La Tragedia del Brexit

La Tragedia del Brexit

Ero e resto favorevole alla Brexit. Penso che dopo l’inevitabile shock iniziale la Gran Bretagna diventerà una nuova Svizzera d’Europa. Il parlamento britannico, il loro sistema giudiziario, le loro università sono straordinariamente efficienti e non potranno che primeggiare negli anni venturi.

Davvero pensavano i burocrati di Bruxelles che avrebbero potuto continuare a scrivere leggi per una nazione che ha perduto la sua ultima guerra nel 1485 a Bosworth Field? Allorché un esercito francese, rinforzato da transfughi e traditori inglesi, sconfisse re Riccardo III e il potere passò ai Tudor.

Conosco delle persone contrarie al Brexit che però già dal giorno successivo al referendum hanno profittato della situazione, acquistando sterline e comprando appartamenti a Londra. Non hanno perso un minuto di tempo!

Del resto credo che i britannici abbiano solo anticipato i tempi, perché resto convinto del fatto che la comunità europea, così com’è oggi strutturata, non potrà durare a lungo. Risulta troppo sbilanciata nei confronti della Germania, che pare essere l’unica nazione ad aver profittato dell’unione. Le loro industrie e la loro finanza stanno conquistando il resto del continente e questo non può essere un fatto positivo, anzi questo dimostra che il sistema non funziona: come in una società commerciale composta da vari soci ma nella quale solo uno porta a casa dividendi e gli altri tirano la cinghia.

Dunque, quale è stato il peccato originale che ha provocato l’aborto di una Europa unita invece che la nascita di una nazione destinata a durare nei secoli?
Credo che l’errore più grande sia stato il puntare su una unione monetaria prima che militare. L’unione monetaria non è facile per nazioni con un diverso Pil, con diverse politiche e diverse strategie.

Sarebbe stato meglio puntare su una unione militare, per quanto la cosa possa apparire antiquata e bellicistica. Il problema però è che il mondo è com’è, non come vorremmo che fosse.
Si sarebbe dovuto formare un esercito, una marina, una aviazione comuni con divisioni distinte ma parallele, con simili armamenti e identiche uniformi, con una solo comando centrale. Questo esercito europeo sarebbe entrato nella NATO in sostituzione degli eserciti dei singoli stati.

Questo avrebbe contribuito alla creazione di uno spirito di corpo comune, e la creazione di intenti strategici comuni. Il comando d’una simile formazione bellica avrebbe obbligato i singoli governi a creare una gerarchia politica effettiva, contrariamente a quanto vediamo ora, avente per presidente quel mattacchione di Jean-Claude Juncker che conta poco ed è costretto a limitarsi a un semplice lavoro di mediazione e d’una ministra degli esteri, come la Mogherini, che ci fa tanta tenerezza.

Un esercito europeo armato e pronto a intervenire avrebbe forzato la mano ai politici nazionali per creare un presidente e un ministro degli esteri di prim’ordine capaci di dirigere quello strumento di difesa e di offesa formidabile. La crisi siriana nel bene e nel male avrebbe avuto esisti certamente diversi in presenza di una tale formazione bellica.

 

Articolo tratto dal blog
del Corriere della Sera
di Dino Messina

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