I destini comuni di Shinzo Abe e di Spencer Perceval

I destini comuni di Shinzo Abe e di Spencer Perceval

Bellingham spara a Perceval

L’assassinio del Premier giapponese Shinzo  Abe ha indotto qualcuno a parlare di una azione diretta dalla longa manus della finanza internazionale, in quanto egli era un convinto keynesiano.

Questo crimine me ne ha fatto tornare in mente uno simile, l’assassinio del primo ministro britannico Spencer Perceval (1762-1812), avvenuto l’11 maggio 1812.

Riportiamo qui sotto un brano preso da Storia delle Banche Centrali di Stephen Mitford Goodson e pubblicata dalla Gingko Edizioni.

Quando il principale azionista della First Bank of the United States, Mayer Amschel Rothschild, venne a sapere delle accese proteste contro il rinnovo dello statuto, andò su tutte le furie e dichiarò che “o l’istanza di rinnovo viene accolta o gli Stati Uniti si troveranno coinvolti in una guerra più che disastrosa.” E poi esclamò: “Darò una lezione a quegli americani insolenti e li riporterò allo stato di colonie”.
Al fine di riportare a galla la sua banca centrale privata, Rothschild cercò di convincere il primo ministro britannico Spencer Perceval a dichiarare guerra agli Stati Uniti.

Nel 1807 Perceval entrò nel governo in qualità di Cancelliere dello Scacchiere. In quel periodo l’Inghilterra era in guerra contro alla Francia e uno dei suoi compiti principali fu quello di raccogliere fondi per finanziare il conflitto. Invece di aumentare le tasse, però, Perceval contrasse svariati prestiti, prima dalla Barings Bank e poi, soprattutto, dai Rothschild. John Charles Herries era il segretario di Perceval, ruolo che ricopriva già da cinque anni. Herries era amico intimo di Nathan Rothschild, alla cui causa fu fedele nei ruoli da lui ricoperti per il governo britannico, ovvero ministro del Tesoro, commissario generale dell’esercito e Cancelliere dello Scacchiere, fino alla sua morte, nel 1858.
Nel frattempo, gli agents provocateurs di Rothschild stavano fomentando il malcontento in Nord America. Per provocare il popolo americano, i britannici cominciarono a intromettersi nei traffici tra Stati Uniti e Francia, con quest’ultima che aveva imposto un blocco continentale proprio contro l’Inghilterra. Dal momento che la marina militare britannica era a corto di marinai, si servì di quelli americani tramite il reclutamento forzato. Inoltre, i britannici rifornirono di armi le tribù indiane, in particolar modo Tecumseh, il capotribù degli Shawnee, al fine di vanificare e contenere l’espansione a ovest dei colonizzatori.

Gli americani, da parte loro, si dimostrarono interessati a conquistare parti del Canada.
Contemporaneamente, Perceval subì sempre più pressioni da parte di Nathan Rothschild affinché dichiarasse guerra agli Stati Uniti. Si rifiutò. L’esercito britannico era già a un punto morto in Spagna e in Portogallo contro le forze armate napoleoniche (con la Guerra Peninsulare del 1808-1814), e Perceval non aveva intenzione di impegnare ancora più soldati e risorse, da finanziare tramite altri prestiti a interesse, al solo scopo di salvare gli interessi bancari in caduta libera dei Rothschild in America.

L’assassino di Perceval si chiamava John Bellingham, nacque attorno al 1769 a St Neots, nel Huntingdonshire. Dal 1800 al 1802 lavorò ad Arcangelo come agente import-export. Tornato in Russia nel 1804, nel novembre di quell’anno fu ingiustamente accusato di non aver onorato un debito di 4.890 rubli, per il quale dovette scontare quattro anni di prigione. Una volta fuori, Bellingham andò a vivere a Liverpool, su Duke Street. Presentò invano un’istanza di risarcimento al governo.
Amareggiato e risentito, fece combriccola con due dissoluti mercanti americani, Thomas Wilson e Elisha
Peck, entrambi smaniosi che i decreti che impedivano alle nazioni neutrali di intrattenere scambi commerciali con la Francia venissero aboliti. Questi decreti erano stati introdotti da Perceval in risposta al blocco continentale  di Napoleone del 1806, che vietava gli scambi con la Gran Bretagna e l’Irlanda. Il dibattito sulla loro proroga era in programma al parlamento proprio quella fatidica sera della sua morte. Ci troviamo quindi di fronte a una convergenza di interessi, un uomo squilibrato e pieno di risentimento, e due avidi mercanti, con dietro il burattinaio Rothschild che tira i fili da dietro le quinte.
Alle 17:15 dell’11 maggio 1812, mentre Perceval faceva il suo ingresso nel vestibolo della Camera dei Comuni,
Bellingham si fece avanti e gli sparò al cuore. Mentre cadeva a terra, Perceval pronunciò le parole “Omicidio… Oh, mio Dio” per poi morire nel giro di qualche minuto. Quattro giorni più tardi, Bellingham fu processato presso la Old Bailey. Il processo durò tre giorni. La richiesta di infermità mentale venne respinta.
Probabilmente la breve durata del processo si spiega con la necessità di impedire che venissero fatte rivelazioni scomode. Come succede in caso di omicidi politici come questo, infatti, la teoria dell’“assassino che agisce da solo” doveva essere difesa a tutti i costi. Il 18 maggio del 1812, quindi, Bellingham fu impiccato. Qualche settimana dopo l’omicidio di Perceval, i decreti che impedivano alle nazioni neutrali di fare affari con la Francia furono revocati.

All’interno della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Henry Clay, un massone, era alla guida di un gruppo di giovani democratici-repubblicani noti come i “Falchi di Guerra”. La dichiarazione di guerra fu decisa il 1° giugno del 1812 con 79 voti a 49, con tutti e 39 i federalisti contrari.
In Senato il voto fu deciso per 19 voti a 13. Dal momento che non si raggiunse l’unanimità, i critici parlano spesso della “guerra di Madison”.

In Inghilterra il successore di Perceval, Lord Robert Liverpool, era un fervido sostenitore del conflitto. Tuttavia, nessuna delle due parti raggiunse i propri scopi, fatta eccezione per Nathan Rothschild, che il 10 aprile del 1816 riuscì ad aprire la Second Bank of the United States. Quando le ostilità cessarono, oltre due anni più tardi, il 24 agosto del 1814, le vittime ammontavano a più di 24.000.
In termini finanziari, la guerra si rivelò particolarmente onerosa per gli Stati Uniti, che accumularono debiti per la cifra esorbitante di 105 milioni di dollari su una popolazione di 8 milioni di abitanti. Questo causò un aumento del debito nazionale del 182%, dai 45 milioni di dollari nel 1812 ai 127 del 1815.
La pace fu sottoscritta a Gand, in Belgio, il 24 dicembre del 1814.

 

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