Questo è un punto del programma di Damiano Tommasi per diventare sindaco di Verona
2.8. TUTELA Proponiamo l’adesione del Comune di Verona alla «Carta RE.A.DY». Un accordo sottoscritto da altre città [Trento, Padova, Mantova e Belluno] che si propone di promuovere la condivisione e l’interscambio di buone prassi finalizzate alla tutela dei diritti umani e alla promozione di una cultura sociale del rispetto e della valorizzazione delle differenze “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. (art.3 – Costituzione Italiana).
Non lo avevamo mai letto il suo programma, ma c’è chi lo ha fatto, e quel riferimento alla Carta RE.A.DY è davvero molto inquietante.
Si obietta che nello statuto della RE.A.DY non esista nulla di disdicevole o di negativo. Certo, ma l’elenco di gruppi con uno statuto immacolato che poi hanno operato contrariamente alla decenza è lunghissimo.
Questo è chiaramente il caso con RE.A.DY e ci vuol poco per scoprirlo. Ecco il trionfalistico annuncio dell’adesione del comune di Reggio Calabria, avvenuta due mesi fa, a tale società e quali siano effettivamente i suoi scopi:
“La delibera, approvata nei giorni scorsi dal sindaco facente funzioni Carmelo Versace, è stata proposta dal consigliere metropolitano delegato alle pari opportunità, Filippo Quartuccio, che in una nota sottolinea “l’ulteriore passo in vanati compiuto dall’Ente in termini di civiltà e riconoscimento dei diritti delle persone. “E’ con grande entusiasmo – ha affermato Quartuccio – che oggi mi trovo a commentare il via libera ad un documento che, di fatto, segna una nuova tappa importante nell’affermazione di principi fondamentali, inviolabili ed irrinunciabili. Fin dal nostro insediamento, infatti, abbiamo intrapreso una strada che ci pone al fianco di ogni cittadino che, a prescindere dai propri orientamenti, non è mai lasciato indietro o da solo”.
“”Ready” – ha specificato Quartuccio – si pone l’obiettivo di individuare e diffondere politiche di inclusione sociale per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender, realizzate da Pubbliche Amministrazioni a livello locale. Per l’amministrazione, quindi, è stato pressoché naturale aderirvi considerato quanto fatto in passato anche col sostegno al progetto, vinto da Arcigay, per la realizzazione del Centro anti discriminazioni. Del resto, fra le finalità di “Ready” vi sono quelle di contribuire alla diffusione di buone prassi, su tutto il territorio nazionale, mettendo in rete e supportando le Pubbliche amministrazioni impegnate nella promozione e nel riconoscimento dei diritti delle persone Lgbt. Per questo motivo – ha proseguito il consigliere – la Città metropolitana continuerà ad intraprendere percorsi istituzionali, con le realtà locali, per sensibilizzare il territorio su temi riguardanti le discriminazioni derivanti dall’orientamento sessuale”.
Ecco il testo completo dell’articolo:
https://amp.reggiotoday.it/cronaca/ready-discriminazioni-comune-adesione-ready.html
In pratica ogni Comune d’Italia dovrebbe sopportare che questa società privata vegli sulle proprie delibere e approvi il suo operato, in base alla loro ideologia d’ispirazione omosessuale (perché questo vuol dire gender).
Recentemente, il Vescovo uscente di Verona, Giuseppe Zenti, solitamente molto misurato, ha inviato una lettera ai parroci invitandoli a non unirsi a queste follie d’importazione. Questo ha sollevato un polverone, perché Tommasi e i suoi promotori si sono sentiti direttamente chiamati in causa, e poi la polemica è fiorita a livello nazionale. Ma il povero successore di San Zeno stava parlando in termini generali, diceva che, in quanto cristiani non possiamo accettare certe prese di posizioni sulla vita e sull’educazione contrarie alla Bibbia e al Vangelo, sennò non si fa più parte del gregge. Non ha mai detto “non votate Tommasi e votate Sboarina”, anche se alla fine ogni buon cristiano dovrebbe far questo, a meno che Tommasi ritiri la sua proposta relativa a RE.A:DY e dica: “Scusate, sono stato mal consigliato”.
Gesù Cristo, che non sosteneva né Tommasi né Sboarina, fu durissimo su questi temi, addirittura feroce e violento.
“Chi invece fa cadere uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. Guai al mondo a motivo delle trappole! È inevitabile che vengano trappole, ma guai all’uomo a causa del quale la trappola viene! Se la tua mano o il tuo piede ti fanno cadere, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, anziché con due mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. E se il tuo occhio ti fa cadere, cavalo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna del fuoco (Mt 18,6-9)”.