TATUAGGI: ovvero come scrivere sulla pelle che abbiamo personalità deboli ed immature.

TATUAGGI: ovvero come scrivere sulla pelle che abbiamo personalità deboli ed immature.

di Sabato Scala

I tatuaggi nelle culture primitive sono un elemento SACRALE, non semplicemente estetico e, solitamente, caratterizzano momenti di passaggio fondamentali e segnano il livello di maturità l’individuo, o sottolineano la sua posizione sociale.
In genere si tratta di popolazioni che usano un abbigliamento assai semplice e poco vario e, per questo, il tatuaggio diventa un elemento differenziate evidente.
I tatuaggi moderni li trovo, al contrario, il segno di personalità deboli che devono trovare forza e senso di sé stessi attraverso la “marchiatura” di un tatuaggio.
La debolezza di carattere viene, quindi, esorcizzata attraverso la resistenza e durevolezza di un tatuaggio che ricorda loro quello che vorrebbero essere e, soprattutto, apparire, ma che sanno di non essere.

Vestirsi solo per apparire diversi non basta ad una persona davvero debole di carattere, serve un vestito permanente sulla pelle che rimanga anche quando i vestiti veri sono deposti e che lavori dando loro questo falso senso di sicurezza anche di notte, o quando non c’è nessuno a guardale.
Non sono dissimili di gesti scaramantici, o dai talismani da cui non si ci riesce a separarsi e che per rendere davvero inseparabili da noi, vengono marchiati indelebilmente sulla pelle: chi non è sicuro di sé e non è ancora maturo, deve trovare oggetti che gli diano sicurezza, sostituendo la cappa protettiva genitoriale con una virtuale.
Elemento essenziale per chi soffre di questa moderna sindrome di perdita di identità è lo specchio, continuamente interrogato sul “chi è la più bella e il più bello e fico del reame”, proprio come fa la regina nella famosa fiaba.
Tatuarsi non è un gesto sacro di identità, ma un gesto disperato di un mondo che violenta e distrugge le identità, per creare amalgama uniformi e standardizzati e che fa in modo che le persone perdano il senso della realtà e di sé stesse, al punto che l’unico modo per dichiararsi diverse, non è mostrarsi nella loro vera e matura identità, ma differenziarsi attraverso il tatuaggio.
Insomm, tatuarsi, a mio avviso, è un segno di immaturità e di mancata conoscenza di sé, invece che un segno di passaggio ad una versione migliore di sé stessi.

Amici e amiche che avete compiuto importanti passi avanti nella conoscenza di voi stessi, riflettete se sia giunto il momento di liberare il corpo da questo inutile peso, marchio e residuo fisico di ombra, oramai inutile e scarsamente educativa, per gli altri che vi apprezzano per quel che siete e che siete diventati dentro e non fuori.

Sabato Scala  è un brillante ricercatore, specializzato in ingegneria elettronica e nei software, oltreché scrittore. Pubblichiamo queste sue intelligenti considerazioni, che condividiamo appieno, su chi ama tatuarsi. 

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