Italo Calvino, pover uomo…

Italo Calvino, pover uomo…

 

 

Italo Calvino fu per anni il responsabile delle pagine culturali dell’Unità e fu sempre molto prossimo al mondo comunista. Questo aiutava molto, per usare un eufemismo, negli anni Cinquanta e Sessanta in Italia. Francamente ho sempre trovato indigeribili i suoi romanzi che pure hanno vinto premi e sono stati tradotti in varie lingue nel mondo. Sono ben cesellati e torniti ma non mi hanno mai comunicato nulla, parlano e alludono a cose che trovo inutili e noiose. Confesso di non essere mai riuscito ad andare oltre alla terza o alla quarta pagina. Questo, certamente, per mancanza mia. Di Calvino ho apprezzato molto le sue Lezioni Americane e un libro di focose lettere scritte a Elsa De Giorgi.
Ecco qui una bella descrizione di queste lettere, solo in parte pubblicate:
“Passato alla storia della letteratura come un letterato schivo, riservato, a tratti persino freddo, Calvino, è stato un uomo appassionato e passionale. Lui ed Elsa De Giorgi furono amanti, negli anni tra il ’55 e il ’58 e, a testimoniare il loro amore, vi è un carteggio di lettere (ben 407) conservate interamente nel Fondo Manoscritti di Pavia. Nel 1990, infatti, proprio la De Giorgi decise di pubblicarne alcune sulla rivista “Epoca” e alcune di queste sono state riprese qualche anno fa dal “Corriere della Sera”, con un comprensibile disappunto da parte della vedova dello scrittore”.

Elsa De’ Giorgi, nata Elsa De Giorgi Alberti nacque nel 1914 e fu una delle attrici più amate del cinema dei “telefoni bianchi”; proveniva da una nobile famiglia e appena 18enne iniziò la sua carriera, agevolata dalla sua grande bellezza. Nel 1948 sposò il Conte Sandrino Contino Bonacossi, partigiano e collezionista d’arte; nella loro Villa di Roma ricevevano personalità del calibro di Alberto Moravia, Carlo Levi, Renato Guttuso ed Elsa era piuttosto stimata in quanto donna e in quanto letterata. Nel 1955 conobbe Italo Calvino; all’epoca lo scrittore – dieci anni più giovane di lei – si occupava dell’ufficio stampa alla casa editrice Einaudi.
I due iniziarono a collaborare e il lavoro sfociò ben presto in un amore difficile e furioso, fatto di incontri proibiti, corrispondenze, di viaggi in treno tra Roma e Torino.
La loro relazione finì sui giornali di cronaca e terminò nel 1958, lasciando uno strascico di polemiche. A un certo punto lei si presentò in redazione con una pistola carica in mano per uccidere Calvino, ma fu convinta a soprassedere. A testimonianza di questo rapporto resta il corpus epistolare che la filologa Maria Corti, una delle poche ad averlo letto nella sua interezza, ha dichiarato essere “il più bello del Novecento italiano”. La stessa Elsa De’ Giorgi si batté per far capire quanto questa relazione avesse inciso non solo sulla formazione di Calvino, in quanto uomo, ma anche e soprattutto sul Calvino scrittore.

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