“Ghost ships” emersero dall’ombra per sabotare il gasdotto Nord Stream

“Ghost ships” emersero dall’ombra per sabotare il gasdotto Nord Stream

 

 

Alcuni monitoraggi eseguiti con satelliti hanno scoperto due navi con i GPS spenti nell’area del gasdotto, prima del sabotaggio avvenuto il 29 settembre 2022.Le prime perdite di gas del gasdotto Nord Stream 2 nel Mar Baltico erano state rilevate nelle prime ore del 26 settembre, riversando nell’atmosfera fino a 400.000 tonnellate di metano. I funzionari che avevano seguito la vicenda hanno immediatamente sospettato un sabotaggio. Una nuova analisi mostrerebbe che due grandi navi, con i loro geolocalizzatori spenti, erano apparse sopra ai siti dove si sono avute le perdite, nei giorni immediatamente precedenti al rilevamento.

Secondo l’analisi della società di monitoraggio dei dati satellitari SpaceKnow, le due “navi misteriose”, ognuna delle quali misurava tra i 95 e i 130 metri di lunghezza, sono passate a diverse miglia di distanza dai siti delle perdite di Nord Stream 2. “Abbiamo rilevato alcune black ships, cioè navi di dimensioni significative, che stavano attraversando l’area di interesse”, afferma Jerry Javornicky, CEO e cofondatore di SpaceKnow. “Avevano i loro radiofari spenti, il che significa che non c’erano informazioni sui loro movimenti e che stavano cercando di tenere nascosto al mondo le informazioni sulla loro posizione e le informazioni generali”, aggiunge Javornicky.

La scoperta, che è stata fatta analizzando le immagini di più satelliti, probabilmente aumenterà ulteriormente le speculazioni sulla causa delle esplosioni. Diversi paesi che stanno indagando sull’incidente ritengono che i gasdotti Nord Stream 1 e 2 siano stati scossi da una serie di esplosioni, e molti sospetti sono stati inizialmente rivolti alla Russia, e successivamente alla Gran Bretagna.

Una volta identificate le navi, SpaceKnow ha trasmesso le sue scoperte ai funzionari della NATO, che stanno indagando sugli incidenti del Nord Stream. Javornicky afferma che i funzionari della NATO hanno chiesto all’azienda di fornire ulteriori informazioni.

La portavoce della NATO, Oana Lungescu, ha dichiarato di non commentare “i dettagli del nostro supporto o le fonti utilizzate”, ma ha confermato che la NATO ritiene che l’incidente sia stato un “atto di sabotaggio deliberato e irresponsabile” e ha aumentato la sua presenza nel Mar Baltico e nel Mare del Nord. Tuttavia, un funzionario della NATO, che non aveva il permesso di parlare pubblicamente, ha confermato che la NATO ha ricevuto i dati di SpaceKnow e ha detto che le immagini satellitari possono rivelarsi utili per le sue indagini.

Per individuare le navi, dice Javornicky, l’azienda ha esaminato 90 giorni di immagini satellitari archiviate per l’area. L’azienda analizza le immagini provenienti da diversi sistemi satellitari, compresi i servizi a pagamento e gratuiti, e utilizza l’apprendimento automatico per individuare gli oggetti al loro interno. Questo include la capacità di monitorare strade, edifici e cambiamenti nel paesaggio.

“Abbiamo 38 algoritmi specifici in grado di rilevare le attrezzature militari”, afferma Javornicky, aggiungendo che il sistema di SpaceKnow è in grado di individuare modelli specifici di aerei sulle piste di atterraggio.

Una volta raccolte le immagini d’archivio dell’area, SpaceKnow ha creato una serie di poligoni intorno ai siti delle fughe di gas. Il più piccolo di questi, circa 400 metri quadrati, copriva l’area dell’esplosione immediata, mentre le aree di interesse più grandi coprivano diversi chilometri. Nelle settimane precedenti alle esplosioni, SpaceKnow ha rilevato 25 navi che transitavano nella regione, da “navi da carico a grandi navi multiuso”, spiega Javornicky. In totale, 23 di queste navi avevano i transponder del sistema di identificazione automatica (AIS) accesi. Due non avevano i dati AIS accesi e queste navi sono passate nell’area nei giorni immediatamente precedenti al rilevamento delle perdite.

Le indagini continuano.

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