(Angelo Paratico) L’ultimo libro di Francesco Giubilei intitolato: “L’Italia dei Conservatori. Storia del conservatorismo italiano dall’antica Roma al governo Meloni” pubblicato dall’editore Giubilei Regnani nell’aprile del 2025, è davvero qualcosa di imperdibile. Si tratta di un compendio del conservatorismo storico e politico che include tutte le civiltà sviluppatesi sulla penisola italica. Ben prima della creazione della nazione Italia.
Giubilei è direttore scientifico della Fondazione Alleanza Nazionale e presidente della fondazione Tatarella, nonché del thinktank (pensatoio) Nazione Futura. Giubilei è un volto noto, un giovane studioso che partecipa spesso a dibatti televisivi e che non si sottrae mai a discussioni difficili, comportandosi sempre con coraggio.
Le sue ricerche sono davvero originali e fondate sui fatti e i documenti, che dunque sfatano la vecchia nozione che il conservatorismo abbia avuto origine in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, con la pubblicazione delle Riflessioni sulla Rivoluzione Francese di Edmund Burke del 1790.
Dopo aver ben chiarito le differenze fra liberalismo e conservatorismo, Giubilei inizia ad analizzare le civiltà preromane e la Repubblica Romana. La quantità di dati, citazioni e nozioni che vengono riportate in queste pagine è davvero imponente. Si passa poi ad analizzare il Medioevo Cristiano, spogliandolo dalle tenebre gettate su questo brillante periodo storico dalla storiografia illuminista. Questo è il periodo da me preferito, che da sempre stimo e leggo Sidonio Apollinare e Severino Boezio. Come l’Autore penso che il medioevo sia stata: “l’età sacra delle origini del popolo italiano” per usare la celebre espressione di Chateaubriand.
Si passa poi ad analizzare l’impatto avuto dalla Serenissima (fondata nel 697 e chiusa violentemente il 12 maggio 1797) sulla formazione del pensiero conservatore italiano. Giubilei scrive, prevedendo l’obiezione dei lettori: “Perché soffermarsi sulla Repubblica di Venezia in un libro dedicato al conservatorismo italiano? La risposta è presto detta: a partire dal suo ordinamento e dalla struttura di governo, Venezia è stata uno straordinario esempio di sistema gerarchico in grado di rappresentare un ponte tra il mondo occidentale e quello orientale”.
Segue poi una profonda analisi del grosso spartiacque che rappresenta la tragica e feroce Rivoluzione Francese, dalla quale la gran parte dei mali del mondo moderno discendono, e qui dobbiamo contraddire il vecchio primo ministro cinese, Zhou Enlai, il quale rispose, quando un giornalista gli chiese della Rivoluzione Francese: “E’ troppo presto per parlarne”. Invece bisogna parlarne oggi per chiudere quel tragico capitolo della storia umana, che ci portò direttamente dentro la Rivoluzione Bolscevica.
Passando rapidamente al Novecento si approda infine ai giorni nostri, alla attualità del momento, che assume un colore nuovo agli occhi dei lettori dopo essere stati illuminati da tanto remoto passato e ci torna in mente il vecchio detto medievale che: “Siamo scimmie sulle spalle di giganti”.