vinci 165, se ne punti 100 su Kamala ne vinci 240.
6. I collegi elettorali giocano a favore di Trump. Penso che otterrà uno tra WI, MI, PA. Ma forse tutti e tre.
7. L’America ama i ritorni di chi è caduto in basso e si rialza. Trump è quel genere di uomo.
Joe Biden ha appena lanciato un insulto particolarmente sgradevole al Giappone, uno stretto alleato degli Stati Uniti, durante un suo evento della campagna elettorale. Il presidente ha accusato i giapponesi, insieme a Cina, Russia e India, di essere “xenofobi” nella loro riluttanza ad accogliere un gran numero di immigrati, e di danneggiare per conseguenza le loro economie: “Perché la Cina è in una fase di stallo economico così grave? Perché il Giappone ha problemi, perché la Russia, perché l’India? Perché sono xenofobi. Non vogliono gli immigrati. Gli immigrati sono ciò che ci rende forti”, ha detto mercoledì a una raccolta fondi a Washington.
In Giappone è stato colpito con una stilettata a tradimento e non la dimenticherà presto, pur conoscendo il rimbambimento generale dell’uomo. Ciò che ha stupito tutti è stata l’intensità del fiele versato, come se in ufficio un collega con cui hai sempre pensato di avere rapporti amichevoli ti dicesse improvvisamente che ti odia a morte.
Ma Biden ha ragione? Beh, ha ragione a dire che l’economia giapponese è in difficoltà. Il Fondo Monetario Internazionale ha previsto una crescita degli Stati Uniti del 2,7% contro lo 0,9% del Giappone. Ma dare la colpa a questo fenomeno alla xenofobia è fuori luogo. E tanto per cominciare, Biden si sbaglia nei fatti: Il Giappone ha aperto le porte agli immigrati – immigrati legali, s’intende – negli ultimi anni, non nel modo caotico degli Stati Uniti, ma attraverso modifiche attente ma sostanziali alle sue politiche di ammissione. Nei prossimi cinque anni dovrebbero entrare nel Paese altri 800.000 lavoratori qualificati.
I cambiamenti sono più evidenti a Tokyo dove, oltre al significativo aumento dei lavoratori stranieri, un boom turistico alimentato dallo yen debole ha reso quotidiana la vista di stranieri disorientati che si aggirano per la stazione di Shinjuku. Alcuni abitanti del luogo sono irritati per il sovraffollamento nei luoghi turistici più frequentati, ma l’aumento della presenza straniera, sia di lavoratori che di turisti, è stato generalmente accolto con favore. Un sondaggio del quotidiano Asahi, pubblicato il mese scorso, ha rilevato che il 62% della popolazione sostiene che dovrebbero essere ammessi più lavoratori stranieri.
Questo insulto è particolarmente sentito dai giapponesi, perché arriva a meno di un mese da un sontuoso incontro tra Biden e il primo ministro giapponese Fumio Kishida. C’era una banda musicale, una cena di Stato e un’atmosfera di ammirazione reciproca, il tutto pensato per presentare i due leader non solo come alleati convinti, ma anche come amici.
In ogni caso, il Giappone non è l’America, una nazione di immigrati. Come ogni giapponese vi dirà entro cinque minuti dall’inizio di una conversazione, il Giappone ha una cultura unica. Ed è una cultura in cui il galateo gioca un ruolo essenziale nel mantenere l’armonia sociale. Le regole sono infinite, per lo più non dette, che dall’esterno pochi percepiscono.
Il Procuratore Generale di New York Letitia James, considerava Trump colpevole prima di guardare le carte, dunque la condanna a pagare 355 milioni di multa non ha sorpreso nessuno.
Ecco la voce della giustizia americana: parziale, politicizzata, odiosamente banale. Nonostante le parole forti e le multe massicce, la candidatura di Trump sta diventando sempre più forte.
Sarà anche grazie a Fani Willis, il Procuratore Generale della Contea di Fulton. Ad agosto è stata considerata un esempio di giustizia, in quanto ha incriminato Donald Trump con l’accusa di ‘racket elettorale’. Tuttavia, Willis è ora accusata di vivere agiatamente a spese dei contribuenti con il suo amante, Nathan Wade, che si dà il caso sia uno dei procuratori speciali da lei assunti per dare la caccia a Trump e ai suoi associati.
