La nostra casa editrice si chiama GINGKO. Il nome di una pianta assai speciale, una vera e propria meraviglia naturale.

La nostra casa editrice si chiama GINGKO. Il nome di una pianta assai speciale, una vera e propria meraviglia naturale.

Il sito della nostra casa editrice è la Gingko Edizioni:

https://www.gingkoedizioni.it

La GINGKO BILOBA si dice sia la pianta dell’eterna giovinezza es è studiata in tutto il mondo. Altri suoi nome botanici sono Salisburia adianthifolia Smith, Salisburia macrophylla C. Koch o volgarmente Albero dei quaranta scudi. In cinese è nota come Pè Kouo, Ya Tchang Chou.

La Gingko Biloba è l’unica pianta del gruppo Gingkoinae giunta sino a noi. Tutte le altre specie appartenenti a questo gruppo, originatesi nel Mesozoico (251 – 61 milioni di anni fa), sono scomparse. Per questo possiamo considerarla un fossile vivente. Per la fitoterapia si usano le sue foglie, i frutti e i semi. Questi ultimi vengono usati in Cina contro alla tosse, contro le malattie della pelle e hanno forti effetti depurativi.

Da un simposio tenuto alcuni decenni fa a Roma, aventi per tema le mirabolanti proprietà della Gingko Biloba, risultò che da questa piante si possono estrarre sostanze straordinariamente efficaci per rallentare il processo di invecchiamento cellulare.

Gli estratti delle loro foglie si sono rivelati straordinariamente efficaci per eliminare quasi del tutto l’arteriosclerosi celebrale, uno dei più invalidanti effetti dell’invecchiamento. Specificamente, la somministrazione di estratti di Gingko agirebbe attivando la circolazione celebrale, senza presentare effetti collaterali spiacevoli.

La Gingko Biloba può, in varie formulazioni, attenuare gli effetti dell’invecchiamento: macchie cutanee, rughe e farebbe migliorare la circolazione del sangue nel cuore e della sordità.

La Gingko sarebbe anche un ottimo angioattivante, restaurando le pareti arteriose danneggiate.

DESCRIZIONE BOTANICA

  • Portamento: pianta che può raggiungere un’altezza di 30-40 metri, con tronco dritto e chioma molto espansa a forma piramidale.
  • Foglie: di colore verde chiaro e dalla tipica forma a ventaglio, leggermente bilobata. In autunno assumono un colore giallo intenso, molto caratteristico e decorativo.
  • Fiori: si tratta di una gimnosperma quindi gli organi riproduttivi non sono portati su dei fiori come li intendiamo comunemente, ma su delle strutture poco visibili. Si tratta di una pianta dioica, quindi le strutture riproduttive maschili e femminili si trovano in alberi diversi.

ETIMOLOGIA DEL NOME/STORIA E TRADIZIONI: il nome del genere Ginkgo deriva dal cinese Yin-kyo e significa “albicocca d’argento” perché i semi a maturazione hanno un rivestimento carnoso molto simile a questo frutto. Il nome della specie biloba si riferisce invece bilobata delle sue foglie. Darwin definì questo albero “fossile vivente” e tutt’ora è considerato tale in quanto le sue origini risalgono a 250 milioni di anni fa, nell’era del Paleozoico. E’ la sola specie vivente della famiglia Ginkgoaceae e senza dubbio la pianta a semi vivente più antica. In Cina e in Giappone è considerata da sempre una pianta sacra e per questo si trova molto spesso nei pressi dei templi. In Italia, il primo esemplare di Ginko biloba fu importato nel 1750 e si trova oggi nell’Orto Botanico di Padova.

NOTE: gli esemplari femminili producono semi avvolti da un involucro carnoso, che giunto a maturazione emana un odore molto sgradevole. Proprio per questo a scopo ornamentale si consiglia di preferire gli esemplari maschili.

HABITAT: pianta originaria dalla Cina ed introdotta poi in tutto il mondo, dove oggi viene coltivata per raccogliere le sue foglie a scopo salutistico o utilizzata come pianta ornamentale in giardini, parchi e viali. Ha una notevole resistenza sia agli agenti inquinanti, sia agli agenti atmosferici. Le foglie si raccolgono in autunno.

COME SI USA IN COSMETICA: il ginkgo svolge sulla pelle proprietà lenitive e nutrienti, per questo viene utilizzato in preparazioni cosmetiche per pelli secche, disidratate, devitalizzate ed arrossate.

COME SI USA IN CUCINA: nella cucina asiatica i semi del gingko, conosciuti come Pa-Kewo, Pakgor o Ginnan, fanno parte della tradizione culinaria. Vengono mangiati cotti, come contorno od aggiunti a molti piatti.

PRINCIPALI COMPONENTI

  • Flavonoidi
  • Diterpeni: ginkgolidi
  • Lattoni sesquiterpenici: bilobalide
  • Procianidine
  • Acidi ginkgolici

PROPRIETA’ SALUTISTICHE PRINCIPALI

Le principali proprietà benefiche del Ginkgo biloba sono:

  • Antiossidante
  • Favorisce l’afflusso di sangue al cervello
  • Favorisce la memoria e le funzioni cognitive
  • Stimolante della circolazione venosa ed arteriosa
  • Protettiva cardio-vascolare
  • Favorisce il benessere della vista
  • Antiaggregante piastrinica, fluidificante del sangue

Ecco alcuni utilizzi, quando usarlo e la posologia. Estratto secco tit. in terpeni 5-7% e flavonoidi 22-27%: 120-240 mg al giorno divisi in 2 assunzioni, lontano dai pasti. Tintura Madre (Soluzione Idroalcolica): 60 gocce, 2 volte al giorno preferibilmente lontano dai pasti, sciolte in po’ d’acqua.

RIMEDIO NATURALE PER:

A cosa serve? Utile come rimedio naturale per:

  • Fragilità capillare
  • Disturbi della circolazione venosa e linfatica degli arti inferiori: gambe gonfie e pesanti, crampi, emorroidi
  • Turbe della memoria, vertigini, emicranie, cefalee
  • Ronzii auricolari
  • Disturbi oculari
  • Demenza senile
  • Prevenzione di disturbi cardio-circolatori, soprattutto nei soggetti a rischio

CONTROINDICAZIONI: se utilizzato ai dosaggi consigliati gli effetti collaterali sono rari e consistono in disturbi digestivi ed emicranie. Non va assunto insieme a farmaci con azione anticoagulante ed antiaggregante piastrinica (aspirina, warfarin, etc) o piante che influenzano la coagulazione del sangue (aglio, salice, ginseng) in quanto gli effetti si possono potenziare con il rischio di emorragie. Si consiglia di non farne uso prima di un intervento chirurgico. Controindicato in gravidanza e durante l’allattamento.

Quando nel 1945 gli americani sganciarono la prima bomba atomica su Hiroshima, distrussero tutta la vegetazione presente in città, eppure gli alberi di Gingko, molto comuni in Giappone, furono i primi a rifiorire e a rimettere le foglie.

 

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