Ritorno a casa

Ritorno a casa


 

(Emanuele Torreggiani) “Quanto dolore su questa terra”, se ne uscì così. E ci guardò tutti noi, uno per uno, in viso. Ed era lui, con quel suo atteggiamento di candida insolenza che innumerevoli alterchi gli procurava per le vie del mondo, il nostro amico ancora risparmiato dall’età del tempo, così all’ingannevole apparenza. Appena in verticale il bulino lo andava intagliando al viso. Dimostrava la magrezza che dimora in chi l’affanno profondo tormenta e non concede placida quiete. Le belle sue lunghe dita bilanciavano la permanete sigaretta accesa.
Da quel terrazzo del ventesimo piano dove noi ci si era incontrati egli seguiva i bagliori del traffico che dileguava lungo i viali, nel profondo estuario della notte, dolce e chiara e senza vento. E poi sedette. “Sono rientrato l’altro ieri”. Ma detto da lui non era per nulla un’indicazione. Il suo “l’altro ieri” poteva significare giorni o settimane, mesi… Il suo ieri indicava un laggiù. Oltre il confine tra quelle lunghe ombre avanzanti. Da dove venisse poi, di cosa si occupasse, rimaneva comunque ai margini di quanto avesse in mente. E quando tornò a ripetere “quanto dolore su questa terra”, le nostre avventure professionali, le querule meschinità degli uffici, di cui ci eravamo preparati al consueto magniloquio per l’incontro annuale, si dispersero verso l’alto avvoltolate al fumo della sua sigaretta.
Disse che camminando lungo i marciapiedi ormai deserti aveva incontrato due ragazzi abbracciati seduti sul cordolo di granito. Lei aveva il capo appoggiato al petto di lui, in una cascata di capelli ricci e biondi e lui le cingeva la vita. Due adolescenti che si rivelavano. E nessuna delle loro parole avrebbe potuto essere ripetuta di là da quell’ellisse verticale perfetta che l’insieme dei due componeva. Lì, indifferenti al rombo sonoro dei mezzi che scarrocciavano cartacce. Estranei allo sguardo dei rari passanti. Disse che si stavano denudando confidando la condivisa innocenza. Il nostro amico disse che in quella figura c’era l’intero grumo di fango plasmato da Dio e fecondato da una sola lacrima. Disse che aveva visto l’origine. Poi se ne andò, e noi con lui.

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