Le donne di Quinzano, oggi parte di Verona ma un tempo comune indipendente, godono di meritata fama. Belle e indipendenti, possiedono un carattere fiero e ribelle, che emerge con forza ogniqualvolta vengono contraddette.
Un’antica leggenda racconta che Attila ebbe per qualche settimana la sua base logistica a Quinzano. Questo accadde nel 452, mentre tornava dal saccheggio di Aquileia e di Padova, e prima della sua marcia su Milano. All’entrata della Valpolicella si riposò prima di rimettersi in marcia, e proprio a causa dei suoi ozii, ancor oggi il sangue del grande conquistatore unno scorre copioso nelle vene dei quinzanesi.
A Quinzano esiste una associazione nota come “Le Donne di Attila” le quali, ogni anno sfilano con vesti unne durante il fantasmagorico carnevale veronese, uno dei più antichi d’Italia, camminando dietro al re indiscusso del Carnevale, il papà del gnoco.
Gli Unni originavano dalla Cina nord occidentale, come del resto anche i Turchi. Attila nacque verso il 395 e non fu completamente barbaro, perché da giovane era stato a Ravenna, dove imparò il latino. Fu poi soprannominato flagellum Dei per la sua ferocia, ma fu anche un grande amatore, dato che ebbe più di cento figli. A quei tempi esisteva la pratica, comune anche ai mongoli, di farsi consegnare delle giovani principesse in ostaggio dai re che avevano sottomesso.
Dunque, nel 452 Attila si diresse verso Pavia e Milano. Poi, uscendo da Milano, volle marciare su Aquileia e Roma, ma si attestò a Governolo, sul fiume Po, dove incontrò dei dignitari romani che accompagnavano papa Leone I.
Dopodiché accadde qualcosa che ha dell’incredibile nella storia: si ritirò senza più avanzare pretese, un fatto davvero strano. Sappiamo che fu molto superstizioso ed è possibile che sia rimasto impressionato dal crocefisso che gli mostrò il papa, oppure fu corrotto da una ingente quantità d’oro. O forse, pensiamo noi, il papa gli consegnò qualche lettera delle sue amate donne di Quinzano, che lo scongiuravano di risparmiare il resto della penisola italiana e poi di far ritorno, in pace e amore, da loro? Non lo sappiamo…
Ma invece di tornare a Quinzano egli commise il fatale errore di andare in Ungheria o in Romania, dove sposò una giovane principessa tedesca, tal Romilda. Durante la notte delle nozze ebbe una copiosa emorragia interna che lo spacciò. Una teoria alternativa vede la giovane tedesca trafiggerlo nel sonno, per vendicare suo padre. Comunque andarono le cose, tutti possono vedere che una ragazza di Quinzano sarebbe stata meglio! La sua tomba, che si dice piena d’oro e di oggetti preziosi, come quella di Gengis Khan, non è mai stata ritrovata.
By gaetano.zanotto@alice.it
Attila non solo carnevale ma ricorrenza, non ho trovato nulla di Arrigo Balladoro, ma x larenadomila di Toffalletti può ampliare la conoscenza
Auguri Angelo Paratico grazie