Verona, 12 Marzo 2024 Matteo Salvini visita il Consorzio Zai

Verona, 12 Marzo 2024 Matteo Salvini visita il Consorzio Zai

Il Consorzio ZAI è orgoglioso di annunciare il recente incontro a porte chiuse con il Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Senatore Matteo Salvini, in occasione della fiera di settore “LetExpo 2024” che si terrà a Verona dal 12 al 15 Marzo. Durante l’incontro, il Ministro Salvini ha avuto l’opportunità di visitare le strutture del Consorzio ZAI e di conoscere da vicino le iniziative e gli obiettivi legati alla sostenibilità, all’efficienza energetica e alla modernizzazione delle infrastrutture logistiche. Accompagnato dall’Ing. Elisabetta Pellegrini, il Ministro ha potuto apprezzare gli sforzi del Consorzio ZAI nell’implementazione di soluzioni innovative, come l’uso di tecnologie green, l’ottimizzazione delle reti ferroviarie e l’introduzione di pratiche sostenibili nell’interporto. Il Presidente del Consorzio ZAI, Matteo Gasparato, ha guidato il Ministro Salvini e gli ospiti in un incontro che ha illustrato le best practices implementate per ridurre l’impatto ambientale delle attività logistiche e per promuovere l’intermodalità come fondamentale strategia per il futuro del trasporto delle merci. Durante l’incontro sono stati discussi temi cruciali riguardanti il potenziamento delle infrastrutture logistiche, la promozione della sostenibilità ambientale nel settore dei trasporti e le prospettive di collaborazione tra il settore pubblico e privato per lo sviluppo infrastrutturale del paese.

Dichiara così il Presidente Gasparato: “Siamo grati al Ministro Matteo Salvini per aver visitato il Consorzio ZAI. Il primo ministro dei trasporti in visita presso i nostri uffici dopo oltre dieci anni. È stato un momento importante per presentare le nostre iniziative e discutere delle sfide e delle prospettive nel settore della logistica sostenibile. La sua presenza ha rappresentato un’opportunità per esplorare insieme le soluzioni innovative che stiamo implementando per rendere il trasporto merci più efficiente, sostenibile e competitivo”.

 

UNA PROPOSTA PER ZAI Verona. IL PIU GRANDE MUSEO D’ARTE CHE NESSUNO VEDE. Cosa sono i freeport e altre strutture che custodiscono

UNA PROPOSTA PER ZAI Verona. IL PIU GRANDE MUSEO D’ARTE CHE NESSUNO VEDE. Cosa sono i freeport e altre strutture che custodiscono

Se vi chiedessimo quale sia o dove sia il piu grande museo del mondo dareste ognuno grosso modo le stesse risposte: Louvre e Parigi, l’Hermitage e San Pietroburgo, il Victoria & Albert Museum a Londra. Ma nessuno direbbe d’impeto che lo sia un magazzino anonimo a Ginevra ed invece è cosi. Il porto franco di Ginevra, un capannone doganale in Svizzera è il posto migliore per commerciare merci nel mondo. Il porto franco di Ginevra, una casa whare house svizzera, per questa ragione è il più grande museo d’arte nel mondo.

Una zona portuale quasi incolore vicino al centro di Ginevra, con il suo complesso di magazzini grigi circondati da binari ferroviari e recinzioni di filo spinato, sembra l’ultimo posto sulla Terra dove si possa trovare qualcosa di bello. Eppure, ordinatamente nascoste tra le sue mura, da qualche parte circa un milione delle più belle opere d’arte mai realizzate sono confezionate e sigillate in angusti spazi in questo che è di fatto un deposito

Nascosti e incarcerati in casse di legno del porto franco di Ginevra, i tesori della storia dell’arte sono nascosti in un dedalo di chilometri di corridoi tutti uguali con porte chiuse a chiave nell’ambiente forse più anonimo che ci possa essere.

Queste opere d’arte non sono il tesoro di una proprietà o di una singola istituzione: no, sono proprietà di un gruppo indefinito di mercanti d’arte, collezionisti e società offshore, che godono tutti dell’anonimato e della sicurezza simile a una prigione della altamente specializzata struttura svizzera.

