Ridanio Menini, grande artista di Quinzano

Ridanio Menini, grande artista di Quinzano

 

Sabato mattina, mia moglie Donatella e io, abbiamo visitato l’artista Ridanio Menini, incontrandolo dentro alla sua bottega. Questo suo rustico studio si trova dietro al vecchio municipio di Quinzano, in provincia di Verona. Ci siamo arrivati a piedi, nel sole abbacinante, passando davanti alla Via Crucis di Domenico Zangrandi (1928-1999), il suo maestro. A sinistra si vede murata la stele che commemora l’ingegnere Enrico Bernardi (1841-1919), illustre quinzanese e inventore dell’automobile (scusate se è poco). Dietro all’edificio si apre una piazzetta riparata che, pur essendo affollata di auto, con edifici che necessitano di manutenzione, è un’oasi di serenità.

Quinzano è bellissima, ma lo sapranno i quinzanesi? Si trova incastonata alla base delle colline di Quinzano, ed è tutta fiorita. Lo sapranno di vivere in Paradiso?

“Dove sarà lo studio del maestro?” ci chiediamo. Scrutiamo i quattro lati della piazza, ed eccolo là, lo scorgiamo, seduto alla sua tavolo, al primo piano di un’abitazione con le finestre spalancate.

Ci scorge e c’invita a salire. Mi torna in mente un celebre dipinto cinese del XIII secolo, che s’intitola ‘Visitando Dai Kui in una notte nevosa’ illustra l’amicizia fra due intellettuali. Uno dei due, Wu Hui, di notte, decide di risalire il fiume sotto alla neve per parlare al suo amico Dai Kui. Il barcaiolo che lo trasporta risale la corrente per un’ora e, a un certo punto, scorgono le finestre illuminate della casa di Dai Kui. Alzandosi in piedi, Wu Hui ordina al barcaiolo di tornare indietro. Questo significa che il piacere sta nel viaggio e nel pensiero di conversare con l’amico, ancora più che incontrarlo, disturbarlo o altro.

Entriamo nella sua bottega e ammiriamo i suoi quadri. Penso che davvero i quinzanesi non sanno quanto bella sia Quinzano e anche ignorano di avere un artista fra di loro. L’umiltà è un segno della sua grandezza. Quadri luminosi e sereni, paesaggi e ritratti con un fondo di sabbia e con colori a olio. Non usa colori acrilici.

Ognuno di noi ama certe cose in un artista, più che altre. Fra i suoi quadri io amo di più i paesaggi spatolati, perché c’è tutto Ridanio lì, tutta la sua soavità e il suo istinto per il bello.

Spero proprio che i quinzanesi aprano gli occhi: che si rendano conto di vivere in un bellissimo borgo e che c’è una perla nel loto, come direbbe Wu Hui, l’amico di Dai Kui.

Angelo Paratico