Questa settimana uscirà al cinema un film diverso da tutti gli altri e, francamente, molto interessante sotto a diversi punti di vista. E’ stato magistralmente interpretato da Sir Anthony Hopkins e abbiamo potuto dare uno sguardo al film, con una clip estesa rilasciata oggi e che vede l’attore contemplare una serie di diversi punti di vista sugli esseri umani, sulla condizione umana e sulla nostra esistenza su questo pianeta, passata e futura.
Finley Hart è un eccentrico genio a capo di una grossa società di ricerca dati. Alla sua morte, cinque ricercatori, fra i quali suo figlio, vengono contattati da un’entità sconosciuta, come se fosse la mente di tutti i computer funzionanti, una sorta di Al di 2001 Odissea nella Spazio, capace di viaggiare nel tempo. La sua presa di contato viene seguita da una serie di eventi terrificanti, che però mettono i cinque nella necessità di usare i poteri dell’entità per entrare nel tempo oppure di uscirne.
Il film è girato uno sfondo stranamente surreale che ci è familiare (il lock down durante la pandemia), con uno strato di tensione subliminale che è difficilmente spiegabile. Nella clip di Zero Contact vediamo Anthony Hopkins seduto in quella che sembra essere una galleria d’arte, con l’attore al pianoforte che suona una melodia. Hopkins fornisce anche una voce fuori campo intitolata “Life is Strange” che parla di come siamo fatti, ma anche di come siamo stranamente fuori controllo sia per quanto riguarda il nostro esseri umani, che per quanto riguarda il nostro destino nel mondo.
Zero Contact è un film molto diverso per una serie di ragioni, due delle quali hanno a che fare con la produzione e con la distribuzione. Per cominciare, il film, diretto da Rick Dugdale, è stato girato durante l’apice della pandemia di Covid-19, con Anthony Hopkins e altri attori catturati tramite Zoom. Il concetto di “zero contact” si riferisce, in modo non secondario, alla tempistica dell’opera, evidenziando la natura isolazionista di questo periodo della nostra vita. Ma si tratta anche di elementi di viaggio nel tempo, con gli “agenti” che cercano di risolvere un mistero legato alla morte di Finley Hart, interpretato da Hopkins.
L’altro aspetto del film, che rende Zero Contact diverso, è che è stato originariamente distribuito come NFT. Alla fine, i diritti complessivi sono stati acquisiti dalla Lionsgate.
L’84enne Anthony Hopkins è una delle leggende viventi di Hollywood, essendo stato al top della sua professione per decenni. Ma questo non sarà il suo ultimo film. È previsto che reciti anche in The Son, con Hugh Jackman, in uscita a fine anno. E reciterà anche in L’ultima seduta di Freud, attualmente in fase di pre-produzione. Inoltre, questa non è l’ultima volta che vedremo Zero Contact, visto che sono previsti due nuove uscire che seguiranno questo film.
Come vari scienziati hanno già indicato, il maggior pericolo per l’umanità non è dato dalla proliferazione atomica, o dai virus ma piuttosto dal crescente strapotere dell’intelligenza artificiale, che potrebbe decide di terminare l’uomo, ritenendoci ormai superflui.