La poesia di Rudyard Kipling, intitolata IF, la dedichiamo all’attuale Sindaco di Verona, Federico Sboarina, uomo giusto e coraggioso

La poesia di Rudyard Kipling, intitolata IF, la dedichiamo all’attuale Sindaco di Verona, Federico Sboarina, uomo giusto e coraggioso

S’intitola IF, ovvero SE, questa popolare poesia scritta da Rudyard Kipling nel 1895 e poi pubblicata nel 1910 nel suo libro intitolato “Rewards and Fairies”. L’autore la dedicò al suo unico figlio, John Kipling (1897-1915) tragicamente morto nella Battaglia di Loos, saltando fuori da una trincea.

Quel SE ha certamente origine dal mondo classico greco. Infatti, quella fu la risposta che il Senato spartano diede a una fiorita lettera di minacce inviata da Filippo di Macedonia, padre di Alessandro Magno, nella quale diceva che se fosse entrato nel Peloponneso con il suo esercito avrebbe distrutto Sparta e schiavizzati tutti i suoi cittadini.

Il Senato spartano rispose con una lettera nella quale scrissero solo: Se.

Nel leggerla Filippo capì che, pur in decadenza, gli spartani meritavano rispetto per il loro spirito e per il loro coraggio.

Indro Montanelli scrisse di aver modellato la propria esistenza su quella poesia e le stiliste romane “Sorelle Fontana” produssero un profumo intitiolato IF con all’interno il testo di questo stupendo inno al coraggio e alla coerenza.

 

SE

Se riesci a tenere la testa a posto quando tutti intorno a te
L’hanno persa e danno la colpa a te;

Se puoi aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te,
Ma prendi in considerazione anche i loro dubbi.

Se sai aspettare senza stancarti dell’attesa,
O essendo calunniato, non ricambiare con calunnie,
O essendo odiato, non dare spazio all’odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo da saggio;

Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni;
Se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo,

Se sai incontrare il Successo e la Sconfitta
E trattare questi due impostori allo stesso modo.

Se riesci a sopportare di sentire la verità che hai pronunciato
Distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per gli umili,
O osservare le cose per le quali hai dato la tua vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con strumenti usurati.

Se puoi fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio di una monetina,
E perdere, e ricominciare daccapo
Senza mai pronunciare una parola sulla tua perdita.

Se sai costringere il tuo cuore, nervi, e polsi
A sorreggerti anche quando sono esausti,
E così resistere quando in te non c’è più nulla
Tranne la tua Volontà che ti ordina: “Resisti!”.

Se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù,
O passeggiare con i Re, senza perdere il contatto con la gente comune,
Se non possono ferirti né i nemici né gli amici affettuosi,
Se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo.

Se riesci a riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore a ciascuno dei sessanta secondi,
Tua sarà la Terra e tutto ciò che contiene,
E, cosa più importante, sarai un Uomo, figlio mio!

 

Ecco la versioone originale:

 

IF

If you can keep your head when all about you
Are losing theirs and blaming it on you;
If you can trust yourself when all men doubt you,
But make allowance for their doubting too:
If you can wait and not be tired by waiting,
Or being lied about, don’t deal in lies,
Or being hated, don’t give way to hating,
And yet don’t look too good, nor talk too wise;

If you can dream and not make dreams your master;
If you can think and not make thoughts your aim,
If you can meet with Triumph and Disaster
And treat those two impostors just the same:
If you can bear to hear the truth you’ve spoken
Twisted by knaves to make a trap for fools,
Or watch the things you gave your life to, broken,
And stoop and build ‘em up with worn-out tools;

If you can make one heap of all your winnings
And risk it on one turn of pitch-and-toss,
And lose, and start again at your beginnings
And never breathe a word about your loss:
If you can force your heart and nerve and sinew
To serve your turn long after they are gone,
And so hold on when there is nothing in you
Except the Will which says to them: “Hold on!”

If you can talk with crowds and keep your virtue,
Or walk with Kings-nor lose the common touch,
If neither foes nor loving friends can hurt you,
If all men count with you, but none too much:
If you can fill the unforgiving minute
With sixty seconds’ worth of distance run,
Yours is the Earth and everything that’s in it,
And-which is more-you’ll be a Man, my son!

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