IL CONTO DEL SALVATAGGIO DI CREDIT SUISSE? 30MILA LAVORATORI A CASA – SECONDO LA STAMPA ELVETICA, LA FUSIONE TRA UBS E LA BANCA RIVALE FINITA SULL’ORLO DEL FALLIMENTO PORTERÀ AL TAGLIO DEL 30% DEI POSTI DI LAVORO TOTALI DEL NUOVO GRUPPO – NEL FRATTEMPO, MOLTI DIPENDENTI DI CREDIT SUISSE SONO “SCAPPATI” E SI SONO GIÀ ACCASATI PRESSO ALTRI ISTITUTI, PORTANDOSI DIETRO I DEPOSITI CONSISTENTI DEI CLIENTI.
Questo è il cappello dell’articolo pubblicato da Dagospia. In realtà questo pare solo l’inizio, anche perché a causa dei colossali errori fatti dalla BNS negli ultimi anni, la Banca Centrale Svizzera, il prestatore di ultima istanza svizzero, non potrà intervenire.
Dunque, guai in vista per il personale di CS e UBS, come prima conseguenza della fusione tra Ubs e Credit Suisse. Resasi necessaria il 19 marzo scorso, per evitare il fallimento della seconda delle due banche. La notizia non è stata smentita né da UBS né dai sindacati dei bancari. In aprile l’amministratore delegato, Sergio Ermotti, aveva comunque preannunciato «cambiamenti e decisioni difficili », promettendo di trattare tutti i dipendenti di Credit Suisse e UBS in modo equo.