Il rapimento di un principe in Abissinia. Prima che l’Italia ci mettesse piede. La storia di Alemaieu.

Il rapimento di un principe in Abissinia. Prima che l’Italia ci mettesse piede. La storia di Alemaieu.

Di Religione ortodossa etiope, Tewahedo Dejazmatch Alemayehu Tewodros, spesso indicato come SAR Principe Alemayehu o Alamayou d’Etiopia (23 aprile 1861 – 14 novembre 1879) fu il figlio dell’Imperatore Tewodros II e dell’Imperatrice Tiruwork Wube d’Etiopia.

Il padre di Alemayu, l’Imperatore Tewodros II, morì suicida dopo la sua sconfitta da parte degli inglesi, guidati da Sir Robert Napier, a conclusione della spedizione britannica in Abissinia del 1868.

Dopo la Battaglia di Magdala, il giovane principe fu portato in Gran Bretagna, sotto alle cure del capitano Tristram Speedy. Ciò era conforme ai desideri di Tewodros II, che aveva chiesto a sua moglie, l’Imperatrice Tiruwork Wube, in caso di sua morte, di porre suo figlio sotto la protezione degli inglesi. Questa decisione fu apparentemente presa nel timore che la vita del Principe fosse messa in pericolo da un pretendente all’Impero d’Abissinia. L’Imperatrice Tiruwork aveva intenzione di recarsi in Gran Bretagna con suo figlio, dopo la morte del marito, ma s’ammalò e morì durante la marcia da Magdala a Zula, lasciando Alemayehu orfano.

Inizialmente, l’Imperatrice Tiruwork aveva resistito agli sforzi del Capitano Speedy di essere nominato tutore del bambino, e aveva persino chiesto al comandante delle forze britanniche, Lord Napier, di tenere Speedy, un gigante dai capelli rossi, lontano da suo figlio e da lei. Ma dopo la morte dell’Imperatrice, Napier  permise a Speedy di assumere il ruolo di suo custode. All’arrivo del piccolo Principe ad Alessandria d’Egitto,  Speedy congedò l’intero entourage etiope del Principe, ordinandogli di tornare in Etiopia.

Mentre soggiornava a casa di Speedy, sull’Isola di Wight, fu presentato alla Regina Vittoria nella sua casa di Osborne House. Lei si interessò molto alla sua vita e alla sua educazione. Alamayehu trascorse anche un po’ di tempo in India con Speedy e sua moglie, ma il governo decise che doveva essere educato in Inghilterra e fu mandato alla Lockers Park School e poi a Cheltenham per essere educato sotto le cure di Thomas Jex-Blake, direttore del Cheltenham College. Si trasferì alla Rugby School con Jex-Blake nel 1875. Nel 1878 entrò nella scuola di formazione per ufficiali del Royal Military College, Sandhurst, ma non si trovò bene e l’anno successivo andò a Far Headingley, Leeds, West Yorkshire. Nel giro di una settimana contrasse una pleurite e morì dopo sei settimane di agonia, nonostante le attenzioni del dottor Clifford Allbutt di Leeds e di altri stimati consulenti.

La Regina Vittoria menzionò la morte del giovane principe nel suo diario, dicendo che era stato un ragazzo buono e gentile e quanto fosse triste che fosse morto così lontano dalla sua famiglia. Annotò anche quanto fosse stato infelice e quanto fosse consapevole che le persone lo fissavano per il colore della sua pelle. La Regina Vittoria fece in modo che Alamayehu fosse sepolto nel Castello di Windsor. Il funerale ebbe luogo il 21 novembre 1879, alla presenza di Cyril Ransome, del Cancelliere dello Scacchiere, Stafford Northcote, del Generale Napier e del Capitano Speedy. Una targa di ottone nella navata della cappella di San Giorgio lo commemora e riporta le parole “Ero uno straniero e mi avete accolto”, ma il corpo di Alamayehu fu sepolto in una tomba di mattoni all’esterno della cappella. L’imperatore Haile Selassie d’Etiopia fece in modo che anche una seconda targa commemorativa del Principe fosse collocata in quella cappella. Nel 2007, il governo etiope richiese la restituzione dei resti di Alemayehu per una nuova sepoltura in Etiopia.

Quella riportata qui sopra è la storia ufficiale del giovane Principe, che a sei anni si ritrovò orfano. Gli invasori saccheggiarono la fortezza dove aveva vissuto, portandosi via tesori e antichi manoscritti e al giovane Principe non fu più concesso di tornare in Africa.

Un libro su di lui è stato pubblicato dalla History Press di Londra il 2 febbraio scorso, scritto dallo storico Andrew Heavens, nel quale si racconta questa vicenda nella sua completezza, con il titolo di: “Il Principe e il saccheggio”.

Angelo Paratico