Dada e la storia di Fido, lo Hachiko italiano

Dada e la storia di Fido, lo Hachiko italiano

Esiste una organizzazione a Verona, piccola per burocrazia ma grande per gli intenti, si chiama Associazione Musica Viva e organizza un gran numero di concerti, pur godendo di scarsissimi finanziamenti.
Al centro di questa organizzazione è una straordinaria donna che possiede un cuore pieno di raggi di luce, e che si chiama Daniela (Dada) Benedini, che vien mossa da un infinito amore per la musica e per i suoi interpreti. Fa da mamma a tutti loro che, altrimenti, non potrebbero esibirsi.
La riproducibilità della musica attraverso il mezzo elettronico ha rivoluzionato il mondo. Ma ogni rivoluzione esige le sue vittime sacrificali e in tal caso le vittime designate sono cantanti e musicisti, messi fuori gioco per sempre. Purtroppo, l’intelligenza artificiale darà loro una nuova mazzata. Eppure, non tutto è perduto. Esiste ancora la speranza che la magnifica imperfezione creata dalla musica suonata dal vivo sfugga alla stucchevole perfezione del mezzo elettronico. Tutto sommato è un po’ come paragonare delle stampe perfette della Giocanda di Leonardo da Vinci con l’originale. Per quanto sia perfetta una copia della Gioconda, l’originale conservato al Louvre batte tutte le copie, proprio grazie alle sue infinite imperfezioni, al suo progressivo decadimento e alle emozioni che sa evocare nelle migliaia di turisti che ogni giorno fanno la fina per ammirarla. Pare banale ripeterlo ma è proprio vero: la musica è emozione umana, non matematica.
Se volete conoscere i prossimi appuntamenti musicali già organizzati, vi basterà aprire questo sito:

https://musicavivaverona.it/chi-siamo/

Durante un loro concerto al Circolo Ufficiali, un luogo magnifico che si trova dentro a Castelvecchio, ho scambiato due chiacchiere con il marito di Dada, Almiro Comucci. Anche lui un personaggio davvero straordinario e chitarrista di grande valore, il quale mi ha accennato brevemente a una storia che non conoscevo e che è parte della sua straordinaria vita.


Suo padre, Ardito, una sorta di toscano uscito dal Rinascimento è stato amico di Silvio Berlusconi, con il quale corrispondeva abitualmente. Almiro mi ha raccontato che suo padre un giorno gli disse che lo voleva portare al loro paese d’origine perché nella piazza c’era un monumento che doveva assolutamente conoscere. Partirono in auto e dopo varie ore di viaggio raggiunsero Borgo San Lorenzo (FI) e gli mostrò un monumento con un cane di bronzo.

Almiro chiese al padre che voleva dire, e il padre gli disse di quel cane fu trovato nel 1941 in un fosso e ferito, da Carlo Soriani, che se lo portò a casa e lo curò. Divennero inseparabili e quando alle 5.30 di mattina l’uomo andava a prendere un autobus per le Fornaci Brunori, Fido lo accompagnava e tornava alla stazione di sera per attendere il suo rientro. Il 30 dicembre 1943 ci fu un terribile bombardamento che uccise 100 persone, fra i quali il padrone di Fido.
Da allora il cane lo attese alla stazione, ogni sera, per 14 lunghi anni. Morì l’8 giugno 1958 e venne sepolto nel cimitero di Borgo San Lorenzo, vicino a dove è sepolto Carlo Soriani.

Questa storia commovente non è famosa come quella di Hachiko, il cane di razza Akita-inu, che attendeva il ritorno del padrone, il professor Ueno, alla stazione Shibuya di Tokyo. Nel 1925, a 53 anni il professore ebbe una emorragia celebrale che lo uccise, e quella sera non vedendolo tornare il suo cane divenne nervoso e rifiutò di mangiare per tre giorni. Successivamente andò alla stazione ogni mattina e ogni sera in attesa del ritorno del professore da Tokyo, finquando non morì anche lui, nel 1935. La sua fama si diffuse nel mondo e qualche anno fa gli fu dedicato un film, interpretato da Richard Gere, A Dog’s Tale.

Non mancate ai concerti organizzati da Dada e dal marito, Almiro, passerete qualche ora in serenità e allegria e imparerete tante cose nuove.

Angelo Paratico

 

One Reply to “Dada e la storia di Fido, lo Hachiko italiano”

  • Daniela Benedini

    By Daniela Benedini

    Reply

    Delizioso articolo

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