Giorgio Carli, un vero eroe democratico

Giorgio Carli, un vero eroe democratico

 

A Quinzano, oggi parte di Verona ma un tempo comune indipendente, si fa alta cultura.

Buona parte del merito va ascritto alla piccola comunità che gravita attorno a San Rocco e all’eremo di San Rocchetto. Parliamo di un gruppo di volenterosi che impiegano il proprio tempo e le proprie risorse per restaurare e finanziare questi centri. Il motore di queste attività è ascrivibile a Giorgio Carli, coadiuvato da Gianfranco Barbieri, Ridanio Menini, Andrea Toffaletti, Cristiano Girelli e dalla Cooperativa Pericoti di Quinzano. Sono tutti amanti della storia locale e infaticabili animatori delle interessanti serate culturali, di riprese cinematografiche condotte dal regista Mario Vittorio Quattrina, di concerti e di cori.  Tutte queste attività vengono organizzate solo grazie al loro impegno personale e sono resistite al test acido del Covid.

L’impegno profuso da Giorgio Carli è commovente e ha qualcosa di eroico. Dopo aver partecipato al restauro delle chiesa di San Rocco e dell’Eremo di San Rocchetto, oggi si occupa anche della loro manutenzione ordinaria e straordinaria, raccogliendo il denaro necessario con l’annuale sagra di San Rocco, che si tiene il 16 agosto. Deve pagare i diritti musicali per la banda a una esosissima SIAE e dulcis in fundo deve pagare una quota di affitto annuale al comune di Verona, pari a ben 5000 euro! Una bizzarria, dato che dovrebbe essere il comune a versare a loro questo denaro, invece che riceverne.

La storia e la cultura sono importanti per mantenere una comunità unita e forte. Come diceva il grande pensatore inglese Roger Scruton: “I regimi autoritari tendono a disgregare la solidarietà fra la gente comune per poter meglio controllarne la mente” ecco, dunque, perché l’opera di Carli  promuove la democrazia.

Il poeta libanese Khalil Gibran scrisse che: “Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, vengono scoccati”. E se le frecce sono spuntate, sbilanciate o storte, che succede?

A parte la cronica mancanza di fondi, alle serate di San Rocco si lamenta la completa assenza dei giovani, e questo è un fatto comune a tutta Verona.  Le insegnanti e gli insegnanti dovrebbero stimolare la curiosità dei loro studenti, spingendoli a partecipare a eventi culturali e poi presentare delle relazioni di quanto hanno udito e visto. Perché non lo fanno? I programmi scolastici non lo prevedono? Al diavolo i programmi scolastici.

I nostri giovani stanno a casa a giocare ai videogame, a guardare le partite di calcio, oppure girano per i bar, in  branco, trascurando libri e cultura fuori dalle aule scolastiche. Tutto questo avrà un pesante costo, con gravi ripercussioni sulla società futura, che diverrà più povera, più violenta, più indifferente. E la colpa è solo nostra, non dei nostri giovani, perché non li abbiamo ben educati e istruiti e, così facendo, permetteremo a chi verrà dopo di noi di mangiargli gli gnocchi in testa.