L’università La Sapienza impedì al Santo Padre di parlare

L’università La Sapienza impedì al Santo Padre di parlare

 

Nel novembre 2007 il rettore dell’Università La Sapienza invitò papa Benedetto XVI a parlare al corpo docente e agli studenti, per l’inaugurazione dell’anno accademico, previsto per il 17 gennaio 2008.

Il Cardinale Ratzinger, il 15 febbraio 1990, vi aveva già tenuto un discorso che aveva sollevato un gran vespaio. Questo perché aveva citato  il filosofo della scienza austriaco Paul Feyerabend (1924-1994), il quale diede un positivo giudizio dell’operato della Chiesa Cattolica, relativamente al processo a Galileo Galilei. Studi successivi hanno, da quel tempo, dimostrato come questo fosse giusto, al di là delle ricostruzioni fumettistiche della storia del Rinascimento.

Il ragliar d’asini salì al cielo, finché non intervenne lo stesso Feyerabend, che nel 1990 commentò personalmente il discorso del cardinale, dicendo: «La mia tesi è stata presentata correttamente. La Chiesa aveva ragione nell’affermare che gli scienziati non rappresentano l’autorità finale in materia scientifica. Sono in molti oggi a concordare su questo punto. Si è capito che gli scienziati sono competenti solo in campi ristretti, che spesso esulano dalle proprie competenze e, quando lo fanno, i loro giudizi entrano in contrasto».

Paradossalmente, saltò fuori una lettera dello stesso Galileo Galilei che, succintamente, diceva lo stesso di Ratzinger: “Se bene la Scrittura non può errare” scrive a Benedetto Castelli, “potrebbe nondimeno talvolta errare alcuno de’ suoi interpreti ed espositori, in vari modi».

Lettera del 21 dicembre 1613, in Edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, dir. A. Favaro, riedizione del 1968, vol. V, p. 282[4])

Questo, fra l’altro, è ciò che disse lo stesso Sant’Agostino, e  il Galilei conosceva bene questa citazione.

Il docente di Fisica Marcello Cini (1923 – 2012), scrisse una lettera per protestare per quel invito, che fu pubblicata dal quotidiano comunista Il Manifesto. Seguì poi una lettera interna il 23 novembre 2007, per il rettore e firmata da 67 docenti (su circa 4.500) dell’Università, fra i quali Luciano Maiani, e sottoscritta successivamente da altri 700 tra professori e scienziati.

Nella prima lettera il Cini, con toni oggettivamente scortesi e mal citando da wikipedia, faceva riferimento a una Lectio magistralis tenuta a Ratisbona da Ratzinger e poi a quella a La Sapienza, accusando il Pontefice di appoggiare la teoria del “Disegno intelligente” nella Creazione, un bersaglio favorito dai darwiniani.

Con l’avvicinarsi della data dell’evento, si ebbero delle manifestazioni da parte di studenti dell’Ateneo, contrari all’invito rivolto al Pontefice, culminate con l’occupazione della sede del Senato Accademico e del rettorato.

Il 15 gennaio 2008, come conseguenza dei fatti riportati, la Santa Sede declinò l’invito del rettore dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” a papa Benedetto XVI. Il discorso inaugurale del papa fu comunque letto dal prorettore.

Di scienza e scienziati si è parlato moltissimo negli ultimi tre anni, dove vediamo spesso uomini e donne che il televisione si autoproclamano scienziati e usano la scienza come un’arma contundente. A tal proposito vorremmo riproporre una famosissima citazione presa da Richard Feynman, Premio Nobel per la Fisica, che ben chiarisce cosa sia e cosa non possa essere la scienza.

Possiamo sempre dimostrare che una certa definita teoria sia sbagliata. Notate, comunque, che non possiamo mai provare che sia giusta. Supponiamo che proponiate una buona teoria, calcolate le conseguenze, scoprite che ogni conseguenza da voi calcolata è in  accordo con l’esperimento. La vostra teoria si dimostra per questo giusta? No. Semplicemente non si dimostra sbagliata.

Angelo Paratico

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