Simeu Panic, un 46enne bosniaco, è stato ucciso a coltellate dal figlio Bojan di 19 anni, all’interno della loro abitazione a Mezzolombardo (Trento). Il ragazzo, che studia a Bolzano, sostiene di essere intervenuto per difendere la madre, che in quel momento dice che stesse subendo l’ennesima aggressione da parte del marito. È stato lo stesso 19enne, rimasto sul posto, a chiamare con la madre i carabinieri. Il giovane, arrestato e poi scarcerato, ha detto al pm: “L’ho colpito con un coltello da cucina, stava ancora maltrattando la mamma. Ho cercato di rianimarlo, ma era già morto”. Il giovane è stato rimesso in libertà, perché secondo la procura non sussisterebbe la necessità della carcerazione. Questo è un fatto a dir poco incredibile, dato che esiste il pericolo di inquinamento delle prove.
In molte civiltà del passato l’assassinio del proprio padre era il crimine più abominevole, paragonabile al regicidio. Nell’antica Roma, indipendente dalle giustificazioni possibili, il colpevole veniva chiuso in un sacco, con un gallo e una vipera e poi gettato nel Tevere.
In Cina il parricida veniva squartato sulla pubblica piazza, dato che quel crimine veniva giudicato una ribellione nei confronti dell’imperatore e una empietà verso Dio, che andava a minare alle fondamenta l’assetto sociale. Secondo Confucio una Nazione è in pace e prospera quando un figlio si comporta bene con i fratelli anziani e i genitori, e quando i genitori rispettano e onorano i propri vecchi.
Di notte, sentendo i genitori urlare, Bojan e il fratello di 17 anni, sarebbero intervenuti. A quel punto la discussione è degenerata: il 19enne avrebbe aggredito il padre, colpendolo ripetutamente con un coltello da cucina. Il ragazzo, davanti alla pm Patrizia Foiera, assistito dall’avvocato Veronica Manca, avrebbe detto di non essersi reso conto di aver ucciso il padre!
A 19 anni uno non è più un ragazzo ma un uomo e chiunque non sia un delinquente o un imbecille dovrebbe sapere che quando prende a coltellate un uomo lo sta uccidendo. Il racconto del giovane è stato ritenuto attendibile e suffragato dalla testimonianza della madre e di altri parenti che erano a conoscenza del carattere aggressivo del papà, che di professione faceva il muratore.
Non si capisce tutta questa comprensione per Bojan perché non serve uccidere il proprio padre, basta cercare di portare la calma e se questo non sarà possibile bisognerà chiamare i carabinieri. Se si giustificano questo genere di azioni, rilasciando subito il colpevole, rischieremo il disfacimento della nostra società.
Angelo Paratico