Avesa sino al 1927 fu un comune autonomo, mentre oggi è una frazione di Verona. Il borgo è bellissimo, verde e tranquillo, sulla antica strada che collega Verona a Trento. Vi sono verdi colline coperte da ulivi e viti, e ville, come la straordinaria Villa Scopoli.
Avevamo scritto recentemente della Venere di Willendo (La Venere di Willendo era di Avesa? – Giornale Cangrande) una statuetta vecchia di 30.000 anni conservata in Austria ma che quasi certamente fu foggiata usando una delle pietre tufacee che si estraggono ad Avesa, nota come pietra galina.
Ad Avesa e Quinzano sono stati ritrovati dei resti di Neanderthal e sono fra i più recenti mai rinvenuti, risalenti a circa 20.000 anni or sono, o secondo alcuni a 6000. Dunque, Homo Sapiens e Neanderthal hanno convissuto e, verosimilmente, questi ultimi furono sterminati dai nostri antenati, fisicamente più deboli, ma più organizzati. Immaginiamo la paura dei Sapiens quando si avvicinavano ai loro villaggi e la caccia che diedero loro, considerandoli degli orrendi mostri.
Sulla loro presenza in zona esiste una ricca letteratura scientifica, in parte reperibile su internet, basata sulle scoperte fatte a partire dal 1874.
Una proposta che potrebbe portare del turismo qualificato in zona potrebbe essere l’edificazione di un monumento ai Neanderthal e di un centro di studi storici, collegato alle università di Verona e di Padova, e aperto al mondo, con il conferimento di un annuale Premio Neanderthal! Questa sarebbe una forma di espiazione nei loro confronti. Di uomini e donne che furono capaci di passare indenni attraverso i terribili rigori dell’era glaciale. Questo è il contatto per il Museo Neanderthal in Germania.
Vorremmo offrire questa idea alla presidente della II Circoscrizione, Elisa Dalle Pezze.
By Sona Luigi
Ma certo, sarebbe una cosa molto interessante per la storia ed il turismo