Dante Alighieri non confuse papa Adriano V con papa Adriano IV nel XIX canto del Purgatorio

Dante Alighieri non confuse papa Adriano V con papa Adriano IV nel XIX canto del Purgatorio

Adriano IV, Nicola Breakspear

Purgatorio Canto XIX

Ed elli a me: «Perché i nostri diretri
rivolga il cielo a sé, saprai; ma prima
scias quod ego fui successor Petri.                 99

Intra Sestri e Chiaveri s’adima
una fiumana bella, e del suo nome
lo titol del mio sangue fa sua cima.              102

Un mese è poco più prova’ io come
pesa il gran manto a chi dal fango il guarda,
che piuma sembran tutte l’altre some.       105

 

Fra gli esegeti danteschi, da qualche tempo a questa parte, si usa dire che Dante Alighieri confuse Adriano V (papa nel 1276) con Adriano IV (papa dal 1154) nel canto XIX del Purgatorio. Dante lo mise nella bolgia degli avari e dei prodighi, accusandolo di avarizia e di mancanza di fede, salvo una sua tardiva conversione, quando sedette sul trono di Pietro.

Questo è assolutamente incredibile, dato che l’accenno di Dante è assai preciso e circostanziato e fa riferimento al papa ligure e non a quello inglese. Evidentemente, il Sommo Poeta sapeva di cosa parlava, e conosceva cose che i suoi tardi esegeti ignorano. Dunque, il soggetto delle sue critiche fu davvero Adriano V, Ottobono Fieschi e non Adriano IV, Nicola Breakspear, un uomo straordinario, umile e gentile, nato illegittimo e povero.

Come fonte della diceria che Adriano IV fosse avaro si cita il suo discepolo inglese Giovanni di Salisbury, che ebbe grandi favori dal suo conterraneo. Ma alla fine,  il vantare la sua amicizia con il pontefice lo mise in cattiva luce con re Enrico II d’Inghilterra, quando venne a contesa con il papa che rifiutò di sanzionare la sua invasione dell’Irlanda.

Forse Ottobono Fieschi volle essere il successore, almeno nel nome, di quel Adriano IV che lo aveva preceduto, assumendo il suo nome. Adriano V era il nipote di papa Innocenzo IV e svolse importanti missioni diplomatiche in Francia e Inghilterra, dove avrà sentito parlare in termini altamente elogiativi del suo predecessore, che fu contemporaneo di Thomas Becket.

 

Angelo Paratico

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