HITLER CHIEDE PERDONO. MA SI TRATTA DI UN SOGNO

HITLER CHIEDE PERDONO. MA SI TRATTA DI UN SOGNO

«Il mio sogno: Adolf in ginocchio», il nuovo libro di Rossana Barbara Mondoni, scritto assieme al giornalista e storico Luciano Garibaldi e pubblicato dalla Gingko Edizioni di Verona, vede la luce in concomitanza con il “Giorno della Memoria”, dedicato al ricordo delle vittime della follia nazista, il 27 gennaio di ogni anno, il giorno in cui, nel 1945, fu liberato il campo di sterminio di Auschwitz, dove migliaia di prigionieri, perlopiù ebrei, attendevano la crudele sorte cui li aveva condannati Adolf Hitler.

Tra i superstiti nel campo di sterminio di Mauthausen, c’era il padre di Rossana Mondoni, professoressa di liceo, che anni fa, di ritorno da un “viaggio della memoria” con i suoi studenti ad Auschwitz-Birkenau, fu “aggredita” da un sogno, al centro del quale figurava Hitler. «Un incubo o qualcosa di simile», scrive l’autrice nella prefazione del libro, e così prosegue: «L’ex-Führer lo percepivo come tutto avvolto in un groviglio di rovi, simili al filo spinato che avevo appena visto nei campi di morte nazisti. Tra le spine, scorgevo i suoi freddi occhi azzurri che tanto avevano magnetizzato la folla, che si incrociavano con i miei. Questa volta però parevano supplichevoli e un sussurro usciva dalle sue labbra. Era un’implorazione, una supplica di portare le sue scuse all’Umanità intera, perché solo col perdono da parte delle sue vittime, avrebbe potuto accedere alla fila di coloro che erano in attesa di essere ascoltati dall’Altissimo.

«All’inizio», continua la professoressa Mondoni, «ero spaventata e inorridita di trovarmi faccia a faccia con chi aveva fatto costruire i campi di concentramento e i Lager, dove era stato rinchiuso mio padre Giovanni, per quindici lunghi mesi e sopravvissuto per miracolo all’infame tragedia. Sognare un dittatore sanguinario, che non ha esitato a scatenare una guerra mondiale con milioni di morti tra militari e civili, attuando lo sterminio di sei milioni di ebrei, non è cosa che si possa accettare facilmente. Avevo l’impressione di essere in un incubo ricorrente, per cui ogni volta cercavo affannosamente di svegliarmi. Inutile, il mio sogno continuava. Una volta, per liberarmene, dovetti accettare la situazione e adattarmi ad ascoltare le sue parole che provenivano da dentro i rovi. Fu un lungo monologo, quasi una confessione, necessaria per lui per accedere al perdono». Nel suo libro, la professoressa Mondoni ricostruisce nei particolari quella lunga confessione notturna concludendo con queste parole: «La sua salvezza (del Führer) è ancora possibile, se mai l’Altissimo gli concederà di mettersi in fila tra quelli che chiedono perdono con convinzione».

Nella sua parte, Luciano Garibaldi, già autore, a suo tempo, di numerosi reportages in Germania consistenti in una serie di incontri e interviste ai protagonisti della opposizione tedesca al nazismo che si concretarono con ampi servizi giornalistici pubblicati sui settimanali “Tempo” e “Gente” e su vari quotidiani, realizza una scorrevole sintesi della Germania nazista, ricostruendo eventi storici come l’opposizione della Chiesa cattolica al nazismo, l’ “Operazione Walkiria” (il tentativo fallito di un gruppo dei vertici della Wehrmacht di neutralizzare il Führer), l’amaro destino delle donne di Hitler (tutte suicide), le rivelazioni fattegli a suo tempo dal generale Karl Wolff, già comandante delle Waffen SS in Italia, un anno prima della sua scomparsa, e riprese dalla stampa di tutto il mondo.

«Date queste premesse», scrive Luciano Garibaldi, «non potevo certo restare indifferente al resoconto fattomi da Rossana del suo incontro onirico con Hitler. Mi venne dunque istintivo esortarla a mettere per iscritto il suo sogno davvero non comune. Un pretesto più che valido per affrontare assieme un nuovo testo: questa volta dedicato a Hitler, al nazismo, al capitolo storico che più di ogni altro ha segnato la mia passione di ricercatore, concretatasi con i libri che ho dedicato alla figura di Adolf Hitler e al fenomeno nazista: «O la Croce o la Svastica» (Lindau), «Operazione Walkiria. Hitler deve morire» (Ares), «Adolf Hitler. Il tempo della svastica» (White Star, scritto con la figlia, Simonetta Garibaldi).

Da non sottovalutare, infine, l’attualità del sogno di Rossana in un clima politico che, a 76 anni dalla scomparsa di Hitler, vede rifiorire non solo in Germania i nostalgici dei metodi nazisti.

 

Ambrogio Bianchi