La ragione per cui scelgono di conservare i propri preziosi in tali condizioni è semplice: l’élite finanziaria mondiale investe sempre più in cose costose, ed i porti franchi stanno diventando i loro caveau. I freeport offrono sicurezza e riservatezza, la possibilità per i proprietari di nascondersi dietro alias o falsi intestatari e una serie di vantaggi fiscali. Il porto franco di Ginevra è probabilmente il porto più interessante del suo genere.

Ma come funziona un un porto franco e quale impatto ha sul mondo dell’arte?

Per dare una idea di come funzionano i freeport, abbiamo bisogno di alcuni numeri. Il leggendario Museum of Modern Art di New York possiede quasi 200.000 opere d’arte di vari tipi e qualità, un numero effettivamente impressionante. Tuttavia, questo sarebbe relativamente poco a ciò che pare sia effettivamente custodito nei complessi magazzini senza finestre nel sud-ovest della Svizzera.

Il termine “pare” è inevitabile, in quanto nessuno in realtà sa esattamente quante opere d’arte sono conservate nel porto franco di Ginevra. Qualche dirigente si lascia scappare che ci sarebbero circa un milione di opere d’arte, ma il New York Times che il numero è più vicino a 1,2 milioni. E questo è solo uno dei freeport al mondo.

Il perché così tanti proprietari vogliono tenere le loro opere d’arte chiuse a chiave senza portarsele a casa o nei caveau delle loro banche di fiducia è un puro calcolo finanziario e fiscale. Se ad esempio qualcuno compra un dipinto da 50 milioni di dollari ad un’asta a New York, sa che dovrà pagare circa 4,4 milioni di dollari di imposte sulle vendite. Spedendo il pezzo acquistato appunto in un porto franco, i proprietari fanno in modo che la fattura fiscale scompaia, almeno fino a quando non arriva il momento di riportarla negli Stati Uniti.

I Freeport hanno avuto origine nel 19° secolo quando servivano per conservare temporaneamente merci come cereali e tè. Negli ultimi decenni, una manciata di loro (compreso quello di Ginevra) sono diventati sempre più gli armadietti per il business di alta fascia.

Situati in paesi e città esenti da imposte, i porti offrono risparmi e sicurezza che i collezionisti e i commercianti trovano irresistibili. Questo trattamento di tassazione speciale è possibile perché le merci nei porti sono tecnicamente in transito, anche se in realtà i porti sono utilizzati più come “residenze” permanenti per tutto ciò che è conservato al loro interno, non di rado un’opera cambia di proprietario, ma non si sposta di un millimetro dal suo porto franco, a muoversi per lei sono i soldi ed i documenti.

Oltre ad offrire un enorme potenziale di risparmio fiscale, i freeport hanno anche climi controllati che garantiscono che le opere degli acquirenti di valore elevato siano protette in ambienti climatizzati, solitamente sotto sorveglianza video e dietro muri resistenti al fuoco, assicurate e vigilate per un costo relativamente modesto.

Per alcuni collezionisti, l’arte viene considerata come un capitale fisso nel loro portafoglio. Stanno diventando più esperti dal punto di vista finanziario e i porti liberi sono diventati un pilastro di questo sistema. L’idea che i porti diventino fondamentalmente giganteschi scrigni del tesoro è stata una pioneristica iniziativa degli svizzeri, ne esistono solo in Svizzera sei, tra cui Chiasso, Ginevra e Zurigo. Quello di Ginevra è il più grande di tutti e ospita beni di lusso in due siti con uno spazio equivalente a 22 campi da calcio.

Poiché la maggior parte degli oggetti d’arte in questa struttura viene portata dentro e fuori dagli spazi di stoccaggio senza nessun clamore, è difficile sapere con precisione quali opere siano effettivamente conservate nel porto franco di Ginevra. Per ragioni professionali siamo venuti a conoscenza con certezza di alcuni pezzi che sono attualmente detenuti in questo porto franco.