Marito e moglie in casa, secondo un manuale per gentiluomini del 1881

Marito e moglie in casa, secondo un manuale per gentiluomini del 1881

Questo è un estratto di “Our Deportment”, un codice di buone maniere per la società raffinata di John H. Young A.M., pubblicato nel 1881. Lo proponiamo nella speranza di promuovere una condotta da gentiluomini tra gli uomini e le donne, giovani e meno giovani, nel mondo di oggi, spesso squilibrato.

 

La casa è il regno della donna e lì regna sovrana. Abbellire quella casa, rendere felice la vita del marito e dei suoi cari affidati alla sua fiducia, è l’onorato compito che spetta alla moglie. Sia lode a colei che governa e governa in quel regno in modo tale che coloro che sono cresciuti sotto il suo tetto “si alzeranno e la chiameranno benedetta”.

UNA CASA.

Dopo il matrimonio, uno dei primi requisiti per la felicità è una casa. Questa si trova raramente in una pensione o in un albergo, e non sempre sotto il tetto dei genitori del marito o della moglie. Il più delle volte si trova in una casa o addirittura in un cottage, al di fuori dell’immediata frequentazione di parenti o amici, conoscenti o estranei, e qui marito e moglie possono iniziare concretamente quella nuova vita di cui hanno sognato con affetto; e dalle loro azioni deve dipendere il loro futuro benessere.

LA COMPAGNIA A CASA.

Marito e moglie dovrebbero ricordare, quando iniziano la loro nuova vita matrimoniale, che saranno compagni di vita, che l’affetto che hanno posseduto ed espresso come amanti deve maturare in una devozione a vita per il benessere e la felicità l’uno dell’altro, che l’amicizia più stretta deve nascere dal loro primo amore e che ognuno deve vivere e lavorare per l’altro. Devono cercare di essere compagni congeniali l’uno all’altro, in modo che ogni ora trascorsa insieme sia reciprocamente piacevole. Devono cercare di avere gli stessi gusti, in modo che ciò che piace all’uno sia piacevole anche per l’altro, e ciò che è sgradevole per uno non lo sia meno per l’altro. Ognuno deve cedere nelle questioni in cui è giusto cedere, ed essere fermo solo quando si tratta di dovere. Con una salda fiducia l’uno nell’altro, essi devono sempre rimanere, affinché ciascuno possa dire al mondo: “Possiedo una persona sul cui carattere e sul cui cuore posso appoggiarmi come su una roccia”.

COMPORTAMENTO DI MARITO E MOGLIE.

Nessuno dei due deve mai ingannare l’altro o fare qualcosa per scuotere la fiducia dell’altro, perché una volta ingannato, il cuore non può più fidarsi completamente. Il riconoscimento dei difetti deve essere fatto solo con critiche dolci e moderate, e poi con parole amorevoli e sguardi piacevoli. Accettate le debolezze dell’altro e allo stesso tempo cercate di reprimerle reciprocamente. Per migliorare reciprocamente, marito e moglie dovrebbero ricevere e dare correzioni l’uno all’altro in uno spirito di gentilezza, e così facendo si prepareranno per l’opera che Dio dà ai genitori di formare vite utili qui e nell’aldilà. Il loro motto deve essere “fedele fino alla morte in ogni cosa” e devono essere tolleranti con le peculiarità dell’altro.

Entrambi devono mantenere una stretta sorveglianza sulla lingua, in modo che nessuno dei due possa pronunciare qualcosa di scortese, sprezzante o severo, e sorvegliare il loro temperamento, in modo che nessuno dei due possa mai appassionarsi o diventare imbronciato o moroso in presenza l’uno dell’altro. Non devono pretendere troppo l’uno dall’altro; se uno dei due si offende, è compito dell’altro perdonare, ricordando che nessuno è esente da difetti e che tutti siamo costantemente in errore.

