Attacco iraniano. Israele ne è uscito rafforzato, sia militarmente che diplomaticamente.

Attacco iraniano. Israele ne è uscito rafforzato, sia militarmente che diplomaticamente.

IL fondatore di Hamas Ahmed Yassin incontra l’Ayatollah Khamenei in Tehran in 1998

 

 

300 missili e droni sono stati sparati dall’Iran verso Israele la scorsa notte. Secondo Israele il 99% è stato abbattuto dalle forze aeree di Israele, Regno Unito, Stati Uniti e Giordania. Questo attacco piuttosto che indebolire Israele,  ha finito per mettere in mostra una straordinaria alleanza militare – fra arabi, israeliani, americani e britannici che hanno agito come un tutt’uno per neutralizzare il prevedibile assalto. Questo mostra al mondo quando Hamas e l’Iran siano soli e disprezzati.

Nemmeno uno dei 200 droni o missili da crociera è arrivato in Israele. Solo alcuni missili balistici più veloci hanno colpito il bersaglio e anche questi hanno inflitto solo lievi danni, presso alla base aerea di Nevatim. L’unica vittima segnalata del bombardamento senza precedenti di ieri sera è stata una bambina di sette anni della diaspora beduina, che è rimasta ferita quando le schegge di un missile intercettato sono cadute sulla sua casa nel deserto del Negev.

Sono stati lanciati più di 30 missili da crociera ma zero sono penetrati nel territorio di Israele. Sono stati lanciati più di 120 missili balistici, alcuni dei quali sono penetrati e sono caduti nella base dell’aeronautica militare di Nevatim, causando solo pochi danni. L’Iran pensava di poter paralizzare la base e quindi danneggiare le capacità aeree israeliani ma non ci sono riusciti.

L’Iran si è già affrettato a dire alle Nazioni Unite che non ci saranno altri attacchi e Israele ha già risposto colpendo ieri sera una base di Hezbollah in Libano. Il coinvolgimento britannico (dalla base RAF di Akrotiri) non era tecnicamente necessario, ma tutti i Paesi hanno voluto dare prova di una forza congiunta, che comprende anche i sauditi e gli americani. Anche la Francia ha contribuito, pattugliando lo spazio aereo.

La scorsa notte ha messo in luce non solo la gigantesca forza di Israele e dei suoi alleati, ma anche l’isolamento dell’Iran, con una condanna a livello mondiale. L’Egitto ha espresso “profonda preoccupazione” e ha chiesto la “massima moderazione”. La Cina si è detta “profondamente preoccupata per l’attuale escalation”. Il Qatar ha invitato “tutte le parti a fermarsi”. La Giordania ha dichiarato di aver contribuito a respingere l’attacco iraniano per la propria sicurezza, non volendo un’escalation – infatti, alcune schegge delle intercettazioni della scorsa notte sono cadute sul suolo giordano. La Giordania ha anche condannato la campagna di Israele a Gaza. Solo Hamas si è congratulato con i mullah per il loro attacco: anche Mosca, uno dei principali clienti dei droni iraniani, non ha avuto parole di sostegno.

Dato che i droni avrebbero impiegato nove ore per raggiungere Israele, è probabile che Teheran sapesse già che il suo attacco sarebbe fallito.  Il mondo ha atteso per quasi due settimane per vedere come l’Iran si sarebbe vendicato per l’attacco del 1° aprile alla sua ambasciata da parte di Israele (a sua volta una risposta per il ruolo dell’Iran negli attacchi del 7 ottobre), questo è tutt’altro che il risultato peggiore. E l’Iran, che finanzia Hamas e Hezbollah, è stato esposto come un povero orfanello che piange.

 

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