Le regole non si applicano a tutti, e questo sì, lo sanno tutti. Le regole non si applicavano alla famiglia Trump fino a quando Donald Trump non è diventato Presidente degli Stati Uniti e la classe dirigente americana ha avuto un esaurimento nervoso. Ma questi magistrati americani dovrebbero studiare la vicenda di Silvio Berlusconi, e capirebbero.
Dopo una lunga indagine e un procedimento giudiziario diretto da James, il giudice Arthur F. Engoron ha emesso una sentenza contro i Trump e l’Organizzazione Trump. Ha imposto multe di 355 milioni di dollari, più gli interessi, all’ex Prima Famiglia per aver gonfiato in modo fraudolento il valore dei loro beni al fine di ottenere condizioni di prestito più favorevoli.
L’entità della somma richiesta può essere scioccante, ma non lo è la sentenza. A settembre, prima dell’inizio del processo, il giudice Engoron aveva già stabilito che le dichiarazioni dell’Organizzazione Trump ‘contengono chiaramente valutazioni fraudolente’.
Si tratta di una causa civile, che richiede una ‘preponderanza di prove’ perché l’accusato sia ritenuto responsabile, piuttosto che di una causa penale, che richiede una prova di colpevolezza ‘oltre ogni ragionevole dubbio’.
Trump farà appello. Il caso si trascinerà, probabilmente, fino a dopo le elezioni. I media passeranno all’accusa criminale di ‘soldi sporchi’. Ma Trump continuerà a dire che le ‘repubbliche delle banane’ si comportano in questo modo con i candidati presidenziali. E non ha tutti i torti.
Continuerà a sottolineare che i Democratici hanno armato il sistema giudiziario contro di lui; che la James è – come altri che lo perseguono in altri Stati – una Democratica palesemente prevenuta, eletta al suo ruolo con l’impegno di perseguitare Donald Trump nei tribunali. E ha ragione.
Ogni altra grande azienda immobiliare di New York troverà ora i suoi registri aziendali esaminati con la lente d’ingrandimento alla ricerca di irregolarità? Ovviamente, no.
Ogni persona ragionevole può vedere che questi magistrati sono animati da una feroce ostilità nei confronti dei Trump. Molti media stanno già scrivendo che il verdetto è una rivendicazione per James, dopo essere stata derisa e maltrattata da Trump. E come figura politica, sembra apprezzare l’adulazione pubblica, ma potrebbe non sentirsi così intelligente tra nove mesi. Perché se Trump riconquisterà la Casa Bianca, sarà in gran parte grazie a lei, a Letitia James e agli altri antagonisti togati.
Gli americani sono sempre più stanchi della persecuzione legale di Trump, su così tanti fronti. Trovano l’ovvia corruzione del processo giudiziario per fini politici molto più ipocrita e odiosa dei crimini di Trump.
I fan di Trump ovviamente faranno il tifo per il loro eroe, mentre lui sbraita follemente su un’altra ‘caccia alle streghe’ e insiste di non aver fatto nulla di male. Ma voteranno in un solo modo a novembre. Saranno gli indipendenti, o gli elettori riluttanti di Trump, a decidere chi vincerà la Casa Bianca a novembre. E gli indipendenti non devono necessariamente amare Trump per capire che viene trattato ingiustamente. Trump lo sa. Può vedere che la sua campagna di rielezione è sbocciata solo da quando le accuse penali e i verdetti legali hanno iniziato a colpirlo. Attualmente ha un vantaggio significativo su Biden nei sondaggi per le elezioni, ecco perché sta mettendo i suoi processi al centro della sua campagna. Naturalmente, nessuno può dire con certezza come potrebbe reagire l’elettorato americano in generale, se Trump venisse condannato per un crimine in tribunale e magari gli venisse inflitta una pena detentiva. Ma ci saranno molti altri colpi di scena prima delle elezioni.