Se per caso, dopo aver affrontato la dura realtà della vita, scoprono di aver commesso un errore, di non essere ben affiatati, devono accettare l’inevitabile e resistere fino alla fine, “nella buona e nella cattiva sorte”, perché solo così possono trovare consolazione per aver scoperto, troppo tardi, di non essere adatti a una compagnia che duri tutta la vita. Un giornalista ha detto: “Nessuna lezione appresa con l’esperienza, per quanto acutamente insegnata e tristemente guadagnata, può illuminare i sensi intorpiditi che l’amore ha addormentato con il suo fascino magico; e le cose chiare come il sole in cielo per gli altri sono oscure come la notte, insondabili come il mare, per coloro che si lasciano amare prima di provare”.

DOVERI DELLA MOGLIE NEI CONFRONTI DEL MARITO.

La moglie deve ricordare che il dovere di rendere felice la casa ricade in gran parte su di lei. Non deve fare nulla per far sentire il marito a disagio, né mentalmente né fisicamente, ma d’altra parte deve sforzarsi al massimo di fare tutto ciò che è meglio calcolato per fargli piacere, mostrandogli continuamente che il suo amore, promesso sull’altare, rimane saldo e che nessuna vicissitudine della fortuna può cambiarlo o diminuirlo.

Non deve mai abbandonarsi a scatti d’ira, a crisi isteriche o ad altre abitudini di cattiva educazione che, sebbene facili da vincere all’inizio, crescono e si rafforzano con l’indulgenza, se vuole mantenere il marito come amante e amico più caro e vicino. Per quanto riguarda l’abbigliamento e l’aspetto personale, la donna dovrebbe essere ordinata e pulita sia a casa che in società, e le sue maniere nei confronti del marito dovrebbero essere altrettanto gentili e piacevoli sia quando è sola con lui che in compagnia. Deve tenere presente che mantenere la buona opinione del marito vale molto di più che ottenere la buona opinione di centinaia di devoti della società, e che come possiede l’amore e la fiducia del marito, così riceverà il rispetto e la stima di tutti i suoi amici.

Dovrebbe stare attenta a non confidare ad altri i piccoli malintesi o i piccoli litigi tra lei e il marito, se dovessero verificarsi. Questo è il metodo più sicuro per allargare la rottura dell’armonia che può verificarsi tra marito e moglie, perché più si parla di queste incomprensioni e più si ricevono consigli dai suoi confidenti, meno è probabile che i rapporti armoniosi vengano ripresi rapidamente.

LA MOGLIE COME COMPAGNA DI VITA.

Una moglie dovrebbe agire apertamente e onorevolmente per quanto riguarda le questioni di denaro, tenendo un resoconto esatto delle sue spese e guardandosi accuratamente da ogni stravaganza; e mentre il marito è industriosamente al lavoro, dovrebbe cercare di incoraggiarlo, con la sua stessa frugalità, a essere economico, parsimonioso, intraprendente e prospero nei suoi affari, in modo che possa essere meglio in grado, con il passare degli anni e con le preoccupazioni familiari che premono più pesantemente su ciascuno, di permettersi tutti i comfort e forse alcuni dei lussi di una casa felice. Nessuna condizione è disperata se la moglie possiede fermezza, decisione ed economia, e nessuna prosperità esteriore può contrastare l’indolenza, la follia e la stravaganza in casa. La moglie deve conoscere l’indole e i gusti del marito e cercare di condurlo a pensieri alti e nobili, a scopi elevati e a comodità temporali; deve essere sempre pronta a dargli il benvenuto a casa e, in sua compagnia, distogliere i suoi pensieri dagli affari e condurlo al godimento delle comodità e della felicità domestica. L’influenza di una buona moglie sul marito può essere molto grande, se la esercita nella giusta direzione. Dovrebbe, soprattutto, studiare per imparare l’indole del marito e se, per caso, si trovasse unita a un uomo dal temperamento rapido e violento, è necessaria la massima discrezione e una perfetta equanimità da parte sua, perché dovrebbe avere un controllo così perfetto su se stessa da calmare gli spiriti turbati.

I DOVERI DI UN MARITO.

