Il sorgere del pensiero Politicamente Corretto

Il sorgere del pensiero Politicamente Corretto

 

A partire dagli anni 1990, è avvenuto un importante cambiamento all’interno delle democrazie occidentali industrializzate. Si tratta di un cambiamento che viene ora riconosciuto da molte persone, tante volte criticato, e spesso considerato divertente. Altrettante persone tendono a negare ciò che sta avvenendo o le conseguenze che comporta. Lo scrittore conservatore americano William Lind ha coerentemente riassunto il fenomeno con le seguenti parole:

“Viene chiamato politicamente corretto. Il nome è stato inventato quasi per scherzare, in un fumetto, e si tende ancora sottovalutare la gravità di questo fenomeno. Si tratta di una questione estremamente seria. È l’epidemia peggiore del nostro secolo, che ha causato la morte di decine di milioni di persone in Europa, in Russia, in Cina e in tutto il mondo. È l’epidemia dell’ideologia. Il politicamente corretto non fa ridere. Se osservata da un punto di vista critico o storico, si riesce a capire esattamente di cosa si tratta. Si tratta di marxismo culturale, di marxismo dell’economia applicato alla cultura. È un tentativo iniziato, non negli anni Sessanta, nell’era degli hippie e del movimento pacifista, ma durante la Prima Guerra Mondiale. Se consideriamo i principi fondamentali del politicamente corretto e quelli del marxismo classico, i parallelismi sono evidenti. Prima di tutto, entrambe le ideologie sono totalitarie. Questa caratteristica totalitaria del politicamente corretto è evidente nei contesti dei campus universitari, i quali al giorno d’oggi sono diventati sistemi nordcoreani mascherati, dove gli studenti o gli altri membri della facoltà si ritrovano ad affrontare problemi legali quando osano non rispettare i principi imposti dai gruppi di attiviste femministe, per i diritti delle persone omosessuali, delle persone di colore locali o con origini sudamericane o di altri gruppi elogiati attorno ai quali ruota il politicamente corretto. All’interno del sistema legale dell’università, si ritrovano ad affrontare accuse formali e punizioni”.

Sono venuto a conoscenza della questione del politicamente corretto completamente per caso. Come amico di elementi della sinistra, alla fine degli anni ‘80 e all’inizio degli anni ‘90, sono entrato in contatto con atteggiamenti esageratamente critici, così come atteggiamenti e azioni inquisitoriali e isterici che sono al giorno d’oggi eccessivamente diffusi tra i sostenitori del politicamente corretto e del cambiamento climatico antropico. Allora tendevo a sottovalutare certi avvenimenti, considerandoli semplici manifestazioni di un eccessivo entusiasmo da parte di persone che, altrimenti, avevano solamente delle buone intenzioni.

Nel corso del decennio successivo, mi sono reso conto che il politicamente corretto non era semplicemente una questione di atteggiamenti eccessivamente moraleggianti con una facciata progressista, ma il risultato di una tradizione antica all’interno della sinistra che esiste dai tempi della Rivoluzione francese. Il segno di riconoscimento del pensiero della sinistra è la sua insistenza sul concetto di uguaglianza universale tra le persone e la sacralità del progresso.

Questa è un’evidente tendenza tra queste persone verso una visione dualistica del mondo che considera il conflitto sociale e politico come uno scontro tra le forze di reazione e di progresso. La prima rappresenterebbe l’oscurità e il male, mentre la seconda la giustizia e l’onestà. Di conseguenza, i movimenti della sinistra spesso assumono un carattere religioso che rispecchia un’insistenza messianica o apocalittica che viene spesso associata al fondamentalismo. Come i crociati fondamentalisti sentono il bisogno di eliminare i peccati o le eresie del mondo, così le persone di sinistra sentono un bisogno simile di intraprendere una guerra santa contro una particolare situazione di apparente disuguaglianza. Alcuni esempi sono: razzismo, sessismo, omofobia, xenofobia, classismo, islamofobia, negazionismo del cambiamento climatico, transfobia, patriarcato, gerarchie, abilismo, specismo e discriminazioni dovute all’obesità e all’aspetto di una persona, così come qualunque altra cosiddetta offesa che porti a diseguaglianze. Nel frattempo, la lista di questo tipo di discriminazioni si sta allungando in modo sempre più irragionevole e inverosimile. Recentemente, è nata la moda di chiamare questo tipo di persone di sinistra, politicamente corrette ed eccessivamente entusiaste social justice warriors, ovvero “paladini della giustizia sociale”.

Tuttavia, questa denominazione è impropria, in quanto gli obiettivi di queste persone sono decisamente antisociali e non sono riconducibili ad alcun tipo di giustizia. Eppure il politicamente corretto è semplicemente una manifestazione della tendenza al totalitarismo politico della stessa tipologia che ha piagato il Novecento. Il politicamente corretto è una rappresentazione di una prospettiva ideologica che considera inaccettabile qualsiasi ostacolo alla corsa al potere in nome dell’eguaglianza. Ciò si può facilmente notare osservando il disprezzo da parte dei suoi sostenitori nei confronti dell’autonomia di una società civile, della separazione dei poteri, degli standard relativi al giusto processo, e delle libertà convenzionali di parola, religione, associazione, proprietà privata o di privacy.

 

 

One Reply to “Il sorgere del pensiero Politicamente Corretto”

  • gaetano.zanotto@alice.it

    By gaetano.zanotto@alice.it

    Reply

    Va interpretata
    Molto importante
    Vista si può fare
    Definizione scorretta

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