Intanto, Silvio Berlusconi, guarda giù dal Paradiso e sorride.
Le recenti scoperte di John Durham su Clinton sono state ignorate dai media mainstream.
I repubblicani hanno approfittato di un recente dossier presentato dal procuratore speciale John Durham che ha affermato che la campagna di Clinton e il Comitato Nazionale Democratico hanno cercato di infiltrarsi nei server della campagna di Trump e della Casa Bianca, sostenendo che i media mainstream stanno evitando di coprire le scoperte di Durham.
“Una società specializzata in investigazione in rete ha violato la Casa Bianca e spiato un presidente in carica. Questo dovrebbe preoccupare tutti. Ma i media tradizionali si rifiutano di coprirlo”, ha scritto il rappresentante Jim Jordan (R-Ohio) su Twitter. Il legislatore ha fatto commenti simili durante un’apparizione su Fox News il 14 febbraio.
“Sì, c’era lo spionaggio in corso, ed era peggio di quanto pensassimo, perché stavano spiando il presidente degli Stati Uniti”, ha detto Jordan a “Fox & Friends. “E questo arriva fino alla campagna della Clinton”.
La mozione di Durham dell’11 febbraio era collegata all’avvocato Michael Sussman, un ex avvocato di Perkins Coie che è stato accusato nel 2021 di aver mentito all’FBI quando avrebbe detto all’ufficio che non stava lavorando per la campagna di Hillary Clinton nel 2016, quando aveva dato all’agenzia documenti ormai smentiti che avrebbero collegato la Trump Organization a una banca russa. Sussmann ha negato di aver commesso errori e si è dichiarato non colpevole.
Nel frattempo, il rappresentante Michael Turner (R-Ohio) ha detto il 13 febbraio che l’indagine ha scoperto un “nuovo livello di corruzione” che solleva “gravi” preoccupazioni.”
Voglio dire, questa è una minaccia alla nostra stessa democrazia”, ha detto Turner a Fox News “Sunday Morning Futures”. “Non importa davvero di quale campagna politica si tratti o di quale partito politico si tratti. Questo è così sbagliato e le accuse di un tale livello di attività illegale che va direttamente alla nostra fede nel nostro governo che la verità deve essere trovata”. Sussmann, secondo le recenti scoperte “aveva raccolto e trasmesso le accuse all’FBI per conto di almeno due clienti specifici, tra cui un dirigente tecnologico (Tech Executive 1) di una società internet con sede negli Stati Uniti (Internet Company 1) e la campagna di Clinton”. I registri mostrano anche che ha “ripetutamente fatturato” la campagna per il suo lavoro riguardante le accuse intorno a Trump e alla banca russa.
“In relazione a questi sforzi, Tech Executive-1 ha sfruttato il suo accesso a dati Internet non pubblici e/o proprietari”. “Tech Executive-1 ha anche coinvolto l’assistenza dei ricercatori di un’università con sede negli Stati Uniti che stavano ricevendo e analizzando grandi quantità di dati Internet in relazione a un contratto di ricerca sulla sicurezza informatica del governo federale in sospeso”.
Durante lo scorso fine settimana, l’ex presidente Donald Trump ha rilasciato una dichiarazione dicendo che quanto scoperto da Durham conferma le sue affermazioni di lunga data che la sua campagna del 2016 e la sua presidenza sono state oggetto di una campagna di pressione diffusa diretta contro di lui perché nutre opinioni non ortodosse. Ha anche criticato i media per la loro copertura degli ultimi sviluppi.
“Mostra quanto siano totalmente corrotti e senza vergogna i media”, ha detto Trump nella dichiarazione. “Potete immaginare se i ruoli fossero stati invertiti e i repubblicani, in particolare il presidente Donald Trump, venissero sorpresi a spiare illegalmente l’ufficio del presidente? Si scatenerebbe l’inferno e la sedia elettrica verrebbe immediatamente tolta dal deposito. La buona notizia è che tutti stanno parlando non solo di questa atrocità contro la nostra nazione, ma che la stampa si rifiuta persino di menzionare il grande crimine che ha avuto luogo”.
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