Non si deve pensare che spetti solo alla moglie rendere felice la vita coniugale e la casa. Deve essere sostenuta nei suoi nobili sforzi da colui che l’ha strappata al focolare dei genitori e agli amici gentili per essere la sua compagna nel pellegrinaggio della vita. L’ha sistemata in una nuova casa, dotata di tutte le comodità che i suoi mezzi gli consentono, e l’intera corrente delle loro vite è cambiata. Il suo dovere costante nei confronti della moglie è quello di essere sempre gentile e attento, di amarla come ama se stesso, anche sacrificando il proprio benessere personale per la sua felicità. Dal suo affetto per lei dovrebbero nascere un’amicizia e un affiatamento che non si possiedono per nessun’altra persona. Le sue serate e i suoi momenti liberi devono essere dedicati a lei e devono essere utilizzati per il loro progresso intellettuale, morale e sociale.

Le preoccupazioni e le ansie degli affari non dovrebbero escludere le attenzioni dovute alla moglie e alla famiglia, mentre lui dovrebbe tenerla accuratamente informata sulla situazione dei suoi affari. Molte mogli sono in grado di dare al marito consigli importanti su vari dettagli della sua attività e, se conoscono la situazione dei suoi affari finanziari, saranno in grado di regolare le loro spese di conseguenza.

È dovere del marito unirsi alla moglie in tutti i suoi sforzi per istruire i figli, rimandare a lei tutte le questioni relative alla loro disciplina, aiutandola in questo senso quando lo richiede. Nelle faccende domestiche la moglie ha un ruolo predominante ed egli non deve mai interferire con l’autorità e il governo di lei in questa sfera. È suo dovere e dovrebbe avere il piacere di accompagnarla in chiesa, agli incontri sociali, alle conferenze e nei luoghi di intrattenimento che entrambi apprezzano. In effetti, non dovrebbe partecipare a un incontro sociale se non accompagnato dalla moglie, né andare a un intrattenimento serale senza di lei. Se il luogo non è adatto alla moglie, non lo è nemmeno per lui.

Se da un lato deve dare alla moglie la sua perfetta fiducia nella sua fedeltà, confidando implicitamente nel suo onore in ogni momento e in ogni luogo, dall’altro deve rimanere fedele e costante con lei, senza darle motivo di lamentarsi. Dovrebbe passare inosservato ogni sgradevole particolarità ed errore, avendo cura al momento opportuno, e senza offendere, di ricordarglielo, con l’idea di farglielo correggere. Non deve mai cercare di farle abbandonare le sgradevoli abitudini o peculiarità che può avere, ridicolizzandole. Dovrebbe incoraggiarla in tutti i suoi progetti per promuovere il benessere della sua famiglia o nei lodevoli sforzi per promuovere la felicità degli altri, impegnandosi in quelle opere di benevolenza e carità che i doveri della sua casa le permetteranno di compiere.

Il marito, infatti, dovrebbe comportarsi nei confronti della moglie come un perfetto gentiluomo, considerandola come la “migliore donna del paese”, alla quale, al di sopra di tutti gli altri esseri terreni, deve la massima fedeltà. Se si sforzerà di agire in questo modo, il suo buon senso e il suo giudizio gli detteranno le tante piccole cortesie che le sono dovute e che ogni buona moglie non può non apprezzare. L’osservanza delle regole di cortesia non è più auspicabile che nella cerchia domestica, tra marito e moglie, genitori e figli.

Con Sboarina per impedire alla corrosiva ideologia gender e dell’eutanasia di entrare nelle nostre scuole e nella nostra società

Con Sboarina per impedire alla corrosiva ideologia gender e dell’eutanasia di entrare nelle nostre scuole e nella nostra società

