Scritto da Luca Volpi sulla rivista VALLE DELL’OGLIO il 19 maggio 2019
Nel mezzo del cammin tra Capriolo e Paratico… potrebbe essere l’incipit per un capitolo inedito dedicato all’esilio di Dante Alighieri attraverso le nostre zone. Una tesi suggestiva a cui il Colonnello Amerigo Lantieri de Paratico ha dedicato una considerevole ricerca storica, avvalendosi sia di manoscritti redatti da alcuni antenati, sia di testi di studiosi bresciani. E nella serata di lunedì 25 marzo 2019 ha illustrato in biblioteca i risultati raccolti.
«Il primo a scriverne pare sia stato Giovanni Maria Mazzucchelli, un precursore della storia della letteratura italiana, nella seconda metà del Settecento – ha spiegato Lantieri – All’interno della storia della famiglia Paratico si accenna a quel “famoso poeta Dante Adigerio fiorentino” che pare alloggiò nel castello». Altri studiosi, talvolta non così competenti, si sono cimentati sull’argomento, su carta stampata e nel web, ma purtroppo senza dare grossi aiuti al Lantieri: «Ho dovuto constatare che molti scritti erano approssimativi e grossolani».
Tuttavia, una sterzata imprevista alla ricerca l’ha data un saggio del fiorentino Giuseppe Pelli Bencivenni, il quale si appoggia alla testimonianza del Boccaccio secondo cui il sommo poeta trovò rifugio presso la famiglia Paratico. Possibile che scrittori di casa Lantieri e storici del bresciano avessero ignorato una testimonianza simile? Un dubbio che ha spinto il Colonnello a ulteriori verifiche.
«Consultando più edizioni del Trattatello in laude di Dante, ho appurato che Giovanni Boccaccio menziona Brescia solo per dire che Dante cercò di convincere il Conte Arrigo di Luzinburgo (meglio noto come imperatore Enrico VII di Lussemburgo, Ndr) a conquistare pure Firenze, oltre a Brescia, nella speranza di ritornarvi. Ad ogni modo, non ci sono indicazioni su dove si trovasse in quel periodo».
Deluso per questo vicolo cieco risalente a un paio di anni fa, Lantieri avrebbe abbandonato l’impresa se non fosse stato per l’intervento provvidenziale della cugina Carolina di Levetzow Lantieri, ultimo ramo della dinastia situato a Gorizia. «Mi disse che vicino alla torre del Palazzo Lantieri di Gorizia hanno degli affreschi del 1535 dedicati all’imperatore Carlo V e in uno di questi è raffigurato il Castello di Paratico, con tanto di lago d’Iseo, e Dante in procinto di entrare». Seppur lontano da una pittura realista, tale indizio sarebbe in linea con la tradizione di famiglia secondo la quale il capostipite di Gorizia Antonio Lantieri, d’animo ghibellino, partì da Paratico e giunse in terra friulana nel 1450. Senza contare i manoscritti in italiano e latino del notaio Branchinus de Paratico, altro prezioso supporto per la ricerca: «Non solo egli avrebbe dedicato un paio di sonetti al poeta esule, ma si sarebbe recato a Ravenna per visitarne la tomba».
I resti del Castello di Paratico, o Castello Lantieri, sono posti in cima ad una collina a meridione del paese, in una posizione strategicamente dominante per tenere sotto controllo la parte inferiore del Lago d’Iseo e i punti di attraversamento verso la sponda bergamasca. La costruzione della fortificazione, di cui non si hanno riscontri documentari prima del 1276, può essere collocata realisticamente tra il XII e il XIII secolo, probabilmente sulle basi di una struttura difensiva precedente. I signori del luogo gestirono il castello in un vero regime di comproprietà: in un documento del 1279 il fortilizio viene indicato come diviso tra la chiesa di Santa Maria, il monastero di San Faustino e le famiglie nobili Lanterio, Vithotti e Fancone.
La struttura è abbastanza semplice: un mastio collocato in una cortina muraria, con probabili segni di ampliamento sul lato sud. L’accesso al castello è caratterizzato da una pregevole porta con stipiti in pietra lavorata e arco a sesto acuto, protetto da una piccola torre di guardia a pianta quadrangolare Gli edifici principali e la parte meglio conservata del castello si trovano sul lato nord: una grande torre sviluppata su quattro livelli (probabilmente la parte più antica della costruzione) che doveva raggiungere quasi 15 m di altezza ed accanto un edificio più basso, un palatiolum di epoca successiva.
Documenti storici attestano in antichità la presenza di una chiesa dedicata a San Silvestro, costruita a ridosso della cortina muraria, di cui restano però solo deboli tracce. Probabilmente la struttura nei secoli ebbe funzione di magazzino e conservazione dei prodotti agricoli, e di ricetto per la popolazione locale in caso di pericolo.
By Luigi sona
Incredibile…trovare tracce dopo così tanto tempo