L’ergastolo per il femminicidio è una aberrazione giuridica, che non varrà per gli extracomunitari del terzo mondo

L’ergastolo per il femminicidio è una aberrazione giuridica, che non varrà per gli extracomunitari del terzo mondo

 

 

 

Il centrodestra vorrebbe guadagnarsi la benevolenza della sinistra approvando una legge, che noi crediamo incostituzionale, che condanna chi commette un femminicidio, ovvero l’uccisione di una cittadina italiana di sesso femminile perpetrato da un cittadino di sesso maschile. S’illude il centrodestra che di ciò gli verrà reso merito, infatti il problema dei femminicidi è sono un manganello usato dall’estrema sinistra per bastonare la destra, nella loro spasmodica sete di potere. Una volta tolto questo mattarello ne troveranno un altro.

«Una svolta epocale», la definisce il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Per la premier Giorgia Meloni, «il governo compie un altro passo avanti nell’azione di sistema che sta portando avanti fin dal suo insediamento per contrastare la violenza nei confronti delle donne e per tutelare le vittime». Le novità del ddl vengono riassunte in dieci punti: si introduce una nuova fattispecie penale, rubricata come «femminicidio», che per l’estrema urgenza criminologica del fenomeno e per la particolare struttura del reato viene sanzionata con la pena più grave: l’ergastolo. In modo connesso, sono state introdotte corrispondenti circostanze aggravanti per i delitti più tipici di codice rosso; prevede l’audizione obbligatoria della persona offesa da parte del pm nei casi di codice rosso, non delegabile alla polizia giudiziaria, connessi obblighi informativi e riflessi in materia di organizzazione degli uffici del pm; introduce specifici obblighi informativi in favore dei prossimi congiunti della vittima di femminicidio; prevede il parere – non vincolante – della vittima in caso di patteggiamento per reati da codice rosso e connessi obblighi informativi e onere motivazionale del giudice; introduce una presunzione di adeguatezza nella scelta delle misure cautelari; interviene sui benefici penitenziari per autori di reati da codice rosso; introduce, in favore delle vittime di reati da codice rosso, un diritto di essere avvisate dell’uscita dal carcere per misure premiali dell’autore condannato; rafforza gli obblighi formativi dei magistrati; estende alla fase dell’esecuzione della condanna al risarcimento il regime di favore in tema di prenotazione a debito previsto per i danneggiati da fatti di omicidio “codice rosso” e femminicidio.

A parte l’incostituzionalità manifesta di tale provvedimento, come se chi è di sesso maschile valga meno di chi è di sesso femminile, resta poi il fatto che  tutte le statistiche sugli omicidi, sia italiane, sia internazionali, attestano che sono più gli uomini che le donne ad essere vittime di violenza. Restando in Italia, forniamo alcune cifre: nel 1992, per 1 donna uccisa, erano stati uccisi 6 uomini; nel 1995, il rapporto era di 1 a 4; nel 2000, il rapporto era di 1 a 3; nel 2006, risale ad 1 donna ogni 4 uomini; nel 2011, la forbice cala ad 1 femmina contro 3 maschi; nel 2018 vi è stata 1 donna uccisa ogni 2 uomini. Il rapporto è rimasto negli ultimi anni praticamente inalterato, soltanto con oscillazioni annuali. Ad esempio, nel 2021 gli omicidi sono stati in Italia 303, di cui 184 uomini e 119 donne, dunque il 61% vittime maschili ed il 39% femminili. Perciò la maggioranza delle vittime di uccisioni è di sesso maschile e non femminile. Serve ricordare che maschi sono figli, padri e fratelli, di qualche donna e che non sono una specie aliena.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.