E’ stupefacente notare che i sindacati italiani, invece che occuparsi degli scarsi salari degli operai e degli impiegati, vogliano spalancare le frontiere per fare entrare più lavoratori in miseria che sottrarranno i lavori poveri e mal pagati agli italiani. Così facendo impediranno la crescita dei salari. Si dice che molti lavori non li vogliono fare gli italiani, ma bisogna aggiungere che non li fanno a quel livello di salari…li farebbero se meglio pagati.
La maggior parte degli esperti sostiene che la globalizzazione diffonde la ricchezza, facendo uscire le persone dalla povertà e avvicinando le nazioni. Ma in questo momento alcuni politici e i loro sostenitori sostengono che essa non fa altro che aumentare le disuguaglianze.
All’inizio degli anni ’90 gli Stati Uniti rappresentavano il 30% della produzione manifatturiera, conservando la posizione di primo produttore industriale mondiale che deteneva da quasi cento anni. All’epoca la Cina produceva solo il 5% della produzione manifatturiera mondiale.
Oggi la situazione si è completamente ribaltata. La Cina produce il 35% della produzione manifatturiera e gli Stati Uniti solo il 10%. Aprendo le frontiere in maniera indiscriminata si mineranno i salari dei lavoratori locali, provocando instabilità sociale e mantenendo bassi i salari.