Massimo Fini e Alessandro Orsini hanno un solo torto, dicono la verità

Massimo Fini e Alessandro Orsini hanno un solo torto, dicono la verità

MUSSOLINI A SALO’

Dire la verità a un gruppo di bugiardi ti può mettere nei guai. Per questo motivo sia Alessandro Orsini che Massimo Fini stanno rischiando l’osso del collo.

L’affermazione di Orsini che Hitler non voleva lo scoppio della II guerra mondiale, è condivisa da tutti i maggiori storici del mondo, e neppure c’è bisogno di una confutazione, dato che è palesemente vera. Hitler fu un ideologo, non un politico e mirava alla riunificazione del popolo germanico e in secundis alla distruzione dell’URSS e del comunismo. Essendo un ideologo sbagliò i suoi conti e non capì bene la situazione politica in cui versava, dopo che permise la firma del Patto Ribbentrop-Molotov. Esiste la testimonianza, pubblicata qualche anno fa dal Corriere della Sera, data dal sottufficiale che portò a Hitler il fonogramma con la dichiarazione di guerra di Gran Bretagna e Francia. Stava seduto nella Cancelleria con von Ribbentrop. Raccontò che Hitler sbiancò in viso e dopo qualche secondo di silenzio fissò il suo ministro degli esteri e gli chiese: “E ora, che facciamo?”.

Quella di Orsini è una affermazione che va bene fin quando resta nei testi storici, ma diventa pericolosa quando viene diffusa nei talk show televisivi, perché il processo di Norimberga e di Tokyo furono imbastiti proprio sul fatto che esisteva un preciso piano per provocare lo scoppio della II Guerra Mondiale (lo sterminio ebraico divenne un rafforzamento del processo solo durante il processo, perché gli Alleati poco o nulla fecero per fermarlo, prima e durante la guerra). Non avrebbero potuto processare generali e uomini di Stato che si erano trovati in guerra per errori tattici, ma avevano bisogno della premeditazione per poterli impiccare.

Per quanto riguarda l’affermazione di Massimo Fini che, tutto sommato, i tedeschi non si comportarono male con l’ex alleato italiano che li aveva traditi, essa risulta altrettanto vera. Nel senso che avrebbero potuto fare cento o mille volte peggio, e che ne fossero capaci nessuno può dubitarne.

Allora, perché non esagerarono con le fucilazioni e le deportazioni dei civili? La risposta è facile. Per via dell’influenza che esercitava Benito Mussolini su Hitler e per la provvidenziale creazione della RSI, che agì come un cuscinetto fra tedeschi e italiani.

Dunque, era prevedibile l’alzata di scudi contro Fini da parte della sinistra italiana perché questo fatto, assai evidente, va contro tutta la vulgata resistenziale.

“Non credevamo che un giorno ci saremmo trovati a leggere un’assurdità così grande e vergognosa, di tipico stampo negazionista, su un quotidiano italiano, a firma di un giornalista di lunga esperienza come Massimo Fini”. Lo hanno scritto Caterina Biti, Laura Cantini, Rosa Maria Di Giorgi, Luca Lotti e Dario Parrini, tutti esponenti del PD.

“Fini, sul Fatto Quotidiano scrive quanto segue: Gli occupanti in Italia non erano i tedeschi, ma gli Alleati. E l’esercito tedesco, a parte alcune azioni efferate, Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema in testa, in Italia si comportò con correttezza. Come si può arrivare a tanto per di più a pochi giorni dalla ricorrenza 25 Aprile? Siamo indignati come cittadini italiani e come toscani”.

“È noto – proseguono – che solo in Toscana le stragi nazifasciste del 1944 imposero in pochi mesi un tributo di sangue impressionante coinvolgendo più di 80 comuni della Regione e provocando l’uccisione di quasi 5 mila civili. Ci furono i terribili e vasti eccidi non solo di Sant’Anna ma di Civitella, di Cavriglia, del Padule di Fucecchio, di Vinca. E tante altre stragi in decine di città e paesi. Per non dire delle deportazioni nei campi di sterminio, altra pagina funesta e raccapricciante. In questo consisté la “correttezza” dei tedeschi sempre spalleggiati dai repubblichini”.

“Non possiamo sorvolare sulle affermazioni di Fini – concludono i parlamentari Pd – perché rappresentano un’offesa alla memoria di migliaia di vittime innocenti e a tutte le istituzioni e associazioni che con grande passione civile ne tengono vivo il ricordo e il sacrificio”.

Il punto è che Massimo Fini non ha mai detto che si comportarono bene ma che, come affermò Hitler subito dopo l’8 settembre 1943: l’Italia rimpiangerà il fato della Polonia. Questo fu il piano iniziale di Hitler, che poi “addolcì”.

 

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