Questo è un punto del programma di Damiano Tommasi per diventare sindaco di Verona
2.8. TUTELA Proponiamo l’adesione del Comune di Verona alla «Carta RE.A.DY». Un accordo sottoscritto da altre città [Trento, Padova, Mantova e Belluno] che si propone di promuovere la condivisione e l’interscambio di buone prassi finalizzate alla tutela dei diritti umani e alla promozione di una cultura sociale del rispetto e della valorizzazione delle differenze “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. (art.3 – Costituzione Italiana).
Non lo avevamo mai letto il suo programma, ma c’è chi lo ha fatto, e quel riferimento alla Carta RE.A.DY è davvero molto inquietante.
Si obietta che nello statuto della RE.A.DY non esista nulla di disdicevole o di negativo. Certo, ma l’elenco di gruppi con uno statuto immacolato che poi hanno operato contrariamente alla decenza è lunghissimo.
Questo è chiaramente il caso con RE.A.DY e ci vuol poco per scoprirlo. Ecco il trionfalistico annuncio dell’adesione del comune di Reggio Calabria, avvenuta due mesi fa, a tale società e quali siano effettivamente i suoi scopi:

“La delibera, approvata nei giorni scorsi dal sindaco facente funzioni Carmelo Versace, è stata proposta dal consigliere metropolitano delegato alle pari opportunità, Filippo Quartuccio, che in una nota sottolinea “l’ulteriore passo in vanati compiuto dall’Ente in termini di civiltà e riconoscimento dei diritti delle persone. “E’ con grande entusiasmo – ha affermato Quartuccio – che oggi mi trovo a commentare il via libera ad un documento che, di fatto, segna una nuova tappa importante nell’affermazione di principi fondamentali, inviolabili ed irrinunciabili. Fin dal nostro insediamento, infatti, abbiamo intrapreso una strada che ci pone al fianco di ogni cittadino che, a prescindere dai propri orientamenti, non è mai lasciato indietro o da solo”.

“”Ready” – ha specificato Quartuccio – si pone l’obiettivo di individuare e diffondere politiche di inclusione sociale per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender, realizzate da Pubbliche Amministrazioni a livello locale. Per l’amministrazione, quindi, è stato pressoché naturale aderirvi considerato quanto fatto in passato anche col sostegno al progetto, vinto da Arcigay, per la realizzazione del Centro anti discriminazioni. Del resto, fra le finalità di “Ready” vi sono quelle di contribuire alla diffusione di buone prassi, su tutto il territorio nazionale, mettendo in rete e supportando le Pubbliche amministrazioni impegnate nella promozione e nel riconoscimento dei diritti delle persone Lgbt. Per questo motivo – ha proseguito il consigliere – la Città metropolitana continuerà ad intraprendere percorsi istituzionali, con le realtà locali, per sensibilizzare il territorio su temi riguardanti le discriminazioni derivanti dall’orientamento sessuale”.

Ecco il testo completo dell’articolo:
https://amp.reggiotoday.it/cronaca/ready-discriminazioni-comune-adesione-ready.html
In pratica ogni Comune d’Italia dovrebbe sopportare che questa società privata vegli sulle proprie delibere e approvi il suo operato, in base alla loro ideologia d’ispirazione omosessuale (perché questo vuol dire gender).
Recentemente, il Vescovo uscente di Verona, Giuseppe Zenti,  solitamente molto misurato, ha inviato una lettera ai parroci invitandoli a non unirsi a queste follie d’importazione. Questo ha sollevato un polverone, perché Tommasi e i suoi promotori si sono sentiti direttamente chiamati in causa, e poi la polemica è fiorita a livello nazionale. Ma il povero successore di San Zeno stava parlando in termini generali, diceva che, in quanto cristiani non possiamo accettare certe prese di posizioni sulla vita e sull’educazione contrarie alla Bibbia e al Vangelo, sennò non si fa più parte del gregge. Non ha mai detto “non votate Tommasi e votate Sboarina”, anche se alla fine ogni buon cristiano dovrebbe far questo, a meno che Tommasi ritiri la sua proposta relativa a RE.A:DY e dica: “Scusate, sono stato mal consigliato”.
Gesù Cristo, che non sosteneva né Tommasi né  Sboarina, fu durissimo su questi temi, addirittura feroce e violento.
“Chi invece fa cadere uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. Guai al mondo a motivo delle trappole! È inevitabile che vengano trappole, ma guai all’uomo a causa del quale la trappola viene! Se la tua mano o il tuo piede ti fanno cadere, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, anziché con due mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. E se il tuo occhio ti fa cadere, cavalo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna del fuoco (Mt 18,6-9)”.