Forse è vero che i sondaggi modellano, e non analizzano, l’opinione pubblica. Perché è stato speso mezzo miliardo di dollari per i sondaggi di queste elezioni? Non certo per scoprire i fatti. Sarò cinico, lo so. Ma mi piace vedere la regola generale. Un sondaggio in politica viene probabilmente pubblicato solo quando favorisce ciò che chi paga il sondaggio vuole sentire. Allora viene diffuso, a suggello e garanzia della loro vittoria. Lo si fa per castrare il nemico, e far perdere la speranza ai suoi alleati e sostenitori.
La sinistra gestisce il mondo, in generale. Possiede il controllo e il personale del deep state, della palude, del blob. In Italia, negli Stati Uniti e nell’UE sono tutti disgustosamente ben definiti dai loro acronimi da quattro soldi.
La sinistra li gestisce tutti, con il suo ateismo innaturale. Molti conservatori sono di sinistra, come tutti sanno. I sondaggi hanno quindi garantito una vittoria della sinistra.
Attualmente sto leggendo il libro di memorie di Boris Johnson e mi sembra un po’ un conservatore. Gli piace la Gran Bretagna, vuole “livellarla”, come dice lui. Si preoccupa degli anglosassoni. Allora, come fa a essere di sinistra? Beh.. non trovate un solo punto in cui dice che voleva invertire una qualsiasi delle cose socialiste che distruggono la Gran Bretagna, che uccidono il Parlamento, fatte da Blair e Brown. Non aveva alcun interesse a farlo. Gli piace la Gran Bretagna così com’è: di sinistra. Sembra che non gli sia mai passato per la testa di dover lottare per plasmare in modo conservatore il panorama politico della vecchia ed eterna Gran Bretagna di cui avrebbe dovuto essere a capo. Non esistono politici di destra; in qualche modo, solo il popolo è ancora un vero essere umano. La classe politica pare più un rettilario.
I sondaggisti sembrano non aver notato il passaggio degli elettori latini a favore di Trump, dopo aver mancato il voto dei bianchi nelle due precedenti elezioni. Dopo aver ottenuto circa un terzo dei voti maschili latini nel 2016 e nel 2020, un exit poll della NBC suggerisce che questa volta Trump ha ottenuto più della metà dei voti. Per migliorare l’accuratezza dei sondaggi dopo le precedenti debacle (nel 2012, i sondaggi hanno sottostimato il voto di Obama di quattro punti percentuali) i sondaggisti hanno utilizzato metodi sempre più complicati per aggiustare i loro campioni in modo da fornire un riflesso più veritiero della popolazione. Ma come abbiamo imparato durante il Covid, i modelli spesso non si adattano bene a un mondo che cambia. Avrebbero tenuto conto dell’aumento di giovani uomini bianchi che si sono schierati a favore di Trump, forse a seguito della sua apparizione nel podcast di Joe Rogan, per esempio?
Non tutti però se la sono cavata così male. La società JL Partners di James Johnson ha pronosticato correttamente l’elezione di Trump, pur sottovalutando il suo successo nel collegio elettorale. Preoccupati che gli elettori di Trump non fossero presenti nei sondaggi telefonici e nei panel di zoom, hanno utilizzato i sondaggi come giochi in-app con premi per il completamento del sondaggio. Sembra che abbia funzionato.
Ma siamo troppo severi con i sondaggisti? L’errore medio negli Stati in bilico non era così insolito (circa tre punti percentuali). Quello che sembra essere andato storto, però, è che Trump ha vinto ogni volta in Stati in cui gli statistici pensavano che il risultato sarebbe stato un testa a testa. I sondaggisti semplicemente non si aspettavano la portata della ondata rossa.
Eppure chi scommetteva soldi, trattando come cavalli Kamala e Donald, hanno azzeccato tutto e la prossima volta i candidati dovrebbero affidarsi a loro, perché sono messaggeri del mondo reale.